Quanto alla revisione, com’è? Questo lo lascio giudicare a voi.
Prima però un paio di premesse. L’Occhio del Mondo non è stato revisionato per problemi di diritti. Fanucci si è avvalsa della vecchia traduzione eseguita per Mondadori da Gaetano Luigi Staffilano e a quanto ha detto non ha potuto modificarla.
In più ciascun libro è stato revisionato da gruppi diversi di persone. Hanno cercato di uniformarsi, di seguire una linea comune, ma è ovvio che ognuno ha eseguito il lavoro con la sua competenza e con la sua sensibilità, e inevitabilmente questi elementi cambiano. Su alcune cose hanno preso decisioni comuni. Quella che fino a ora abbiamo conosciuto come la Terra delle tre piegature, la patria degli Aiel, ora è diventata Triplice terra. La scelta può non piacere, io stessa non la amo particolarmente, ma si tratta di una decisione comune del gruppo, uniforme in tutti i volumi. Per chi inizierà a comprare la saga ora non ci saranno problemi, loro conosceranno sempre quei territori come la Triplice terra, ma chi ha acquistato tutti gli altri volumi e non sa nulla di questa revisione si troverà spiazzato.
I precedenti volumi erano pieni di refusi. La cosa non era solo fastidiosa, era vergognosa vista la loro frequenza e gravità. Non so quanti refusi siano stati tolti, suppongo la maggior parte, ma qualcuno scappa sempre. Il gruppo ha revisionato anche Memoria di luce, seppure in pochissimo tempo (e quando il tempo manca si sa che è più facile fare errori, non per incapacità ma per l’impossibilità a curare ogni dettaglio), e qualche refuso c’è pure lì. Meno rispetto al solito ma ce ne sono. Se sono pochi non mi sembra sia il caso di lamentarsi, i refusi scappano a tutti. Basta che siano pochi.
Vedere tutte le differenze sarebbe un lavoro immane. Io riporto alcune righe dei vari inizi, giusto per capire un po’ come il testo è cambiato.
Pag. 9
E accadrà che quello che gli uomini hanno costruito sarà distrutto, l’Ombra si stenderà sul Disegno delle Ere e il Tenebroso ancora una volta poserà la propria mano sul mondo degli uomini. Le donne piangeranno e gli uomini si perderanno d’animo, mentre le nazioni della terra saranno ridotte a brandelli come stracci consunti. Niente resterà in piedi o durerà…
Eppure un uomo nascerà per fronteggiare l’Ombra, nascerà ancora una volta come nacque in passato e rinascerà di nuovo, per sempre. Il Drago rinascerà e ci saranno gemiti e digrignarsi di denti alla sua nascita. La gente vestirà di tela di sacco e ceneri e con la sua venuta spezzerà di nuovo il mondo, lacerando tutti i legami che lo mantengono unito. Come un’alba liberata dalle catene, egli ci accecherà e ci brucerà, ma il Drago Rinato si confronterà con l’Ombra nell’Ultima Battaglia e il suo sangue ci darà la luce. Lasciate scorrere le lacrime, o popoli del mondo. Piangete per la vostra salvezza.
Il ciclo Karaethon:
Le profezie del Drago,
Tradotta da Ellaine Marise’idin Alshinn,
Somma bibliotecaria alla corte di Arafel,
Nell’anno di grazia 231
della Nuova Era, la Terza Epoca
Pag. 9
E accadrà che quanto gli uomini hanno costruito sarà distrutto, l’Ombra si stenderà sul Disegno delle epoche e il Tenebroso poserà ancora una volta la propria mano sul mondo dei vivi. Le donne piangeranno e gli uomini si perderanno d’animo, mentre le nazioni della terra saranno ridotte a brandelli come stracci consunti. Non resterà più nulla…
Eppure un uomo nascerà per fronteggiare l’Ombra, nascerà ancora una volta come nacque in passato e rinascerà di nuovo, per sempre. Il Drago rinascerà e ci saranno gemiti e digrignarsi di denti al suo avvento. Egli vestirà le genti di ceneri e di stracci, e con la sua venuta spezzerà di nuovo il mondo, lacerando tutti i legami che lo mantengono unito. Come un’alba liberata dalle catene, egli ci accecherà e ci brucerà, ma il Drago Rinato si confronterà con l’Ombra nell’Ultima Battaglia e il suo sangue ci darà la luce. Lasciate scorrere le lacrime, o popoli del mondo. Piangete per la vostra salvezza.
