Ma lo sconto, rispetto alle ultime notizie, non sembra essere così generoso: fino a pochi giorni fa la deduzione Irpef toccava il 20 % del prezzo d’acquisto, intorno ai 300mila euro quindi. Ora le soglie si sono ribassate al 15%, intorno così ai 200mila euro. La decisione finale ancora non è stata presa: oggi ci dovrebbe essere l’incontro tra il ministro delle infrastrutture Maurizio Lupi e quello dell’economia Pier Carlo Padoan. Infine il confronto con il premier.
D’altro canto è stata confermata l’accelerazione sul taglio delle società partecipate dagli enti locali; le aziende verranno incentivate alla quotazione e sarà anticipata la prima delle mosse per far scendere il loro numero da ottomila a mille, ovvero l’eliminazione delle aziende non essenziali, come le 1250 esistenti sulla carta, ma non più operative.
Per quando riguarda gli altri punti del decreto, ancora tanti sono quelli da definire: Riccardo Nencini, sottosegretario delle infrastrutture ha dichiarato che per lo sblocco dei grandi cantieri, come l’Alta Velocità ferroviaria fra Napoli e Bari e quella fra Catania e Palermo, le risorse ammonteranno a 4 miliardi di euro.
Di questi 1,3 arriveranno dal fondo revoche, cioè soldi attinti da precedenti opere ferme di minore importante; 2,7 miliardi dal fondo di coesione per il periodo 2014/2020.
Infine è stata già definita la parte sulle semplificazioni con il regolamento edilizio unico, valido in tutti i comuni e la possibilità per gli assessori e ministri di rettificare entro sette giorni il parere negativo della propria amministrazione nelle conferenze di servizio. L’unico capo controverso è quello vertente sulla limitazione dei poteri delle Sovrintendenze, come ad esempio il ritrovamento dei reperti archeologici quando si scava in un cantiere per la costruzione di un manufatto pubblico.
La questione dovrebbe essere risolta nei prossimi quattro mesi, ma il Ministero dei Beni culturali ha già espresso parere negativo. L’ultimo step spetta a Renzi.