Si si, lo so, detto così sembra tutto rose e fiori. Ricordatevi però che non è tutto oro quel che luccica, ed infatti la nostra storia non finisce qui.Ora però non aggiungo altro e vi lascio alla lettura! Come sempre…. VIA AI COMMENTI!!!!!;)Vi ricordo inoltre, per chi ancora non lo avesse fatto, che siete sempre in tempo a mandarci i vostri raccontini! Noi siamo sempre felicissime di leggerle e di condividerli con le nostre amiche! Seguite le istruzioni: LINKSereJane
Scambi d’amore di Margaret PriviteraVeneto, Piove di Sacco 1815.
Erano solo le dieci quanto il vecchio orologio a pendolo risuonò per il vasto salone di palazzo Barbaro Lorenzoni, le alte vetrate proiettavano a tratti lievi stralci di luce, la pioggia scorreva copiosa su di esse rendendo l’ambiente tetro e malinconico.Il temporale non accennava a smettere, e di tanto in tanto i lampi illuminavano la stanza semi buia. La piccola Tiziana fissava i tasti del pianoforte regalatole dal padre, quella mattina aveva già suonato ogni spartito a sua disposizione,ma il tempo sembrava essersi fermato, annoiata si voltò verso la sorella maggiore Anna, intenta a cucire un elegante centrino cremisi. Non aveva ancora ben capito cos’era accaduto la notte precedente,Anna era rientrata dal teatro strillando e piangendo, mentre la madre anch’essa molto turbata cercava invano di consolarla, poi c’era suo padre, non lo aveva mai visto così furioso in vita sua, era uscito di fretta e furia sbattendo il portone del palazzo, quasi volesse staccarlo.
– Anna ti va di suonare insieme?- gli chiese sperando che la sorella accettasse, ma quest’ultima non accennò a farlo. D’altra parte Anna quella mattina non sentiva e non vedeva nessuno, solo quell’immagine si era fermata nella sua mente, il ricordo del bacio tra il suo promesso sposo Edoardo e quella strega di Bianca Carraro… Le lacrime tornarono ad affiorare e un fastidioso nodo s’impossessò della sua gola, come aveva potuto farle un torto simile a pochi mesi dal matrimonio? Con la tanto odiata Bianca per giunta!
Inspirò profondamente volgendo lo sguardo alla amata sorellina che la fissava imbronciata. Si schiarì la voce in modo da poter sembrare il più naturale possibile.
- Tiziana, non ho voglia di cantare oggi, non mi sento molto bene- rispose rivolgendole un sorriso tirato. La bambina dai riccioli biondi sospirò rassegnata e scendendo dallo sgabello gli corse incontro lasciandole un lieve bacio sulla guancia. - D’accordo- si limitò a risponderle uscendo dal salone.
Anna avvicinandosi alla finestra cercò di guardare fuori, ma le nuvole grigie e la pioggia copiosa rivelavano gran poco del florido paesaggio rurale, quella giornataccia rispecchiava pienamente il suo essere interiore pensò,in parte contenta di condividere un simile dolore con la natura circostante. Il pensiero di cambiare vita la tormentava, come avrebbe fatto a sopportare una tale vergogna e ad andare avanti? Di certo tutti sapevano dell’accaduto, e già per Piove girovagava il tragico evento della sera precedente. E dire che era stato tutto così perfetto!Avevano ammirato le rappresentazioni del Goldoni, avevano riso e discusso con gli amici degli eventi futuri, del loro matrimonio, finché non aveva perso di vista Edoardo. Quando poi lo aveva ritrovato avvinghiato con la sua acerrima nemica in una stanza del teatro Filarmonico, non riusciva a credere ai suoi occhi… Lanciò un grido stupita a quella orrenda scena, e lui non riuscì a darle il tempo di spiegare che già un folla di gente accorreva sul luogo del misfatto lanciando Anna nella vergogna più assoluta. Anche Jacopo Radini Tedeschi, il promesso sposo di Bianca era tra i presenti, ma il suo sguardo fiero e distante non mostrava alcuna emozione. Anna aveva sempre serbato una forte antipatia per la famiglia Carraro a causa di vecchi litigi tra parenti, e Bianca non le era mai andata a genio, come del resto il suo promesso Jacopo, ma in quel momento aveva provato una sorta di pietà per quell’uomo. Infine era scappata via e una volta tornata a casa aveva dato libero sfogo alla sua collera raccontando tutto ai genitori il quale si affrettarono a rompere il fidanzamento con il traditore. Adesso se ne stava rinchiusa nel suo palazzo, nascosta da occhi indiscreti, affranta si asciugò le lacrime che le rigavano il viso, si era innamorata di un bugiardo a cui di lei importava gran poco, era certa che per tanto tempo non si sarebbe permessa ulteriori uscite in società.