Il ciclo Karaethon:
Le profezie del Drago. tradotto da Ellaine Marise’idin Alshinn,
somma bibliotecaria alla corte di Arafel,
nell’anno di grazia 231
della Nuova Era, la Terza Epoca
Yet one shall be born to face the Shadow, born once more as he was born before and shall be born again, time without end. The Dragon shall be Reborn, and there shall be wailing and Gnashing of teeth at his rebirth. In sackcloth and ashes shall he clothe the people, and he shall break the world again by his coming, tearing apart all ties that bind. Like the unfettered dawn shall he blind us, and burn us, yet shall the Dragon Reborn confront the Shadow at the Last Battle, and his blood shall give us the Light. Let tears flow, O ye people of the world. Weep for your salvation.
-from The Karaethon Cycle:
The Prophecies of the Dragon,
as translated by Ellaine Marise’idin Alshinn,
Chief Librarian at the Court of Arafel,
in the Year of Grace 231
of the New Era, the Thrid Age
L’uomo che si faceva chiamare Bors, almeno in questo luogo, sogghignò nell’ascoltare il basso mormorio che si elevava per la volta della stanza come lo starnazzare sommesso delle oche. La sua smorfia era però nascosta dalla seta nera della maschera che gli copriva il volto, proprio come le altre maschere nascondevano centinaia di facce nella stessa stanza. Cento maschere nere e cento paia d’occhi che cercavano di vedere cosa si celasse dietro di loro.
Se non si guardava con troppa attenzione, la grande stanza poteva sembrare quella di un palazzo, con i suoi alti camini di marmo, le lampade dorate che pendevano dal soffitto a cupola, le tappezzerie colorate e gli intricati motivi del mosaico sul pavimento. Se non si guardava con troppa attenzione. Tanto per incominciare i camini erano freddi. Le fiamme danzavano su ceppi spessi come le gambe di un uomo, ma non emanavano alcun calore. Le mura dietro le tappezzerie e i soffitti sopra le lampade erano di nuda pietra, quasi nera. Non c’erano finestre, e solamente due entrate, una a ogni estremità della stanza. Era come se qualcuno avesse intenzionalmente tentato di farla somigliare alla sala dei ricevimenti di un palazzo, preoccupandosi solo delle sembianze e trascurando i dettagli.
L’uomo che si faceva chiamare Bors, almeno in quel luogo, sogghignò nell’ascoltare il basso mormorio che vagava nella sala dal soffitto a volta, simile allo starnazzare sommesso delle oche. La sua smorfia era però nascosta dalla seta nera della maschera che gli copriva il viso, uguale alle altre maschere che nascondevano gli altri volti. Cento maschere nere e cento paia d’occhi che cercavano di vedere chi vi si celasse dietro.
Se non la si guardava con troppa attenzione, la grande stanza poteva sembrare quella di un palazzo, con i suoi alti camini di marmo, le lampade dorate che pendevano dal soffitto a cupola, gli arazzi colorati e gli intricati motivi del mosaico sul pavimento. Se non la si guardava con troppa attenzione. Tanto per cominciare, i camini erano freddi. Le fiamme danzavano su ceppi spessi quanto la gamba di un uomo, ma non emanavano alcun calore. Le pareti dietro gli arazzi e l’alto soffitto sopra le lampade erano in pietra nuda, quasi nera. Non c’erano finestre, e la stanza aveva solamente due entrate, una a ogni estremità. Era come se qualcuno avesse tentato di farla somigliare alla sala per i ricevimenti di un palazzo, preoccupandosi solo dell’aspetto generale e trascurando i dettagli.
