La questione Charlie e famiglia non si era conclusa. Il giorno successivo, Zoe faceva il turno mattutino. Charlie come al solito aveva avuto delle grane da risolvere, doveva partire e si era chiuso nella sua Bat caverna con Bosley, che, per l'occasione, aveva indossato la maschera dell'uomo che non deve chiedere.....MAI!Gli sbuffi e i rimproveri di Charlie riempivano l'aere dell'headquarter, e per contro un silenzio di tomba regnava nella struttura, solo muti lai in qualche corridoio.Zoe subodorava corrente elettrica in ogni dove, Charlie era una generatore di corrente continua, Bosley la sua pila.Gli ospiti nel loro andare e venire si mettevano in punta di piedi, insaccavano la testa nelle spalle e guardavano Zoe con aria interrogativa, uno di essi addirittura di arrischiò a chiedere: ”Ma come fai Zoe a resistere a tutto questo?” Per tutta risposta Zoe mise un dito davanti alle labbra, intimando il silenzio più assoluto, non tanto per paura, quanto piuttosto perché sentire la conversazione era un vero spasso. Quel giorno infatti Charlie sarebbe dovuto partire per la sua consueta crociera nel Mediterraneo, e tutto lo Uaisipiei era in festa, si sa, quando il gatto non c'è, i topi ballano.Purtroppo però la “Sfortuna”, regina delle rotture di scatole, imperatrice degli intoppi, feudataria delle perdite di tempo, quel giorno prese di mira Charlie che invece non ammetteva l'esistenza di queste situazioni. A metà mattina nell'headquarter si consumava un festino per la partenza di Charlie, Bosley si preparava a uscire per farsi gli affari suoi, lo staff di Re Sugo preparava prosecchi e salatini per darsi alla pazza gioia, quando d'improvviso, Charlie comparve in sede, nero come solo un uomo posseduto da Lucibello può esserlo, un fumo denso gli usciva dalle nari e anche dalle orecchie, a Zoe sembrò che fosse un reattore nucleare in procinto di esplodere, praticamente in preda alla cosiddetta Sindrome Cinese....Entrò grugnendo, a testa bassa, e si infilò nel suo ufficio. Zoe vide dal proprio telefono al desk che il suo interno era occupato: stava facendo una telefonata. Nel contempo urlò a Bosley di recarsi da lui. Ci furono alcuni istanti di silenzio, poi un feroce ruggito: “Il boma in titanio è cadutooooooo! Mandate qualcuno a rimontarloooooooo! Maledetti, incompetenti, vi distruggooooo!” Zoe per qualche inesplicabile ragione finì sotto il desk, mentre quelli che passavano di lì per caso si bloccarono pietrificati. Bosley borbottava parole incomprensibili, e Charlie gli urlava contro che non era in grado di risolvere la situazione. Furono momenti di vero panico, sembrava che tutti dovessero giocare alla roulette russa tagliando una torta con la dinamite dentro.Fortuna che “l'udì Febo, e al comando obbedì”, mandando tecnici riparatori a rimontar l'indemoniato boma, ma ci volle del tempo, così Charlie decise di consumare un frugale pranzo al ristorante. Ovviamente lo raggiunse lo Smilzo. Nel primo pomeriggio Zoe si trovava incollata al pc, a rispondere ad alcune mail, quando si presentò il maresciallo dei Carabinieri per un caffè. Stava salendo al piano superiore, ma in quella, Charlie e lo Smilzo stavano scendendo per andare a controllare i lavori. Il maresciallo si proferì in gran saluti allo Smilzo, chiedendogli, dato che era un bel po' di tempo che non lo vedeva, cosa facesse. Ma lo Smilzo non fece in tempo nemmeno a prendere fiato perchè rispose Charlie al posto suo: “Sta in Spagna, il paese d'Europa dove si lavora meno!” Il maresciallo tossì, Zoe fece finta di non aver sentito, lo Smilzo guardò in aria. Zoe si chiese cosa avrebbe potuto accadere e accidenti a lei, era meglio se bloccava il flusso del pensiero perché Charlie si fermò al desk e le disse: “Bambina rossa, lei non ha riferito il messaggio completo a mio figlio ieri sera, le avevo detto di dirgli che era un FESSO! Se glielo dico io, lei deve dirglielo, come faccio adesso!” e senza por tempo in mezzo, si rivolse allo Smilzo con la più grande naturalezza di questo mondo e a voce alta esclamò: “Sei un FESSO, FESSO e FESSO!” Poi guardò Zoe con dolcezza e: “Visto com'è semplice?”Ma anche Zoe parlò: “ Ma caro Charlie, le vostre questioni di famiglia non sono di mia competenza, la prego di non coinvolgermi in questi dialoghi fra voi, volenti non fit iniuria!”“Ho sempre saputo che lei era la mia figlia mancata Bambina rossa, ci vediamo al mio ritorno, andiamo FESSO!”
