Sbatti il mostro in prima pagina

Creato il 12 dicembre 2010 da Robydick
1972, Marco Bellocchio.
Ci sono dei casi, come questo, in cui il titolo è già uno spoiler. Rimane da capire tutto il resto: qual'è il reato, chi è il mostro presunto e quale quello vero ammesso che siano persone distinte, ma soprattutto Perché è stato infangato da un giornale senza alcuna remora.
Film ambientato a Milano negli anni d'uscita (per avere un'idea, è appena morto Giangiacomo Feltrinelli, un fatto che fece grande scalpore), anni ancora caldissimi. L'incipit sono una serie d'immagini di repertorio, con comizi, manifestazioni, che smorzano sulla fiction con un gruppo di estrema sinistra che attacca la sede de "Il Giornale", avete letto bene, si chiama così, e notare che il quotidiano che conosciamo oggi venne fondato da Indro Montanelli (che usciva dal Corriere) solo nel 1974 col nome Il Giornale Nuovo.
Quel giornale, all'epoca dal nome proprio immaginario e quindi ispirato al generico, sembra però la copia conforme di quello attuale, che di Montanelli non conserva nemmeno un lontano ricordo. Completamente asservito al padrone che è un fascista che appoggia i democristiani, con un direttore viscidissimo (Volonté, al solito magnifico, s'è inventato stavolta un personaggio unico; è quello vero ed attuale, che ha un nome tipo bruttaciolla, che pare imitarlo), il giornale ha un pensiero solo: come favorire il pensiero di destra nella popolazione. Ogni singola notizia, anche la più banale, deve essere modificata in tal senso.
E' periodo elettorale e la destra ha un calo di consensi. Si pensa a cosa fare. Contemporaneamente un grave fatto di cronaca riempie le emozioni dell'opinione pubblica: l'omicidio-stupro di una liceale, figlia di un "barone" dell'università. Si viene a sapere che la ragazza frequentava un ragazzo del movimento di sinistra, occasione ghiotta per il giornale, e per la polizia che col giornale collabora fattivamente. Pochi indizi creati ad arte ed il ragazzo viene arrestato e sbattuto, con tanto di foto, in prima pagina. Un giornalista però coi metodi "pragmatici" del direttore non ci andrà d'accordo fino in fondo. Il resto lo lascio immaginare...
E' un film esagerato, in tutto! Non c'è spazio a dietrologie, riflessioni o interpretazioni. Ritratto nudo e crudo della verità completamente falsata da mezzi di comunicazione in mano a gente senza il minimo scrupolo, convinta persino, così facendo, di fare del bene. I comportamenti, in particolare del direttore, certi dialoghi, affermazioni, sono pugni nello stomaco. Quest'ultimo arriverà persino a dare della cretina alla moglie perché si beve tutto quello che lui dice, sul giornale o in televisione quando lo intervistano. La verità è l'ultimo dei valori perseguiti. Mi fermo, mi sembra di scrivere il solito articoletto di critica sull'indecenza di certa carta stampata di oggi che solo 2 categorie di persone possono apprezzare: quelli che hanno interesse a che l'opinione pubblica sia da imbonire e gli idioti.
Visione obbligatoria, anche nelle scuole.

chi riconosce quest'essere dall'aspetto infernale? a me fa talmente schifo, tutt'ora, che mi rifiuto categoricamente di nominarlo nel mio blog.  qui è a un comizio della "maggioranza silenziosa", spara messaggi eloquenti. scena che apre il film.


quella notizia sul disoccupato suicidatosi, scritta così, non va bene, spaventa il lettore, ne turba lo stato d'animo: occorre intervenire sul testo


vi ricorda nessuno con la stessa bocca a culo di gallina, pelle chiara, sorriso beffardo, brizzolato? a me sì!


fantastica Laura Betti, in un ruolo dei più "recitati" del film


la famosa prima pagina


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