Carnage, l'ultima fatica di Roman Polanski è una gioiosa passeggiata nel degrado morale. Ma quale civiltà? Ma quale salotto buono? Grazie alla brillante sceneggiatura firmata dallo stesso regista e dall'autrice della pièce teatrale Yasmina Reza, veniamo introdotti nella logica perversa dell'apparire formale e delle consuetudini borghesi fatte di sorrisi e gentilezze per poi scendere verso l'essere inevitabilmente bieco che recalcitra e si manifesta alla minima sollecitazione. La granitica serenità familiare che le due coppie ostentano nel tentativo di far riappacificare i figli è ben presto erosa da un nervosismo sotterraneo che emerge fino a sconvolgere i precari equilibri delle relazioni. Esasperato dal buonismo della moglie terzomondista il signor Longstreet scoperchia il vaso di Pandora e una volta gettata la maschera apre le porte alla volgarità spostando il conflitto ad un livello superiore. Il dualismo tra famiglie muta infatti nell'ostilità tra e uomini e donne (che si ritrovano uniti nel peggio che questi due sessi possono dare) fino a sfociare in un tutti contro tutti tra whisky, vomito e isterismi vari. Nessuna ragione quindi, ma un unico grande torto per questi incivili di lusso. A far rabbrividire più di ogni altra cosa è il prodotto umano di queste quattro anime, gli innocenti Zachary e Ethan, violentissimo il primo (definito dal suo stesso padre "un pazzoide"), infido il secondo, malmenato proprio per aver fatto la spia tra gli amici del parco.
Dalle parole dei genitori infatti trapelano con evidenza le lacune e la cattiva educazione che sono alla base della baruffa tra i piccoli. Difendendo i propri figli, padri e madri non fanno altro che difendere se stessi e occultare le loro mancanze.Polanski mette in scena queste dinamiche con sapienza, confinando tra le mura di un elegante appartamento di Brooklyn quattro attori capaci di reggere la scena e asciugando al minimo la regia per far spazio al testo. Ed è proprio nella densità verbosa e nel ritmo incalzante che prorompono gli interpreti. Cristoph Waltz, l'ennesimo miracolato da Quentin Tarantino diverte a colpi di blackberry e cattiverie ben sostenuto da Kate Winslet e Jodie Foster, ma è tuttavia John C. Reilly (l'unico tra i quattro a non aver vinto un oscar in carriera), mai sopra le righe, ad incarnare con più naturalezza l'essenza marcia del film.
Carnage è un ottimo esempio di cinema da camera, che veicola la sua brutalità attraverso l'ironia e che ci fornisce uno specchio dove rimirare la nostra scintillante bruttezza con un minimo di vergogna. Da vedere per sentirsi peggio in assoluta allegria.
Voto: 7