Stanno arrivando diverse notizie direttamente dal Brasile, e tutte dipendono esclusivamente dalle indagini che stanno portando avanti diversi paesi, con a capo l’FBI americano, in merito agli scandali FIFA nell’assegnazione degli ultimi 4 mondiali di calcio.
In questo scandalo che ha avvolto la federazione calcistica più importante al mondo, c’è un faldone bello pieno riservato esclusivamente alla Federazione Brasiliana di Calcio(CBF). Le prove raccolte dagli inquirenti dimostrerebbero la piena implicazione dell’ormai ex-presidente José Maria Marin nei casi di corruzione all’interno delle votazioni per l’assegnazione dei Mondiali, e il caso-Nike. Probabilmente proprio il coinvolgimento di uno dei simboli dello stato a stelle e strisce che ha portato questi ad indagare sulla nota marca di abbigliamento sportivo.
Dopo l’accordo firmato dalla CBF e la Nike(non nominato nei documenti degli statunitensi, ovviamente) nel 1996, da ben 160 milioni di dollari per 10 anni di contratto, stracciato nel 2002, dopo alcuni movimenti sospetti da banche svizzere. Negli ultimi anni, inoltre, pare che una società di management sportivo e organizzazione di eventi, l’ISE (International Sport Events), abbia addirittura condizionato la scelta dei calciatori convocati nella Seleçao. Quest’agenzia, che si occupava della gestione degli eventi e degli sponsor pagando la federazione brasiliana e trattenendosi i ricavi dalle partite, avrebbe messo pressioni sull’allenatore dei Verdeoro scegliendo i calciatori che avessero determinati requisiti, ovviamente non tecnici! Un altro particolare abbastanza inquietante è che, in caso di mancata presenza del calciatore all’impegno della nazionale, questo dovesse fornire un certificato medico alla federazione che lo avrebbe poi girato all’ISE.
Con tutti questi scandali, la CBF ha perso diversi contratti di sponsorizzazione. Prima è stata la P&G(Procter & Gamble), storica polimarca americana, che ha rescisso il contratto nel Dicembre scorso relativo al marchio Gilette(ricordate il celebre spot di Julio Cesar? O quello di Neymar?). Motivazione? Il pericolo di lesione della propria immagine, che inevitabilmente era legata, anche se indirettamente, agli scandali carioca. Successivamente è stato il turno della Sadia, azienda brasiliana nel settore alimentare, che ha eliminato la sponsorizzazione per il Brasilerao e per la Copa do Brasil, mantenendo inalterata solamente quella per le Olimpiadi di Rio 2016. Ultimi a lasciare, che è notizia di poche ore fa, sono Michelin e Petrobras. La motivazione, per entrambe, è legata principalmente a quelle sopracitate, ma sembra che il colosso dei pneumatici possa essere stato turbato dalla decisione della CBF di accettare l’offerta di sponsorizzazione della Continental, diretta concorrente, per la Copa do Brasil, mentre l’industria petrolifera avrebbe deciso di dedicarsi a motori e alla competizione olimpica.
La perdita per la federazione è enorme: il danno si stima in circa di 100 milioni di Real, cioè circa 20 milioni di euro annuali oltre, ovviamente, all’enorme danno all’immagine al calcio brasiliano.