La Faranda invitata alla scuola dei magistrati. Protesta la figlia del giudice Galli
"Sono attonita e amareggiata, noi magistrati abbiamo giurato fedeltà allo Stato". Ma Piergiorgio Morosini, del Csm, difende l'iniziativa: "Clamore esagerato. È una iniziativa interna della magistratura. Serve per comprendere scelte criminali e percorsi collaborativi. No a ex terroristi nelle scuole dell'obbligo" di ALBERTO CUSTODERO e LAURA MONTANARIROMA - L'ex terrorista Adriana Faranda è stata invitata, insieme all'ex brigatista Franco Bonisoli, a partecipare nella sede della Scuola della magistratura a un corso di formazione per i giudici sulla giustizia riparativa, che si aprirà domani a Scandicci. Sulla mailing list delle correnti di sinistra della magistratura è polemica tra chi difende l'iniziativa (come l'ex presidente della Scuola, Valerio Onida: "È un'attività che promuove ciò che meglio serve al lavoro dei magistrati"). E chi invece la ritiene "assurda" .È "attonita", prima ancora che "amareggiata", Alessandra Galli, figlia delgiudice Guido ucciso da Prima Linea, che esprime il suo "sconcerto" non per l'argomento dell'incontro,"ma per la decisione di invitarvi Adriana Faranda. È inaccettabile il dialogo in una sede istituzionale come questa con chi ha ucciso per sovvertire lo Stato e la Costituzione alla quale noi, come magistrati abbiamo giurato fedeltà".
Analoghe le riserve del procuratore di Torino Armando Spataro: "le mie perplessità non sono affatto collegate all'oggetto del corso, ma alla presenza di ex terroristi in una Scuola di Formazione per Magistrati".
C'è però chi sottolinea che sia Faranda sia Bonisoli si sono dissociati dalla lotta armata e che allo stesso corso di formazione è stata invitata anche Agnese Moro, la figlia dello statista democristiano ucciso dalle Br, Manlio Milani, presidente del comitato delle vittime della strage di Piazza della Loggia a Brescia. E Sabina Rossa, figlia di Guido, il sindacalista genovese anche lui vittima delle Br. Ci saranno anche i mediatori - la cui esperienza è stata raccontata in un libro - e cioè Claudia Mazzucato, docente alla Cattolica di Milano, il padre gesuita Guido Bertagna e il criminologo Adolfo Ceretti, ordinario alla Statale di Milano.
L'esponente del Pd Fioroni, presidente della Commissione d'inchiesta sul caso Moro, si dichiara sorpreso. "Non voglio entrare nel merito dell'opportunità di invitare Adriana Faranda perchè rispetto l'autonomia della magistratura. Ma la giustizia riparativa parte dalla verità e non da bugie o da racconti verosimili. Il Paese aspetta di sapere cosa accadde durante i 55 giorni e l'esatto susseguirsi degli eventi nelle ore che segnarono tragicamente la vita di Aldo Moro e degli uomini della sua scorta. Verità e rispetto per la sofferenza dei familiari delle vittime: per me questi due imperativi etici vengono prima di tutto".
Morosini, del Csm, difende l'iniziativa. Piergiorgio Morosini, componente del Csm, l'organo di autogoverno della magistratura, difende la scelta. "Sono sempre opzioni - ha detto - che possono fare discutere, e che possono sollecitare la sensibilità soprattutto dei familiari delle vittime del terrorismo nei confronti dei quali occorre sempre nutrire il massimo rispetto".
"Vorrei ricordare - ha aggiunto Morosini - che non si tratta di una testimonianza di ex bierre nelle scuole dell'obbligo (quella sì inaccettabile). Ma di una iniziativa di fomazione tra magistrati, dove può essere utile comprendere come maturarono non solo scelte
criminali, ma anche percorsi collaborativi ai fini di una maggiore consapevolezza dei magistrati chiamati ad occuparsi di pagine oscure della vita del Paese. Per una iniziativa interna di formazione della magistratura, tutto questo clamore mi sembra esagerato".