Che sarebbe poi la Piazza del Duomo. Nemmeno io ne conoscevo il nome fino a ieri, quando ho letto sulla Stampa che la Soprintendenza aveva esteso la sua ala protettrice anche a quello conosciuto come "Palazzaccio", il brutto edificio (o quantomeno discutibile) di fronte al Duomo (qui una breve storia del palazzo, di seguito la foto di Palazzo Richelmy, il predecessore del Palazzaccio):
Oggi leggo su Repubblica un nuovo intervento della soprintendente ai beni culturali Luisa Papotti, un appello a non lamentarsi di quello che c'è sulla piazza (perché tanto ci rimarrà, per quanto discutibile possa essere) ma a provare a valorizzarla cambiando quello che si può cambiare.
E ancora dice la Papotti: "Questo Duomo non ha un sagrato, esci dalla chiesa e ti passa davanti a piena velocità un tram". Tram che, secondo la soprintendente, potrebbe facilmente essere spostato su piazza Castello e sui Giardini Reali.
Chiudere quel tratto di via XX Settembre riuscirebbe a creare un senso di staticità che è più proprio di una Piazza. Ma non è il solo intervento che si potrebbe fare: ci vorrebbero più panchine per permettere alla gente di sostare e "creare" un senso di piazza - piazza come luogo d'incontro, piazza come luogo vivo e vissuto. L'ultimo tratto di via XX Settembre, quello che passa tra il parco della Porta Palatina e il Museo di Archeologia, potrebbe diventare un ben viale alberato incorporato nel parco (pensate da via Garibaldi e persino da via Pietro Micca che bell'effetto visivo!) e terminare su Corso Regina. E ovviamente Wi-Fi libero per tutti.