If one did not look too closely, the huge room could have been in a palace, with his tall marble fireplaces and its golden lamps hanging from the domed ceiling, its colorful tapestries and intricately patterned mosaic floor. If one did not look too closely. The fireplaces were cold, for one thing. Flames danced on log sas thick as a ma’s leg, but gave no heat. The walls behind the tapestries, the ceiling high above the lamps, were undressed stone, almost black. There were no windows, and only twoo doorways, one at the either end of the room. It was as if someone had intended to give the semblance of a palace reception chamber but had not cared enough to bother with more than the outline and a few touches for detail.
Per essere una revisione che non vuole entrare nello stile e mantenere il più possibile il testo che abbiamo letto fino a ora, mi sembra che ci sia qualche cambiamento superfluo. L’attenzione dei revisori si è concentrata sull’aderenza al testo originale e sulla scorrevolezza del testo che possiamo leggere noi. Certo le differenze fra le due versioni sono tante. Nella maggior parte dei casi mi sembrano un miglioramento o una modifica, in qualche caso si poteva lasciar correre ma c’è anche qualche punto in cui preferisco la vecchia versione. Ennesima riprova che accontentare tutti è impossibile. Avrei voluto inserire anche le corrispondenti righe di The Dragon Reborn, ma il tempo stringe e io devo andare al lavoro. Inserire altri due brani in inglese significherebbe pubblicare il pezzo domani, quindi mi limito al confronto in italiano.
Pag. 9
I suoi sentieri saranno molteplici, nessuno saprà riconoscerne il nome, poiché rinascerà molte volte, con diverse sembianze, come ha sempre fatto e sempre farà, all’infinito.
La sua venuta sarà come la lama affilata di un aratro, dissoderà le nostre vie in solchi, fuori da quel luogo in cui giacciamo in silenzio. Egli è colui che spezza i legami; il forgiatore delle catene, il costruttore del futuro, il modificatore del destino.
Dai Commentari sulle profezie del Drago,
Jurith Dorine, braccio destro della regina di Almoren,
742 d.f., Terza Epoca
Pag. 9
I suoi sentieri saranno molteplici, e nessuno riconoscerà il suo nome, poiché rinascerà tra noi molte volte, con diverse sembianze, come ha sempre fatto e sempre farà, in eterno. Il suo avvento sarà come la lama affilata di un aratro, dissoderà le nostre vite, ci porterà fuori dai luoghi in cui giacciamo in silenzio. Spezzerà ogni legame; forgerà tutte le catene. Costruirà il futuro, distruggerà il destino.
Dai Commentari a Le Profezie del Drago,
Jurith Dorine, braccio destro della Regina di Almoren,
742 d.f., Terza Epoca
Lo sguardo antico di Pedron Niall vagava per la stanza delle udienze private, ma quegli occhi scuri, caliginosi di pensiero, non vedevano nulla. Gli arazzi rovinati, che erano state le bandiere dei nemici di gioventù, si confondevano con i pannelli di legno scuro posati sulle spesse pareti di pietra, nel cuore della fortezza della Luce. L’unica sedia della stanza – pesante, con lo schienale alto, quasi un trono – era altrettanto invisibile ai suoi occhi, come i pochi tavolini disseminati intorno che completavano l’arredamento. Anche l’uomo dal mantello bianco, inginocchiato sul sole raggiato che decorava le assi del pavimento e che tratteneva a malapena l’impazienza, le era come svanito dalla mente, anche se pochi lo avrebbero ignorato a quel modo.
Lo sguardo segnato dagli anni di Pedron Niall vagava per la sua stanza delle udienze, ma gli occhi scuri, offuscati dai pensieri, non vedevano nulla. Gli arazzi rovinati, che erano state le bandiere dei suoi nemici di gioventù, si confondevano con i pannelli di legno scuro posati sulle pareti di pietra, che erano assai spesse anche lì, nel cuore della fortezza della Luce. L’unica sedia della stanza – pesante, con lo schienale alto, quasi un trono – gli era invisibile quanto i pochi tavoli disseminati intorno che completavano l’arredamento. Anche l’uomo dal mantello bianco, inginocchiato sul sole raggiato che decorava le ampie assi del pavimento e a malapena in grado di trattenere la propria impazienza, per il momento era svanito dalla sua mente, anche se pochi lo avrebbero ignorato così alla leggera.
