Scemo E Più Scemo 2 - La Recensione
Creato il 29 novembre 2014 da Giordano Caputo
Quando si soffre di deficit mentale e si è fisicamente impossibilitati a comprendere o a ragionare, non esiste alcuna cura e alcun assistente che possa limitare o aggiustare le cose, tantomeno lo scorrere della vita o del tempo.
Questo almeno per come la vedono i fratelli Peter e Bobby Farrelly.
Harry e Lloyd venti anni dopo perciò - segni del tempo a parte - non potevano che essere gli stessi di venti anni prima, se non addirittura peggio per via di un logoramento attribuibile più al fattore noia che ad altro. Ma "Scemo E Più Scemo 2", dopo aver tranquillizzato i fan e sottolineato i segnali di un'amicizia stabile, mantenuta negli anni, li rimette immediatamente all'avventura, inseguendo per giunta lo stesso canovaccio con cui in passato era riuscito a far ridere e a conquistare migliaia di spettatori e immolandosi contro ogni logica alla ricerca di un bis rischioso tanto quanto stimolante.
Jim Carrey e Jeff Daniels dal canto loro dimostrano di non aver mai abbandonato veramente i legami stabiliti con i loro personaggi, ritrovandoli sin dal primo fotogramma e intercettando senza alcuna fatica quella comicità demenziale e dissacrante che entrambi, per motivi diversi di carriera, avevano leggermente messo da parte o diluito.
Ma messa così tuttavia, la traiettoria disegnata da "Scemo E Più Scemo 2" parrebbe cosparsa solamente da rose e da fiori: gli esiti di un sequel perfetto, riuscito ed azzeccato. Eppure qualcosa all'appello in realtà manca, qualcosa che, a dirla tutta, sfugge ai fratelli Farrelly da qualche decennio a questa parte. Ci riferiamo a quella scintillante vena umoristica, ridotta oggi a qualcosa di sostanzialmente scarico e stanco, e che si pensava potesse tornare a splendere almeno un pochino attraverso quello che per loro era - cinematograficamente parlando - uno storico ritorno alle origini. Riavere a disposizione due fenomeni da palcoscenico come Jim Carrey e Jeff Daniels però non sembra essere stato troppo d’ispirazione per i due registi, che riescono a mettere in piedi solamente una storiella dalle fondamenta piuttosto instabili, insieme a una dose massiccia di scenette appena divertenti e un campionario di battute di riscaldamento da sparare, per fortuna, al momento giusto. Troppo poco sinceramente per tentar di scacciar via o di mascherare una crisi profonda ormai appurata, risolvibile magari con un piccolo sforzo in più, attraverso l'inserimento di quel paio di affondi umoristici ben congegnati e un maggior principio di coesione e accortezza da applicare alla storia principale: due qualità che oggi stentano a farsi vedere, ma che invece erano assai presenti nella loro prima parte filmografica.
Sta di fatto che avere talenti comici puri a guidare la baracca alla fine paga sempre e, grazie ai suoi assi, "Scemo E Più Scemo 2" pur non potendo neppure immaginare di sfidare il suo capostipite, riesce a portare a casa quel consenso affettivo bastante, figlio di una rimpatriata comunque gradevole e accettata.
Un contentino, in fin dei conti, tutt'altro che da scartare.
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