La folla mi circonda. Io resto al mio posto, racconto e mi sembra di guardare il mondo attraverso una parete di cristallo.
“Scarlett” è la traduzione italiana di “Silhouette” di Thalia Kalkipsakis, il romanzo d’esordio della scrittrice australiana, uscito per Piemme il 18 giugno. Ero molto curiosa, sia perché la copertina mi piace molto, sia perché sono molto curiosa del mondo della danza, soprattutto quella classica. Devo dire che mi aspettavo qualcosa di totalmente diverso, eppure mi sono ritrovata a combattere contro le oppressioni della protagonista, a vivere il suo stesso senso di soffocamento a perdermi nella sua stessa fragilità. E seppur si tratta di una protagonista che volontariamente si mette nei guai, pure ha il clamore dell’adolescenza, le sue fragilità, i suoi errori. E devo dire che tutto sommato mi è piaciuto molto.
Scarlett Stirling è una promettente ballerina, bellissima e ambiziosa. Adora i sacrifici e il rigido regime della sua scuola di danza, la National Academy of Performing Arts. La sua vita è misurata e bilanciata. Perfetta. Ma quando riesce a ottenere un piccolo ruolo in un video musicale e conosce l’affascinante rock star Moss Young, tutto cambia. Nel giro di una notte entra in un nuovo mondo, senza restrizioni, senza regole. Divisa fra i propri doveri e il desiderio di stare con Moss, Scarlett si spinge molto vicina al limite. In un mondo dove determinazione, ambizione e talento sono tutto, basta un passo falso per giocarsi tutto…
La Kalkipsakis fa raccontare la storia di Scarlett direttamente alla sua protagonista, in una prima persona inesorabile, che consuma il lettore, e lo trascina con sé. Ho sempre vissuto circondata da amiche danzatrici, con questa passione feroce per il movimento corporeo, con la fluidità dei modi, la grazia dei movimenti, la consapevolezza di dover raggiungere la perfezione. Eppure in Scarlett, sembra mancare quella gioia di muoversi che ho sempre conosciuto. Il mondo della protagonista di questo libro è oscuro, dettato da ritmi massacranti, una dedizione senza scampo, che la porta a singhiozzare di ogni sconfitta e a gioire con un semplice sorriso, perché è quello che ci si aspetta da lei. Scarlett è figlia d’arte, e il talento le scorre nel suo sangue, sa cosa vuole e dove vuole arrivare, suo padre ha settato l’esempio, entrare nella National Ballet è il suo sogno, la sua ambizione, la sua vera volontà. Eppure, costantemente, sembra che manchi qualcosa. L’ambizione è davvero l’unica cosa che conta? Quanto lontano può spingere qualcuno? E il talento? Di certo c’è bisogno di duro lavoro e sacrifici. I ragazzi dell’accademia lo sanno bene. Ballare per Scarlett è vitale, un pezzo fondamentale del suo essere, eppure ne resta quasi schiacciata, le aspettative su di lei sono altissime, tutte le sue colleghe guardano a lei come a una rivelazione, come all’unica dotata davvero di talento, con le carte in regola per sfondare. Ma per farlo Scarlett centellina il cibo, prova fino alla sfinimento, deve superare l’opprimente morte del padre e le paure dalla madre che riversa su di lei. Ad un passo dal diploma cerca di dimostrare in ogni modo quanto vale e sembra trovare una soluzione in un audizione per un videoclip della rock star del momento, Moss Young. Il ragazzo, affascinante e misterioso, è ad un mondo di distanza da Scarlett. Se lei è attenta fino allo sfinimento del suo corpo, il suo “attrezzo da lavoro”, Moss è un irresponsabile, dedito a tante azioni autolesioniste. Ma scopriranno di essere più simili di quanto si possa immaginare. Non solo l’ambizione che li guida, ma anche le pressioni esterne che pretendono da loro il meglio ogni giorno, senza distinzione. La voglia di emergere, la stanchezza, la voglia di libertà. Estrema e irraggiungibile. Perché in fondo entrambi sono bloccati dalle pretese di un mondo che è per lo più apparenza. E dei veri desideri di chi ci sta dietro non importa niente a nessuno. Ma se Moss ha già raggiunto il successo e lo deve mantenere, e amplificare, Scarlett si destreggia tra l’accademia e la voglia di primeggiare e di raggiungere quel successo che la chiama come una sirena. Quello che capirà alla fine che non serve scappare, o guardare tanto lontano, spesso, quello di cui abbiamo più bisogno è proprio vicino a noi. Ma Scarlett è un fuoco, che brucia, al ritmo della musica, dei suoi passi cadenzati e deve scoprire il primo amore, la prima cotta, il primo sballo, come tutti gli adolescenti che si affacciano al clamore della vita.
L’ambientazione, quella dell’accademia si muove sullo sfondo australiano, parecchio insolito, per il nostro pubblico, ma non meno affascinante. La scrittrice conosce bene l’ambiente, e pur descrivendolo in maniera abbastanza scarna, riesce a far immergere il lettore nell’atmosfera di quella scuola che fa molto Fame, ma ha tutte le caratteristiche di una moderna società di adolescenti, dove la competitività è allo stremo e la voglia di emergere e avere successo all’ordine del giorno.
Il particolare da non dimenticare? Una numero di Dancer…