Come già descritto nei posts precedenti, lo Uaisipiei era dotato di una bella piscina di acqua salata, intorno alla quale si snodava un bel bordo in cotto.I posti naturalemente, considerando i lettini e gli ombrelloni, erano limitati, e non tutti gli ospiti di Charlie potevano usufruirne contemporaneamente. Zoe si chiedeva spesso come ci fosse tanto accanimento per un posto in piscina, quando proprio lì a due passi si apriva una superba spiaggia e tutti gli ospiti di Charlie erano dotati di barca a vela, mezzo con il quale potevano veramente godersi il mare e navigare verso gli isolotti dell'arcipelago dove, piccole calette di acqua limpida e verdazzurra li attendevano, fuori dalla confusione dei bagni, ma soprattutto, senza acqua artificiale.Domanda questa che rimase senza risposta per tutti gli anni di permanenza di Zoe allo Uaisipiei.Gli ospiti di Charlie potevano usufruire della piscina come e quando volevano, a partire dalle 10:00 del mattino fino alle 19:30 della sera, il bagnino Mitch vigiliava sulla loro incolumità, ma, come per tutti gli spazi comuni, vi erano alcune regole da rispettare.Ed eccole di seguito: i lettini non potevano essere occupati permanentemente, ossia, se gli ospiti lasciavano il lettino per andare a pranzo, dovevano necessariamente liberarlo, e non lasciarvi i propri oggetti personali per tenerlo occupato ( secondo voi lo facevano?), in questo modo si poteva garantire il ricambio. Era vietato fare tuffi nel classico stile "mi butto in acqua come un selvaggio", o meglio, tipo palla lanciata da catapulta, prima di entrare in piscina era oggligatorio farsi la doccia, in piscina non si potevano portare bambini, e, se si usciva dalla piscina per recarsi al bar, era d'obbligo indossare un pareo (per le signore) o maglietta e bermuda (per i signori).Chiunque volesse invitarvi amici o familiari estranei allo Uaisipiei, doveva necessariamente pagare un ticket per l'ospite aggiunto, passando, ovviamente, dal desk, quindi da Zoe.Si dice che i napoletani siano maestri "nell'arte dell'arrangio", ma gli ospiti di Charlie, li superavano alla grande.Del resto le regole sono fatte per essere infrante, molti ne fanno una filosofia di vita, e addirittura un lavoro (perchè non ci ho pensato mai?).C'era in particolare un gruppetto di ospiti di Charlie che proprio non voleva saperne delle regole della piscina, e studiò i più fantasiosi sistemi per eluderle.
Come già descritto nei posts precedenti, lo Uaisipiei era dotato di una bella piscina di acqua salata, intorno alla quale si snodava un bel bordo in cotto.I posti naturalemente, considerando i lettini e gli ombrelloni, erano limitati, e non tutti gli ospiti di Charlie potevano usufruirne contemporaneamente. Zoe si chiedeva spesso come ci fosse tanto accanimento per un posto in piscina, quando proprio lì a due passi si apriva una superba spiaggia e tutti gli ospiti di Charlie erano dotati di barca a vela, mezzo con il quale potevano veramente godersi il mare e navigare verso gli isolotti dell'arcipelago dove, piccole calette di acqua limpida e verdazzurra li attendevano, fuori dalla confusione dei bagni, ma soprattutto, senza acqua artificiale.Domanda questa che rimase senza risposta per tutti gli anni di permanenza di Zoe allo Uaisipiei.Gli ospiti di Charlie potevano usufruire della piscina come e quando volevano, a partire dalle 10:00 del mattino fino alle 19:30 della sera, il bagnino Mitch vigiliava sulla loro incolumità, ma, come per tutti gli spazi comuni, vi erano alcune regole da rispettare.Ed eccole di seguito: i lettini non potevano essere occupati permanentemente, ossia, se gli ospiti lasciavano il lettino per andare a pranzo, dovevano necessariamente liberarlo, e non lasciarvi i propri oggetti personali per tenerlo occupato ( secondo voi lo facevano?), in questo modo si poteva garantire il ricambio. Era vietato fare tuffi nel classico stile "mi butto in acqua come un selvaggio", o meglio, tipo palla lanciata da catapulta, prima di entrare in piscina era oggligatorio farsi la doccia, in piscina non si potevano portare bambini, e, se si usciva dalla piscina per recarsi al bar, era d'obbligo indossare un pareo (per le signore) o maglietta e bermuda (per i signori).Chiunque volesse invitarvi amici o familiari estranei allo Uaisipiei, doveva necessariamente pagare un ticket per l'ospite aggiunto, passando, ovviamente, dal desk, quindi da Zoe.Si dice che i napoletani siano maestri "nell'arte dell'arrangio", ma gli ospiti di Charlie, li superavano alla grande.Del resto le regole sono fatte per essere infrante, molti ne fanno una filosofia di vita, e addirittura un lavoro (perchè non ci ho pensato mai?).C'era in particolare un gruppetto di ospiti di Charlie che proprio non voleva saperne delle regole della piscina, e studiò i più fantasiosi sistemi per eluderle.