La questione Charlie e famiglia non si era conclusa. Il giorno successivo, Zoe faceva il turno mattutino. Charlie come al solito aveva avuto delle grane da risolvere, doveva partire e si era chiuso nella sua Bat caverna con Bosley, che, per l'occasione, aveva indossato la maschera dell'uomo che non deve chiedere.....MAI!Gli sbuffi e i rimproveri di Charlie riempivano l'aere dell'headquarter, e per contro un silenzio di tomba regnava nella struttura, solo muti lai in qualche corridoio.Zoe subodorava corrente elettrica in ogni dove, Charlie era una generatore di corrente continua, Bosley la sua pila.Gli ospiti nel loro andare e venire si mettevano in punta di piedi, insaccavano la testa nelle spalle e guardavano Zoe con aria interrogativa, uno di essi addirittura di arrischiò a chiedere: ”Ma come fai Zoe a resistere a tutto questo?” Per tutta risposta Zoe mise un dito davanti alle labbra, intimando il silenzio più assoluto, non tanto per paura, quanto piuttosto perché sentire la conversazione era un vero spasso. Quel giorno infatti Charlie sarebbe dovuto partire per la sua consueta crociera nel Mediterraneo, e tutto lo Uaisipiei era in festa, si sa, quando il gatto non c'è, i topi ballano.Purtroppo però la “Sfortuna”, regina delle rotture di scatole, imperatrice degli intoppi, feudataria delle perdite di tempo, quel giorno prese di mira Charlie che invece non ammetteva l'esistenza di queste situazioni. A metà mattina nell'headquarter si consumava un festino per la partenza di Charlie, Bosley si preparava a uscire per farsi gli affari suoi, lo staff di Re Sugo preparava prosecchi e salatini per darsi alla pazza gioia, quando d'improvviso, Charlie comparve in sede, nero come solo un uomo posseduto da Lucibello può esserlo, un fumo denso gli usciva dalle nari e anche dalle orecchie, a Zoe sembrò che fosse un reattore nucleare in procinto di esplodere, praticamente in preda alla cosiddetta Sindrome Cinese....Entrò grugnendo, a testa bassa, e si infilò nel suo ufficio. Zoe vide dal proprio telefono al desk che il suo interno era occupato: stava facendo una telefonata. Nel contempo urlò a Bosley di recarsi da lui. Ci furono alcuni istanti di silenzio, poi un feroce ruggito: “Il boma in titanio è cadutooooooo! Mandate qualcuno a rimontarloooooooo! Maledetti, incompetenti, vi distruggooooo!” Zoe per qualche inesplicabile ragione finì sotto il desk, mentre quelli che passavano di lì per caso si bloccarono pietrificati. Bosley borbottava parole incomprensibili, e Charlie gli urlava contro che non era in grado di risolvere la situazione. Furono momenti di vero panico, sembrava che tutti dovessero giocare alla roulette russa tagliando una torta con la dinamite dentro.Fortuna che “l'udì Febo, e al comando obbedì”, mandando tecnici riparatori a rimontar l'indemoniato boma, ma ci volle del tempo, così Charlie decise di consumare un frugale pranzo al ristorante. Ovviamente lo raggiunse lo Smilzo. Nel primo pomeriggio Zoe si trovava incollata al pc, a rispondere ad alcune mail, quando si presentò il maresciallo dei Carabinieri per un caffè. Stava salendo al piano superiore, ma in quella, Charlie e lo Smilzo stavano scendendo per andare a controllare i lavori. Il maresciallo si proferì in gran saluti allo Smilzo, chiedendogli, dato che era un bel po' di tempo che non lo vedeva, cosa facesse. Ma lo Smilzo non fece in tempo nemmeno a prendere fiato perchè rispose Charlie al posto suo: “Sta in Spagna, il paese d'Europa dove si lavora meno!” Il maresciallo tossì, Zoe fece finta di non aver sentito, lo Smilzo guardò in aria. Zoe si chiese cosa avrebbe potuto accadere e accidenti a lei, era meglio se bloccava il flusso del pensiero perché Charlie si fermò al desk e le disse: “Bambina rossa, lei non ha riferito il messaggio completo a mio figlio ieri sera, le avevo detto di dirgli che era un FESSO! Se glielo dico io, lei deve dirglielo, come faccio adesso!” e senza por tempo in mezzo, si rivolse allo Smilzo con la più grande naturalezza di questo mondo e a voce alta esclamò: “Sei un FESSO, FESSO e FESSO!” Poi guardò Zoe con dolcezza e: “Visto com'è semplice?”Ma anche Zoe parlò: “ Ma caro Charlie, le vostre questioni di famiglia non sono di mia competenza, la prego di non coinvolgermi in questi dialoghi fra voi, volenti non fit iniuria!”“Ho sempre saputo che lei era la mia figlia mancata Bambina rossa, ci vediamo al mio ritorno, andiamo FESSO!”
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