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Non spendere una sola parola pro o contro un tema – burqa sì, burqa no – che giudico assolutamente futile. Più importante mi sembra, ma senza voler stendere una “lista nera” per la quale venire poi perseguito, individuare le grandi menti, dentro o fuori il parlamento, che si sono occupate di un così importante problema, e magari sentirne le ragioni. Il Borghezio padano ha subito anche lui un momento di “gogna” mediatica per aver detto a bocca, viso e testa aperta che le idee del “folle” norvegese di nome Breivik sono condivisibili al 100 per cento. Mi chiedo se in fondo i crociati del burqa non stiano facendo la stessa cosa, ma senza l’ingenuità di Borghezio nel dire liberamente quel che pensa, condivisibile o meno che sia.
Il probema è: quanto interessa per davvero la libertà delle donne e quanto invece interessa trovare argomenti per alimentare il cosiddetto “scontro di civiltà”, che opporrebbe il “nostro” al “loro” «modo di esistere»? Per mettere in pratica le stesse idee di Breivik, ed in modo anche più efficace, vi sono ben altri modi, capillari e quotidiani. Inoltre, vale per queste “quisquilie” l’insegnamento di Naomi Klein, secondo il quale è proprio nei momenti di shock che si fanno passare leggi e provvedimenti che in tempi normali suscitano reazioni e indignazioni. Inoltre questo parlamento è speciale e sa di doversi affrettare per fare il “colpaccio” che già nel prossimo anno potrebbe non riuscire. È in atto la raccolta delle firme per un referendum abrogativo dell’attuale legge elettorale, che ha consentito a moltissimi uomini e donne delle lobbies di potersi insediare nel parlamento italiano per far passare tante leggi contrarie agli interessi edgli elettori e del popolo italiano. Per questo si affrettano potendo essere forse contati i loro giorni. Si sa per esperienza che mentre è facile produrre cattive leggi, diventa poi estremamente difficile abrogarle. Ci si può difendere solo cercando di eluderle, di trovare l’inganno fatta la legge. Diventa così questo il tipico modo italiano di esistere, grazie ai pessimi e corrotti legislatori che ci tocca avere e subire. Non è così, ad esempio, in Norvegia, dove le leggi vengono fatte per essere rispettate da tutti, non per essere eluse dai furbi e subite dai fessi.
(segue)