Il popolo è in preda al panico. Nell’Italia meridionale una serie di terremoti scuote la terra, in Francia si mormora che piova sangue, Roma è invasa dalle locuste. Quello di Carlomagno, incoronato imperatore cinquant’anni prima, era davvero il grande regno che precedeva la fine del mondo? O forse era Maometto a dover segnare la fine della cristianità con l’inarrestabile avanzata verso occidente dei suoi seguaci?
Corre l’anno 857 e il popolo romano prega Giovanni VIII, il Papa che durante i primi due anni è riuscito a farsi amare dalla gente. Mentre è in corso la processione da San Pietro alla residenza in Laterano, la folla lo acclama e gli si raduna attorno. Quando il corteo raggiunge il vicolo tra Colosseo e la chiesa di San Clemente, il Santo Padre si accascia all’improvviso. Subito soccorso dai presenti, la folla rimane esterrefatta scoprendo che il Papa in realtà è una donna ed è in preda alle doglie del parto.
La folla, superato lo smarrimento iniziale, si inferocisce e assale la donna, trascinandola fuori dalle mura della città, lapidandola a morte.
Una scelta d’amore
All’inizio del IX secolo, verso l’818 circa, una coppia di missionari provenienti dalla Bretagna diede alla luce una bambina, che fu chiamata Giovanna. Bellissima e molto intelligente, la fanciulla a 12 anni si innamorò di un monaco, lasciò la casa di famiglia vestendosi con abiti maschili per essere accolta nel monastero e vivere a stretto contatto con l’amato.
Assunto il nome di Giovanni Anglico, il nuovo monaco trascorreva le giornate tra studio e preghiera ma la notte incontrava l’amato. Dopo poco tempo l’inganno fu scoperto e la coppia fu costretta a fuggire, iniziando un pellegrinaggio tra Europa e Terra Santa.
Ad Atene il compagno di Giovanna sparì misteriosamente e la donna si recò a Roma, sempre in vesti maschili, dedicandosi all’attività notarile e all’insegnamento. In breve tempo, grazie ai suoi modi gentili e alla sua preparazione, la donna divenne celebre: gli studenti ne ammiravano la dialettica, i cardinali apprezzavano le sue conoscenze teologiche e la corte papale l’amava per la sua generosità.
Il segreto rimase custodito per un periodo di tempo non troppo lungo, fino a quando la donna si innamorò del proprio valletto, divenendone l’amante. Rimase incinta e le doglie le causarono il parto in pubblico durante la processione, scatenando l’ira della folla che lapidò lei e il neonato.
Venne eletto in fretta un nuovo Papa, Benedetto III e la Chiesa modificò la data di elezione, anticipandola in modo da cancellare ogni traccia del periodo papale di Giovanna. Quando, nell’872, venne eletto un altro Giovanni sul soglio pontificio, questi prese il nome di Giovanni VIII invece che IX come sarebbe dovuto accadere.
Le prove del pontificato di Giovanni VIII
La storia della papessa di delinea durante il X secolo in cui si sono succeduti almeno 23 papi che regnarono per pochi mesi. Finirono tutti nei modi più tragici, imprigionati, assassinati, deposti, lasciati morire di fame, accecati e, alle loro spalle, dietro le quinte, spesso erano presenti donne della nobiltà romana. Se le donne avevano tanto potere, perché una donna non poteva essere pontefice?
Il primo riferimento storico alla papessa si trova in una raccolta di esempi per i predicatori, “Tractatus de diversis materiis praedicabilibus seu de septem donis Spiritus Sancti”, opera del XIII secolo del domenicano francese Stefano di Bourbon. Egli riprese la vicenda da un’altra cronaca, scritta dal domenicano Martino Polono.
I sostenitori del pontificato di Giovanna portano a riprova una statua di donna con un bambino che si trova nel vicolo in cui, nell’857, la processione ebbe il suo drammatico epilogo. In seguito le processioni evitarono quella strada, considerata teatro dello scandalo.
Per oltre 200 anni, fra i busti papali del duomo di Siena, uno riportava la targa “Papa Giovanni VIII, una donna dall’Inghilterra” che nel XVI fu sostituita da Papa Clemente VIII con un’altra targa recante la scritta “Papa Zaccaria”.
Ma forse la prova più bizzarra a sostegno della tesi del pontificato di Giovanni VIII è la cosiddetta sella stercoraria, uno strano sedile con un buco al centro trovato nella basilica di San Giovanni in Laterano. Si diceva che il sedile, tra il secolo XI e fino al XVI, fosse usato per assicurarsi che il nuovo papa incoronato fosse maschio.
L’opinione degli esperti
La storia sul pontificato di Giovanni VIII fu presa in considerazione nel Concilio di Costanza del 1415. Pio II, uno studioso che governò la Chiesa qualche anno più tardi, tentò di sfatare quella leggenda senza però riuscirci. Gli autori protestanti tra il XVI e XVII secolo utilizzarono quella storia per attaccare il papato. Fu però un calvinista, David Blondel, a sferrare il primo vero attacco alla leggenda con un trattato intitolato “Chiarimenti sulla questione se una donna si è assisa sul trono papale di Roma“.
Gli storici oggi negano la veridicità della storia della papessa Giovanna, adducendo al fatto che quanto riportato dalle cronache non sarebbe nulla di reale ma di un’eredità derivante dai costumi corrotti dei Papi medievali per cui, a causa di alcuni comportamenti malvagi, portava a credere a tutto quanto venisse raccontato.