Jacopo camminava furioso per il suo studio privato di Palazzo Gradenigo, Bianca lo fissava in attesa di risposte con le lacrime agli occhi e suo padre Giovanni alternava il suo sguardo arcigno tra lui e la figlia. Come poteva presentarsi ancora a casa sua quella svergognata?! Si chiese adirato più che mai.
– Allora Jacopo ci avete pensato oppure volete farci aspettare tutto il dì?- chiese spazientito Giovanni. Quella mattina si erano presentati di buon ora.L’uomo trascinava la figlia da un braccio intimandole d’essere il più convincente possibile, mentre lei annuiva a labbra strette. Jacopo aveva sempre nutrito un segreto amore per Bianca, quella giovane donna dai capelli oro e dalla pelle candida lo aveva da sempre stregato, e nonostante le sue basse possibilità economiche rispetto alla prestigiosa famiglia Radini Tedeschi aveva chiesto la sua mano. Il padre aveva colto l’occasione dato che la situazione finanziaria dei Carraro vergeva al peggio. Tuttavia Jacopo non ci aveva dato molta importanza,lui voleva Bianca,l’amava profondamente anche se lei non sembrava entusiasta della loro futura unione. Più tempo passava, più i suoi atteggiamenti si rivelavano distaccati e tremen-damente viziati, Jacopo più volte aveva pensato di rompere il fidanzamento ma ormai era troppo tardi, e il sentimento che nutriva per lei era ancora molto forte. Adesso però, le si era presentata una via d’uscita allettante, sapeva che quel bacio non era stato frutto del caso, aveva fatto seguire Bianca da tempo e così facendo aveva scoperto la tresca con Edoardo Morosini, anch’esso prossimo alle nozze con Anna Barbaro Lorenzoni la donna che Bianca più odiava al mondo.
Jacopo sorrise tra sé, era fatta, finalmente si sarebbe liberato di quella donna, ma la sua vendetta andava ben oltre alla semplice rottura del fidanzamento, ben presto gli avrebbe dato ciò che più si meritava…
-Mi dispiace Giovanni, ma temo di non voler sposare una traditrice, appartengo a una famiglia di nobili origini, e non voglio arrecare nessuna vergogna ai miei futuri eredi, adesso potete pure andare.- Sentenziò con tono fermo e arrogante. L’uomo rosso di collera lanciò uno sguardo indecifrabile alla ragazza, e Jacopo non poté far a meno di pregustare il sapore della vendetta vedendo l’espressione di lei più infuriata che in pena. Uscirono entrambi dallo studio, Jacopo aveva deciso di non riceverli nel salotto come una visita a lui gradita, non lo meritavano. Nel momento in cui i due uscirono, suo padre Marzio entrò nello studio anch’esso abbastanza infasti- dito dalla sconveniente visita.
– Non dirlo.- Disse Jacopo alzando una mano.
- Te lo avevo detto o no che quella donna non faceva per te?? Sarai contento adesso! Quattro famiglie rovinate e un cuore spezzato!- sbraitò l’uomo dinnanzi alla totale indifferenza del figlio, ma a Jacopo non sfuggì l’ultima frase.
- Un cuore spezzato avete detto? Non di certo il mio- sentenziò deciso a non far trasparire ogni emozione.
