(S)cariche/2

Da Shappare
Vi avevo promesso un racconto sul Mare-sciallo Vìllani.
Ci siamo "conosciuti" tre anni fa, nel mio ultimo soggiorno liparoto prima dell'attuale. Sapete oramai che Malli risiede in questo folle borgo da un po' di anni, evidentemente per sfuggire a me, Fratello, Puzza e Nonix.
Tre anni fa, comunque, stavo tra l'altro con D1 (so che sembra battaglia navale, ma sono riuscita a uscire con TRE uomini con lo stesso nome nel giro di un anno e mezzo. Mi sfotte pure Nonix), figlio di NS, ottimo carabiniere.
Un giorno, al suono delle campane di mezzodì, Shap ha appena finito la doccetta leva-sale e zompetta allegramente in mutande e canottiera in direzione della cucina-salone, presa dalla fame chimica che solo chi è stato alle Eolie può comprendere.
Ma qualcosa di grande e scuro ostacola l'ingresso.
"La porta del salone è sempre aperta - pensa la nostra eroina - quindi non è la porta che ostacola l'ingresso".
(La nostra eroina è sagacissima. Chiedete a Lep quante notti insonni a chiedersi se sia più bella o simpatica, per poi decretare, senza tema di smentita, ch'è senza dubbio più intelligente).
Il qualcosa in quel mentre si gira, palesandosi come un carabiniere.
"Buongiorno signorina", dice a Shap, mentre quella tenta invano di allungare la canottiera per coprire le culotte blu con Woodstock dei Peanuts.
Entra in salotto e trova Fratello che la guarda con aria torva.
"Fratello, c'è un carabiniere".
"Veramente sono il Mare-sciallo Vìllani"
"Minchia Fratello, è mare-sciallo!"
Sguardo torvissimo di Fratello.
"Cosa cazzo hai combinato?"
Certo, il fatto che a scuola facessi la manifestazione per i caduti di Piazza Loggia fa di me automaticamente la scapestrata della famiglia. Neanche convocassi un collettivo di Rivoluzione marxista tutte le sere.
Però sono suggestionabile.
Indi ci penso.
"Niente. Almeno mi pare"
"Io veramente cercavo la signora".
Così sono iniziate le visite di corteggiamento del Mare-sciallo Vìllani a Malli.
E finite poco dopo, quando egli ha iniziato ad usare mezzucci come dimenticare gli occhiali da noi durante il giro di pattugliamento.
Tanto su questo io e lei siamo sempre state d'accordo: "Mà, rifatti una vita con chi vuoi, tranne che con il Vìllani".
Meglio, perché altre scelte della mia vita lei proprio non riesce ancora a mandarle giù.
E' inutile, di alcune cose i genitori non possono mai capacitarsi.
Ora faccio il caffè e tento ancora di spiegarle perché, nonostante i suoi insegnamenti, preferisca comunque i tampax agli ob.