Mi lamentavo che in diverse occasioni Sergio Altieri ha cambiato il sesso di alcuni personaggi delle Cronache del ghiaccio e del fuoco, ed ecco qui che la Ciocci fa lo stesso con Niall, per il quale sua il pronome “le” nella penultima riga. Comunque c’è un elemento sfuggito anche ai revisori.
Alla fine di questo libro Rand si reca nella Stone of Tear, tradotto prima nell’edizione Mondadori e poi in quella Fanucci come Pietra di Tear. Peccato che qui ci sia un chiaro riferimento arturiano, ammesso senza mezzi termini da Robert Jordan quando è stato interrogato in proposito. Rand si reca a Tear per prendere the sword in the Stone. Stone può essere tradotto come Pietra, d’accordo, ma qui la traduzione corretta era Roccia. Diretto emulo di re Artù di Camelot, Rand va a prendere la spada nella Roccia per rivelare a tutti chi è realmente. Peccato che il Save Moiraine Team non abbia notato il dettaglio e non l’abbia modificato. La correzione sarebbe stata enorme, ma viste le altre che hanno fatto ci stava pure questa e avrebbe arricchito enormemente il testo.
Pag. 11
L’Ombra sorgerà sul mondo, oscurerà ogni terra, anche l’angolo più remoto e non ci saranno né Luce né salvezza. Colui che nascerà con l’Alba, figlio della Fanciulla, secondo le Profezie, protenderà innanzi le mani per catturare l’Ombra, e il mondo griderà nel dolore della salvezza. Gloria al Creatore, alla Luce, e a colui che nascerà di nuovo. Possa la Luce salvarci da lui.
Dai Commentari sul Ciclo Karaethon:
Sereine dar Shamelle Motara,
sorella Consigliera di Comaelle,
Somma Regina di Jaramide
(circa 325 A.B., Epoca Terza)
L’Ombra sorgerà sul mondo, oscurerà ogni terra, anche l’angolo più remoto e non ci saranno né Luce né salvezza. Colui che nascerà con l’Alba, figlio della Fanciulla, secondo le Profezie, protenderà innanzi le mani per catturare l’Ombra, e il mondo griderà nel dolore della salvezza. Gloria al Creatore, alla Luce, e a colui che nascerà di nuovo. Possa la Luce salvarci da lui.
Dai Commentari sul Ciclo Karaethon:
Sereine dar Shamelle Motara,
sorella Consigliera di Comaelle,
Somma Regina di Jaramide
(circa 325 A.B., Epoca Terza)
Noto che in entrambe le versioni la data è erroneamente indicata con A.B., After Breaking. Ma questa è la sigla inglese, in italiano è d.F, dopo la Frattura. La Ciocci ha fatto lo stesso errore anche nei Fuochi nel cielo, chi ha revisionato quel libro, a differenza di chi ha revisionato questo, se n’ accorto. A proposito, in revisione il titolo del quinto romanzo è lievemente cambiato, e non per volontà dei revisori.
Il vento soffiava da nord e da ovest sotto al sole del primo mattino, su chilometri sterminati di erba ondeggiante e boschetti radi, sul veloce fiume Luan, oltre le cime delle zanne spezzate di Montedrago, montagna leggendaria che torreggiava sul lento rigonfiarsi della pianura ondeggiante, così alta che le nuvole inghirlandavano il picco a metà strada dalla cima fumante. Montedrago, dove era morto il Drago – e con lui, sostenevano alcuni, l’Epoca Leggendaria – dove le profezie proclamavano sarebbe rinato. Il vento soffiava da nord e da ovest, attraverso i villaggi di Jualdhe, Darein e Alindaer, dove ponti simili a merletti di pietra si protendevano dalle Mura Lucenti, le grandi fortificazioni bianche mura di quella che molti chiamavano la città più grandiosa del mondo. Tar Valon. Una città appena sfiorata ogni sera dalle ombre di Montedrago.
