D’altra parte l’essersi appiattito sull’agenda Monti proprio nel momento in cui essa viene contesta all’interno per la recessione che ha creato, l’iniquità, la cialtroneria e considerata un errore persino da parte del Fondo monetario internazionale, rende molto difficile a Bersani far segnare differenze ideali, nel contesto di una politica politicante praticamente omologata. Specie dopo che il professore si è rivelato nelle sue ambizioni, è sceso nell’arena perdendo anche la bugiarda etichetta di tecnico e ora, come si conviene alla sua modesta dimensione umana, mette allo scoperto la propria vocazione reazionaria, peraltro premiata dai circoli finanziari di cui fa parte, lanciando segnali alla destra e invitando gli esclusi e i delusi del cavaliere a riconoscere in lui la nuova speranza del massacro sociale? Il nuovo Truce?
A questo punto allora a cosa si riduce l’anomalia berlusconiana? Allo stile, alle barzellette, al mercato delle vacche fatto allo scoperto e non indoor? A quelle vecchie modalità comunicative che sanno di ruota della fortuna, di Vespa e di idee così rifritte che spezzano il fegato? A quella vena populista di cui è comunque accusato chiunque non creda nella scienza delle fesserie del professore che ha anche lui un bell’armadio di scheletri, ancorché per vezzo accademico rassomigli più a uno schedario? All’assenza di pensiero che coinvolge appieno tutta la classe dirigente italiana? Non so, mi piacerebbe capire perché è sempre più evidente che occorre una cesura netta con questo mondo, le cui idee sono inseparabili dai fatti ed anzi li confortano.
A questo punto ci sarebbe davvero da augurarsi che comincino a sbranarsi fra di loro, così almeno scopriremmo, in un crescendo di fuochi artificiali, le cose che sfuggono della storia di questo Paese. Per questo non accadrà , non si sbraneranno anema e core, ma si accontenteranno del mordi e fuggi da campagna elettorale, di evocare, di suggerire, di rimanere sempre sulla superficie, della parola iniziata e non detta. Perché nell’insieme si combattono, ma hanno un solo nemico: la discontinuità e l’alternativa.