– Non tu, ma la povera tosa dei Barbaro Lorenzoni! Suo padre e tutta la famiglia sono distrutti da quanto è accaduto, e lei non vuole più uscire di casa! Tutto questo per la sgualdrina Carraro!- Jacopo sapeva che Bianca e la sua famiglia non erano mai andati a genio al padre, tuttavia capiva che quello scandalo si sarebbe rivolto anche contro di lui, per un attimo il ricordo di Anna in lacrime al teatro gli venne in mente, quella ragazza era molto bella e intelligente rispetto alle altre dame che conosceva e da sempre l’aveva giudicata allettante, se non ci fosse stata Bianca. Un idea attraversò la sua mente, prese la giacca uscendo di corsa dallo studio lasciando il padre sbraitare per le scale.-Signorina, avete visite- la flebile voce della cameriera ruppe il filo amaro dei suoi pensieri. Anna si alzò lisciando con le mani la gonna dell’abito lavanda.
-Non sono in condizioni di ricevere nessuno- rispose con voce rotta dal pianto, in quello istante sua madre si precipitò verso di lei con la piccola Tiziana al seguito.
– Oh Anna vedessi che razza di uomo è venuto a trovarti!- disse tutta eccitata prendendola per mano.
Anna si chiese chi potesse cercarla dopo l’accaduto, incerta sul da farsi si fece convincere dalle suppliche della madre, e attese lo sconosciuto seduta presso il divano del salotto. Quando venne annunciato Jacopo si avvici- nò alla ragazza incantato da tanta bellezza, non aveva mai visto da vicino Anna, la sua presenza aveva del femminile e il suo viso emanava una dolcezza eterea. I grandi occhi ambrati di lei lo fissavano sbigottita e il suo viso pallido era incorniciato da boccoli ramati. Anna era sconcertata, non riusciva a credere che tra tutti gli uomini del paese proprio lui Jacopo Radini Tedeschi fosse venuto a trovarla.
– Cosa siete venuto a fare?- gli chiese senza tante cerimonie, era inconcepibile e vergognoso che fosse venuto fino a casa sua dopo quello che Bianca aveva fatto!.
– Perdonatemi se vengo a disturbarvi in un momento tanto difficile, ma vorrei proporvi una soluzione che di certo sistemerà entrambi…- disse Jacopo sostenendo lo sguardo di fuoco della donna.
– Parlate dunque- esordì Anna.
– Sono venuto a chiedere la vostra mano -
Anna restò senza parole, gli era forse andato di volta il cervello? Inspirò profondamente.
– Avete voglia di scherzare, o semplicemente siete uscito di senno signore?-
Una risatina risuonò per le mura, era Tiziana che ascoltava la discussione da fuori. Jacopo si passò una mano sui capelli corvini, i suoi occhi celeste scintillavano di collera.
– Sappiamo entrambi cosa vogliamo Anna. Vendetta per quei due traditori che hanno gettato nella vergogna le nostre famiglie-.
– Parlate per voi Jacopo- rispose risoluta Anna anche se la rabbia per quei due era sempre più forte.
Jacopo si avvicinò prendendola per mano.
– Siete ancora giovane e bella, non avete bisogno di quell’uomo, adesso avete bisogno di voltare pagina, e io vi sto dando la possibilità di farlo.- La sua voce era suadente e profonda, Anna ne restò ammaliata provando una sorte di languore, Jacopo aveva ragione, doveva andare avanti. Si sarebbero dati una mano, l’idea non era poi tanto folle, e poi non vedeva l’ora di vedere la faccia di Edoardo e Bianca nel vederli insieme. Anna ricambiò il suo sguardo ardente
–Mi avete convinta- disse consapevole che quella unione non sarebbe mai stata frutto di vero amore. Jacopo annuì soddisfatto, e prima di congedarsi baciò delicatamente la sua mano, per poi uscire come un lampo dal palazzo. Anna era incantata da quei modi freddi ma allo stesso tempo eleganti di quell’uomo, e ogni giorno che passavano insieme si accorgeva che a differenza di Edoardo, Jacopo le dedicava ogni attenzione e cura, nonostante la loro storia fosse solo una messa in scena.
