La Pietà (foto Caviglia)
La Processionedel Venerdì Santo, è un evento biennale molto atteso da tutta la città. Dopo la palpitante attesa per l’inizio, dovuta ad una eventuale avversità metereologica e l’agitazione delle Confraternite, il Priorato Generale dà il benestare per lo svolgimento della processione. Alle 20.30, il rullio dei tamburi si diffonde nella piazza del Duomo, i capi cassa danno il fatidico colpo sulla stangata delle casse, segnale preparatorio per l’alzata delle casse lignee, poi i due rintocchi: il momento della partenza. Intensa l’emozioni del pubblico che si è calato nell’atmosfera: pur dove il brusio era vivace, al passaggio delle casse regna il più assoluto silenzio.
I primi a partire sono i rappresentanti dei Vigili dell’Ordine in alta uniforme, che precedono i tamburi con il loro mesto suono; poi i torcioni, seguiti dagli incappucciati e poila Crocenera, dell’Oratorio di Nostra Signora di Castello, con i simboli della Passione. Dietro,la Banda Sant’Ambrogio di Legino e poi le splendide casse lignee.
Come in tutte le edizioni che si sono susseguite, anche questa volta un’atmosfera speciale ha avvolto la città, i presenti, sino a giungere al momento che lascia senza parole anche i savonesi meno legati alla tradizione: i mesti rintocchi della Campanassa mentre la processione passa davanti al porto. In quest’aria surreale, si sovrappongono i versi dei gabbiani che volavano sopra le casse, mentre gli astanti rimangono in raccoglimento. I loro volti esprimono il coinvolgimento, stupore e fascino per un evento che, in duecento anni, non ha perso nemmeno una briciola del suo sacro sapore. Il pathos mistico, mano a mano chela Processione avanzava per via Paleocapa e le piazze affollate, andava scemando, sostituito dal brusio, dai commenti a voce alta, dai sorrisi nel riconoscere un amico tra i portatori delle cassa; ma anche questo fa parte della tradizione centenaria, a cavallo tra fede e devozione, evento artistico e rito popolare, che nasce tra la gente; come dimostra la lunga fase preparatoria da parte dei confratelli e dei savonesi nei giorni precedenti la processione, A rovinare un pochino la serata, e stato un piccolo inconveniente, fortunatamente senza gravi conseguenze: meno di un’ora dalla partenza uno dei più anziani capo cassa, quasi ottantenne, è scivolato in Duomo riportando un lieve trauma. Immediata la sostituzione, con un profondo dolore, tra i compagni, per l’incidente che ha impedito al veterano “comandante” di partecipare alla processione, che ha seguito fin da bambino facendo appassionare anche il nipote, anche lui, da tempo, capo cassa.
Non ci sono stati altri inconvenienti nel corso della serata, cadenzata dal ritmo dei Mottetti e del “Crocem tuam adoramus, Domine”; a parte una donna che ha attraversato il corteo solenne vestita col tricolore e con una ghirlanda di fiori in testa, che ha procurato ilarità fra gli astanti. Poi la sfilata delle casse, adornate dai fiori, è proseguita in un gioco di chiaro-scuro, accentuato dalle luci montate per l’occasione e dai riflessi dell’illuminazione delle strade. Dalla “Promessa del Redentore”, prima cassa, ai momenti salienti del “Bacio di Giuda”, de “L’incoronazione di spine” e all’Addolorata: quindici opere lignee in movimento, con un peso che raggiunge, in alcuni casi, i 15 quintali (la deposizione nel sepolcro) e che impegna molti di portatori, per un totale di quasi mille persone. Scenografico l’arrivo in piazza Sisto IV e il posizionamento delle casse e dei gruppi nel suo spazio, con il saluto del Vescovo Vittorio Lupi. Infine, il rientro delle casse negli oratori. E l’attesa, per rivederela Processione 2014, riparte.
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