Il vento soffiava da nord e da ovest sotto al sole del primo mattino, su distese sterminate di erba ondulata e boschetti radi, sul veloce fiume Luan, oltre la zanna spezzata di Montedrago, montagna leggendaria che torreggiava sui placidi colli dell’ondulata pianura, così alta che le nubi avvolgevano meno della metà del picco fumante. Montedrago, dove era morto il Drago – e con lui, sostenevano alcuni, l’Epoca Leggendaria – e dove le profezie proclamavano che sarebbe rinato. Il vento soffiava da nord e da ovest, attraverso i villaggi di Jualdhe, Darein e Alindaer, dove ponti simili a merletti di pietra si protendevano dalle Mura Lucenti, le immense e bianche mura di quella che molti definivano la città più grande del mondo. Tar Valon. Una città appena sfiorata, ogni sera, dall’ombra di Montedrago.
Pag. 9
Con la sua venuta rinascono i temuti fuochi. Le colline bruciano e la terra inaridisce. Il tempo degli uomini sta per finire e le ore diminuiscono. Il muro è bucato e il velo di separazione è sollevato. Gli uragani tuonano oltre l’orizzonte e i fuochi del cielo purificano la terra. Non c’è salvezza senza distruzione; nemmeno speranza, da questo lato della morte.
Frammento tratto da Le Profezie del Drago.
Presumibilmente tradotto da
N. Delia Basolaine
Prima Fanciulla e Lamarapida di Radine di Hol Cuchone
Circa 400 A.B.
Pag. 9
Con la sua venuta rinascono i fuochi del terrore.
Le colline bruciano e la terra inaridisce.
Le maree degli uomini si esauriscono, e le ore scemano.
Il muro è stato bucato, il velo di separazione sollevato.
Le tempeste tuonano oltre l’orizzonte,
e i fuochi del cielo purificano la terra.
Non c’è salvezza senza distruzione,
non c’è speranza da questo lato della morte.
Frammento tratto da Le Profezie del Drago.
Forse tradotto da N. Delia Basolaine
Prima Fanciulla e Lamarapida di Raidhen di Hoi Cuchone
Circa 400 d.F.
Seduta dietro la sua grande scrivania, Elaida do Avriny a’Roihan passava con fare assente le dita sulla stola dalle sette strisce colorate che aveva sulle spalle, la stola dell’Amyrlin Seat. A prima vista la si sarebbe potuta definire una bella donna, ma a un secondo sguardo si capiva che la caratteristica principale del suo volto senza età da Aes Sedai era la severità. E oggi c’era anche dell’altro, un’ombra di rabbia nei suoi occhi scuri. Anche se nessuna l’aveva notato.
Elaida do Avriny a’Roihan stava giocando con fare assente con la lunga stola di sette strisce colorate che aveva sulle spalle, la stola dell’Amyrlin Seat, seduta dietro la grande scrivania. A prima vista quel che colpiva era la bellezza, ma a un secondo sguardo la severità del viso da Aes Sedai senza età si rivelava precaria. Oggi c’era qualcosa in più, un’ombra di rabbia negli occhi scuri. Se qualcuna li avesse notati.
Nota della traduttrice. Alcune parti che si riferiscono a nomi di fantasia sono state deliberatamente adattate su indicazione dell’autore esclusivamente per l’edizione italiana.
Considerando l’attenzione che Jordan prestava ai nomi dubito che accettasse tanto facilmente cambiamenti. A me sa più di un pararsi le spalle dopo alcune polemiche. Io, per esempio, avevo notato che la Saldaea del primo romanzo in seguito era diventata Saldea, ma che la cartina continuava a riportare il nome corretto. E ovviamente avevo fatto notare l’errore anche a Fanucci. Ci sarebbe altro da dire, ma il tempo stringe…