Una mattina Anna era stata invitata al celebre Palazzo Gradenigo, la dimora del suo futuro sposo, da anni si era chiesta come fosse stato visitare il palazzo all’interno, e Jacopo non aveva perso tempo a mostrarle la maestosità degli interni.
– Questi affreschi sono meravigliosi Jacopo, dovreste essere fiero di vivere in un luogo simile- disse Anna affascinata da tanta bellezza. – Si ne sono davvero fiero, specialmente quanto viene apprezzato in tal modo-.
Jacopo iniziava a conoscere meglio quella donna e si sentiva sempre più attratto dai suoi modi e dalle sue conoscenze, raramente aveva sentito Bianca elogiare i dipinti e la struttura artistica del suo palazzo. Quando uscirono nel grande giardino Anna trattene il fiato, si era sempre immaginata come fosse l’interno di quel piccolo bosco. Il verde e gli uccelli selvatici regnavano sovrani, sembrava uno squarcio di paradiso. Jacopo porse il suo braccio verso Anna, lei dapprima esitante, accettò e si lasciò guidare verso l’interno del maestoso giardino.
– Sapete, i miei antenati lottarono molto per tenersi stretto il palazzo, i Morosini erano i proprietari e una volta venduto l’immobile volevano riappropriarsene.-
Anna sapeva bene delle schermaglie tra le due famiglie, Edoardo non faceva altro che rivangare il passato, disprezzando i Radini Tedeschi e soprattutto Jacopo. Ricacciò le lacrime al ricordo di quell’uomo che aveva tanto amato, ma a Jacopo non sfuggì il suo improvviso silenzio
– Non vi sentite bene?- chiese preoccupato, Anna scosse il capo.
– Non è nulla di grave- rispose schietta.
Lui si fermò, cogliendo all’istante il dolore negli occhi della donna.
– Non volevo farvi soffermare su vecchi ricordi- si scusò visibilmente a disagio lui, Anna ancora una volta fu colpita dalle sue attenzioni.
-Non dovete scusarvi, sono stata una stupida a fidarmi di lui, io l’amavo ma lui era sempre così…- Jacopo completò la frase per lei
– Distante-, Anna annuì. – Sapete cosa si prova quando qualcuno che vi sta a cuore tradisce la vostra fiducia? Quando li vidi insieme quella sera… è stato come ricevere una pugnalata.-
Anna parlava con voce tremante non riuscendo a spiegarsi come mai stesse rivelando i suoi pensieri più intimi a quell’uomo che conosceva appena. Jacopo sapeva bene cosa si provasse, nonostante il disprezzo per Bianca avesse cancellato ogni suo ricordo dalla sua mente, provò tanta compassione per quella donna che non riusciva a dimenticare. Istintivamente l’attirò a sé e la baciò con tanto ardore da stupire se stesso. Anna non era preparata a una tale reazione, neanche Edoardo si era mai permesso di sfiorarla, avrebbe dovuto essere indignata, avrebbe dovuto respingerlo, tuttavia non riusciva a sciogliere quel magico legame, lasciandosi avvolgere sempre più. Jacopo la lasciò andare quando vide in lontananza il suo maggiordomo avanzare per il vialetto alberato, gli andò in contro nascondendo Anna alle sue spalle.
– Signore il ragioniere Crivellaro è appena arrivato, lo attende nel suo studio.- L’uomo sembrava non essersi accorto di nulla.
- Bene, arrivo subito, accompagnate Anna al suo palazzo intanto.- Ordinò Jacopo, Anna non ac- cennava a guardarlo, aveva le guance infuocate e si sentiva tremendamente a disagio. Jacopo le baciò la mano prima che salisse in carrozza, e gli rivolse uno sguardo carico di passione.
– A stasera- si limitò a dirgli.
