Continuando a guardare le foto che avevo tra le mani ne vidi una che mi fece catapultare di colpo nel passato.
Era vecchissima, ormai quasi sbiadita dal tempo. Era una delle prime foto che mi fecero.
Era una delle prime foto nella storia dell'uomo, uno dei primi mezzi per poter catturare il tempo per sempre.
Era così scolorita che si vedevano a malapena una sagoma : quella di mio marito, Alfred. C'ero anche io al suo fianco ma..... non si vedeva!
Alfred, Alfred.... sì quel bastardo di Alfred! L'avevo sposato convinta che fosse stato un uomo dolce e gentile, che mi avrebbe rispettata, amata e onorata finchè la morte non ci avesse separati....la sua morte!
Quel giorno lo ricordai molto bene, perchè da allora iniziò il mio lungo cammino di solitudine. Più o meno era la fine del 1800.... ricordarsi le date non era mai stato il mio forte! Allora avevo vent'anni umani, ma in realtà ne avevo molti di più. Quella foto me la scattò un ragazzo che voleva testare l'arnese che quel secolo conquistò la curiosità degli umani: la macchina fotografica. Ma quando uscì la foto Alfred decise che doveva divenire di sua proprietà sia la macchina che la foto.
Non voleva che la mia bellezza fosse immortalata e custodita da altri: voleva che fosse solo sua.