Italia: Gli articoli 36 e 38 del decreto legge “Sblocca Italia” hanno di fatto sbloccato la legislazione in merito alle trivellazioni. La Gazzetta Ufficiale spiega che per gli anni 2015, 2016, 2017 e 2018 saranno incrementate le ricerche di idrocarburi e gas in Lombardia, Emilia, Alto Adriatico, Abruzzo, Basilicata e Canale di Sicilia. Secondo il premier lo Sblocca Italia individua “il carattere strategico delle attività di prospezione, ricerca e coltivazione di idrocarburi e quelle di stoccaggio sotterraneo di gas naturale, delineando quindi procedure chiare ma commisurate alla natura di pubblica utilità, urgenza e indifferibilità”.
Di fatto il decreto semplifica gli iter burocratici per ottenere le concessioni, toglie potere decisionali alle regioni e prolunga i tempi di concessione alle aziende petrolifere. Implicito è l’impatto ambientale e sanitario che si somma a quello già presente specialmente nella costa siciliana. Cittadini, politici e associazioni si sono mobilitati contro lo “Sblocca Trivellazioni” con manifestazioni, anche volti noti come i comici Ficarra e Picone ci hanno messo la faccia con un video e l’hashtag #umarinunsispurtusa.
Greenpace ha annunciato che le richieste di trivellazione nel nostro mare sono 29, 11 delle quali già autorizzate. Dall’Ars è partita una rivolta contro in decreto per mano del Movimento 5 Stelle che propone un referendum abrogativo come primo passo, ma anche un ricorso costituzionale e una legge voto. Protagoniste del referendum dovranno essere le cinque regioni coinvolte con la Sicilia come capofila.
La settimana scorsa due mozioni presentate da due deputate regionali penta stellate sono passate insieme ad un ordine del giorno andando a mettere in moto praticamente l’iter sopracitato. Di contro la presenza delle altre forze politiche in aula era quasi nulla, rischiando di far saltare la votazione. La mozione della Palmeri riguarda il rischio sismico legato all’attività di trivellazione, mentre quella della Foti mira a salvaguardare l’impatto ambientale. Le mozioni così votate ora devono essere esaminate dal governo regionale.
Puoi dare anche tu un contributo per salvare il nostro mare firmando on line la “Dichiarazione di Indipendenza dalle fonti fossili” lanciata da Green Peace.