Anna aveva dimenticato che quella sera sarebbero andati al teatro per assistere al concerto dell’orchestra, si sfiorò le labbra sorridendo tra sé, finalmente la vita tornava a sorriderle.Quando la carrozza di Jacopo arrivò davanti Palazzo Barbaro Lorenzoni, Anna era già pronta di tutto punto, si sistemò il corpetto dell’abito champagne, e scese le scale celando alla madre l’eccitazione del momento. Quando prese posto accanto a Jacopo dentro l’abitacolo, lui la salutò cordialmente. Restarono a lungo in silenzio a contemplarsi finché non arrivarono a destinazione. Una volta entrati nell’atrio del teatro, Jacopo prese per mano Anna infondendole la calma di cui aveva bisogno.Coraggio, le aveva sussurrato mentre le dame li fissavano alquanto sbalorditi. Tra i presenti era sceso il silenzio, e in un angolo Edoardo e Bianca li fissavano con sguardi carichi d’invidia. La coppia avanzò per la sala e una volta nelle scale si rivolsero sorrisi complici. Da quanto tempo Jacopo aspettava quel momento?, stranamente non era poi così soddisfacente come aveva immaginato… l’unica cosa che in quel momento aveva importanza era stare accanto alla sua Anna. D’altra parte lei non poté far a meno di rivolgere un sorriso compiaciuto alla coppia tanto odiata distogliendo lo sguardo solo quando Jacopo, una volta nelle scale aveva accarezzato dolcemente la sua mano. Quell’uomo l’aveva salvata dalla rovina, e pian piano l’attrazione che nutriva per lui si trasformava in un sentimento più profondo. Al termine della serata Jacopo accompagnò Anna al palazzo, e senza indugiare oltre le diede un lieve bacio in fronte per poi allontanarsi. Anna arrossì leggermente.
- Jacopo aspettate…grazie per tutto quello che avete fatto- Lui annuì sorridendole e si avviò verso la carrozza.
La mattina seguente Anna ricevette l’invito a colazione a Palazzo Gradenigo e una volta acconciatasi e abbigliatasi di tutto punto si presentò nel vasto portico. Una cameriera la informò che Jacopo l’attendeva nel suo studio. Lei si precipitò nelle scale impaziente di rivederlo, ma quando arrivò dinnanzi all’entrata la vista di Bianca stretta a Jacopo l’agghiacciò.
– Jacopo!- esclamò indignata, non si sarebbe mai aspettata di vedere una scena simile, non da lui che l’aveva compresa e protetta fin dal primo istante. Jacopo sembrava infuriato, spinse via Bianca avvicinandosi verso Anna che con le lacrime agli occhi lo fissava amareggiata.
– Anna vi prego! non crederete mica …- Jacopo con sguardo supplichevole cercò di persuaderla, ma lei ancora una volta corse via dalla perfida realtà, lasciando il palazzo in un tragico silenzio…Scambi d’amore (2° parte)Quando Jacopo raggiunse l’entrata del palazzo, si precipitò nella viuzza ciottolata sperando di trovarvi ancora Anna, ma la sua carrozza era già lontana. Adirato a stento trattenne un imprecazione calciando un sasso ai lati della strada, e dire che aveva preparato tutto nei minimi dettagli!. Per tutta la notte il pensiero di Anna lo aveva accompagnato, era finalmente consapevole che l’amava più di quanto immaginasse. Sorpreso da quella eclatante presa di coscienza aveva deciso di donarle l’anello di fidanzamento della madre e di esternarle completamente i suoi intimi sentimenti, ma quando Bianca era arrivata al palazzo senza farsi annunciare, la vista di quella traditrice lo aveva mandato su tutte le furie. Nonostante ciò Bianca non si arrese ai suoi fermi rifiuti, continuava a persuaderlo di riprenderla con sé, fin quando non gli si era gettata tra le sue braccia, incendiando così la delusione della povera Anna che aveva assistito alla scena. Per giorni Jacopo aveva provato ad accostarsi alla sua adorata, cercando inizialmente un colloquio diretto con Francesco Lorenzoni, il padre di Anna, ma quando questi non accennava a rispondergli, iniziò la fitta corrispondenza di biglietti e lettere di scuse, ma nessuna risposta le era mai pervenuta. Dopo mesi tramite informatori, aveva