Scelte discutibili.

Da Marlenetrn

Sono diventata Zia. Forse. Non lo so.

Questo agosto 2011 è davvero un mese pregno di eventi importanti. Matrimoni a scadenza settimanale, concerti, vacanze, lavoro e sopratutto nascite.

Anzi la nascita.

Finalmente la Princi avrà un cuginetto, o una cuginetta, non sappiamo se sarà una lui o una lei, con cui si divertirà: a tirare i baffi del nonno, a ribaltare le piante sul terrazzo della nonna o a fare la doccia col sifone del bidè.

La zia e lo zio hanno deciso di non sapere il sesso del nascituro fino a nascita avvenuta. E questo ci sta, cioè è condivisibile come cosa, c'è chi è curioso fin dentro al midollo, come la sottoscritta e chi come loro, che pensano siano altre le cose importanti da sapere. Giusto. Ma io mi sarei rovinata il fegato per la curiosità. Fortuna non siamo tutti uguali.

L'unica cosa che sappiamo sul nuovo arrivato, userò il maschile perché purtroppo la lingua italiano questo ci mette a disposizione per indicare soggetti generici, è la data presunta del parto: 8 agosto 2011.

Quindi ieri potrei essere diventata zia, o forse lo sono già da una settimana, o forse non lo sono ancora. Non lo sappiamo. Nessuno lo sa. Non lo sanno i nonni, non lo sanno gli zii, non lo sanno gli amici. Perché loro, gli zii, hanno deciso così. Hanno deciso di non farlo sapere a nessuno. Non sappiamo nemmeno dove verrà alla luce questo piccolino, se qui, dietro casa o a Milano o a Firenze o a Bologna, possiamo escludere l'estero, ma la cerchia è sempre fin tropo ampia per dedurre un luogo certo per la nascita. Ci avviseranno, hanno detto, quando vorranno loro, quando si sentiranno pronti, dopo una settimana, dopo un mese, forse due. Vogliono viversi la cosa da soli e non vogliono nessuno intorno. Quindi silenzio stampa!

Ecco, scusate ma io sta cosa, non l'ho capita. Ho trovato la scelta degli zii, una scelta veramente discutibile, profondamente egoistica e menefreghista. La famiglia che ti circonda, che ti supporta e asseconda in ogni scelta, che ti guida e ti consiglia, che accorre in tuo aiuto ogni volta che ne hai bisogno, non può essere tagliata fuori così, come un gruppo di fastidiosi estranei, sopratutto quando si tratta di un evento così importante come la nascita di un figlio. Nessuno vuole sostituirsi ai genitori. Ma gioire con loro. Fargli sentire la nostra vicinanza. Celebrare tutti insieme la venuta al mondo è una sorta di rito di iniziazione, di benvenuto, di accoglienza nella famiglia. L'attesa durante il parto, una parola di sostegno, un abbraccio di gioia, l'idea di sapere che fuori c'è qualcuno che fa il tifo per te, l'aiuto materiale nelle piccole cose, l'avere vicino le persone che ti amano, sono tutti elementi fondamentali che rendono magico il momento della nascita. E che allo stesso tempo rafforzano i legami.

Invece siamo tutti qui a chiederci quando arriverà quella telefonata, con l'ansia e la preoccupazione, e la tristezza palese negli occhi, di chi non è stato invitato ad una festa.

Posso capire il senso di oppressione che si possa sentire nei primi giorni, per via di tutte le visite a fiume, i consigli non richieste e le nonne onnipresenti, però la sapete una cosa? io con il senno di poi, dico grazie, dico grazie alle nonne che mi hanno portato da magiare pranzo e cena per un mese di fila, e mi pulivano casa, o io e il socio saremmo morti di fame e di stenti. Dico grazie ai mille mila consigli non richiesti, perché è tra quelli che ho potuto scegliere quali ritenevo più giusti. Dico grazie alle visite e ai loro doni, che mi hanno fatto risparmiare un sacco di soldi in tutine e cose varie. Perché è solo un momento, sono solo i primi 15/30 giorni, poi rimani tu, lui e il piccolo e di tempo da soli ce ne sarà a iosa, anche troppo da non sapere come impiegarlo.

Immagino quando conoscerò questo nipotino, non potrò fare a meno di amarlo, perché i nipoti sono come i figli, si portano dentro una stessa parte di sangue, ma sarà anche un pò come uno sconosciuto che ti entra in casa all'improvviso.

Posso provare a comprendere la scelta degli zii, ma proprio non posso condividerla, forse perché voglio troppo bene ad entrambi che la vedo come un offesa, però mi metto anche nei panni dei nonni, soprattutto degli altri nonni, per i quali sarà il primo nipotino e allora mi sembra ancora tutto più assurdo. Forse sbaglio no lo so ma non accetto. Io non voglio giudicare nessuno, perché ognuno e libero di gestire la propria vita come meglio crede, è vero che il parto è un momento intimo e personale e lo si affronta secondo le proprie necessità ed esigenze ma è anche vero che intorno ad ognuno di noi c'è tutto un inverso che gravita e ogni tanto, non sempre, bisognerebbe tenerlo in considerazione, anche solo come forma di gratitudine.

Forse sbaglio, ripeto, ma non riesco a vederla diversamente, mi dispiace.

Voi come la pensate?

Song: Pink Floyd - Wish you Were Here



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