Flussi narrativi mi conducono a costruire ancora, in una coazione a ripetere forse patologica forse narrativa soltanto, a esibizioni borgesiane, bolaňiane, definitive e totalizzanti attraverso la parola scritta. Luoghi (in)definiti mi accolgono ancora una volta affinché possa loro destinare storie che mi accompagnino, e con me il lettore, verso destini investigativi delimitati dai confini di pianure che sono simbolo di invasioni narrative. L'Impero è caduto da tempo, ormai, e non ci siamo accorti che i barbari eravamo noi, anche se indossavamo uniformi imperiali nascoste comunque da involontari mantelli di pellicce che Ammiano Marcellino avrebbe definito senz'altro germaniche. Una prima incursione qui. Una seconda qui.
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