scoperto che la famiglia Lorenzoni aveva deciso di trascorrere un periodo lontano da Piove, e deciso più che mai si era messo in viaggio verso la sua amata. Anna contemplava estasiata la riva del lago, i cigni candidi attraversavano lo specchio d’acqua con grazia silenziosa, e i raggi solari riflettevano in superficie bagliori scintillanti. Quella mattina aveva deciso di ritrarre il paesaggio di Garda, un piccolo borgo che dava proprio sulle rive dell’omonimo lago. La famiglia Lorenzoni custodiva una villetta tra la boscaglia, e da anni passava le vacanze estive in quel piccolo empireo. Tuttavia la figura di Jacopo era ancora ben impressa nella sua mente, e a differenza di Edoardo, non riusciva a provare rabbia o rancore per quell’uomo che aveva scoperto di amare. La lontananza non era servita a molto, il suo pensiero era costantemente con lei in ogni istante. Sospirò decisa a godersi il primo sole estivo. Tiziana l’aveva accompagnata e spensierata giocava con una piccola barchetta sulla riva, le sue risate allietavano ancora di più la mattinata, ma Anna continuava a tenerla d’occhio. Quando la cameriera era arrivata con una caraffa in mano, Anna aveva riposto via dipinti e pennelli. – Salve signorina, vostra madre vi manda della limonata, oggi fa molto caldo- disse la giovane rivolgendole un sorriso mellifluo, Anna l’aiutò a versare la bibita nei bicchieri, e nel mentre la cameriera, aveva sfilato un biglietto dalla tasca del grembiule.
– Signorina, questa è per lei- la informò con una nota d’imbarazzo nella voce.Anna si fermò a con- templare la lettera, sapeva chi fosse il desti- natario, ma era indecisa sul da farsi.
– Davvero… non credo sia opportuno..- rispose incerta, ma quando sentì la sorellina strillare disperata, trasalì accorgendosi di averla persa dal suo campo visivo. Le due donne si preci- pitarono in direzione delle grida, la piccola Tiziana stava aggrappata a un ramo sporgente, pericolosamente vicino alle acque del lago. Anna impallidì a quella vista, e ordinando alla cameriera di chiamare aiuto, tentò di avvicinarsi al ramo allungando una mano verso la bambina che piangeva disperata.- Resisti Tiziana tra poco verranno a prenderti!- cercò di consolarla, ma nessuno ancora appariva dal sentiero, intanto il ramo iniziava a spezzarsi sotto il peso della piccola, e Anna senza perdere altro tempo si arrampicò sul tronco principale per afferrare la sorella. Quando il ramo si spezzò, entrambe caddero in acqua. Anna raggiunse Tiziana che incapace di nuotare si dimenava gridando a più non posso, e una volta afferrato il suo braccio, la spinse verso la riva sperando che qualcuno la raccogliesse, mentre lei iniziava ad affondare sempre più a causa del vestito. Nonostante tutto, quando intravide la sorellina in salvo tra le braccia della madre si rassicurò, cercò di trattenere il respiro quando le acque iniziarono ad inghiottirla pian piano, tra poco sarebbe annegata ne era certa, cercò di risalire in superficie, ma nonostante gli sforzi affondava sempre più verso il fondo buio del lago. Chiuse gli occhi, era arrivata la sua ora, ripensò a quegli ultimi istanti di felicità con Jacopo, almeno quelli nessuno poteva sottrarglieli. Improvvisamente il sole tornò a scaldarle il viso, e i polmoni tornarono ad ossigenarsi, una forte stretta la sosteneva in vita e la riva si avvicinava sempre più.
– Ancora un piccolo sforzo..- gli sussurrò una voce calda, era Jacopo!. Anna si voltò cercando il suo viso, stava forse sognando?. Una volta arrivata sulla terra ferma, Anna vide il viso di Jacopo contemplarla allarmato, le aveva salvato la vita!
– Jacopo siete riuscito a salvarmi..– disse lei ancora incredula.
- Anna ho tentato in tutti i modi di dirvelo, non posso permettermi di vivere senza voi al mio fianco, vi amo- rispose deciso baciandole lieve- mente le labbra fredde, Anna sorrise stringendo la sua mano.
– Allora vi prego, tenetemi con voi per sempre-