"…'I Piedi sul Cruscotto' nasce guardando i segni lasciati, tanti anni fa, da qualcuno che poggiava sempre i piedi sul cruscotto della mia auto".
Quella posizione informale, confidenziale e da ascolto; l'atteggiamento ideale nel quale "Scarda" immagina gli ascoltatori della sua opera prima.
E' l'automobile il luogo più giusto per ascoltare "I Piedi sul cruscotto"; la macchina è "quotidianità" e queste canzoni parlano di questo: di persone normali alle prese con vite normali, personaggi che vengono dipinti dal di dentro con uno sfondo talvolta paesano, talvolta urbano, ma in ogni caso "popolare".
E' un disco descrittivo; Scarda è una sorta di scrittore, inventa storie e le incastra in una griglia di versi, strofe, ponti e ritornelli.
La normalità che diventa "straordinarietà", storie di provincia, 'serenate' di muratori-poeti.
I Piedi sul Cruscotto è il disco di chi si lascia affascinare dalla bellezza delle cose create dagli uomini e da quelle che la natura ci ha fatto trovare così come sono. Storie di uomini normali, la semplicità che diventa storia.
I suoni dell'estate che si incrociano con le atmosfere create per raccontare uno dei tanti omicidi passionali, uno dei tanti con i quali veniamo bombardati ogni giorno in tv.
Scarda trova lo spazio anche per la satira, e con "amara ironia" dipinge personaggi dei giorni nostri. Ancora sentimenti, ammirazione e gratitudine per quegli uomini che hanno fatto, invece la storia del nostro paese.
E' l'Amore come sentimento universale, e non "particolare", il "fil-rouge" de I Piedi Sul Cruscotto; quell'amore che deve dare senza condizioni, istintivamente… per costruire.
Nella ricerca spasmodica del proprio "io" Scarda trova una forma di equilibro fra amore ed esistenza come forza di vita: due forze totali, naturali, invisibili, potenti… L'unico antidoto contro l'egocentrismo della ragione è l'Amore.