Tanto è vero che se più o meno le stesse cose non le dice Berlusconi -su cui è acceso un semaforo di riconoscimento – ma qualcuno che la modesta Boldrini, per esempio, considererebbe non volgare – ecco che passa inosservata nella sua trivialità populista. E infatti Scalfarotto, quello che si è fatto dettare dal Pdl la legge antiomofobia, ne dice una simile pensando che sia qualcosa di intelligente. Il nostro buon gay omofobo, nell’ambito della rivalutazione di Silvio, dice infatti che suo padre è andato in montagna per combattere gente come i 5 stelle. Dalla riuscita del figlio parrebbe che sia andato a fare una settimana bianca, ma Scalfarotto, detto Ivan l’Inattendibile, dovrebbe sapere molto bene che suo padre è andato a combattere chi metteva una sola stella gialla sui vestiti degli ebrei per mandarli a morte, magari assieme agli omosessuali, che paragonare i nazisti ai grillini, è allo stesso tempo ridicolo e sordido. Un offesa alle vittime della Shoa e ai valori della Resistenza, certamente più corposa delle cazzate di Berlusconi.
Al contrario di questi paragoni moralmente idioti, ne proverò uno più plausibile e ahimè concreto: Scalfarotto è esattamente il prototipo di quei politici e parlamentari (spesso le cose non combaciano) “democratici” così ottusi da far parte attiva e “responsabile” della coalizione che sostenne Mussolini fino alle leggi speciali. Quasi quasi mi verrebbe da dire che l’Italicum rassomiglia molto a quella legge Acerbo che ne fu l’inizio. E che dopo vent’anni porterà il padre di Scalfarotto in montagna. Si rivolterà nella tomba immagino. Ma purtroppo i figli non sono responsabili delle virtù dei padri.