Mi riferisco all’ancor più eccezionale Unravel Me, purtroppo non ancora tradotto da Rizzoli (ma lo farà presto, vero?) e che consiglio vivamente a chi ha la fortuna e il piacere di leggere in lingua.
Juliette, una diciassettenne dotata di un potere di cui nessuno conosce l’origine, viene tenutarinchiusa in una cella, in completo isolamento, da 264 giorni. Questo perché quando Juliette tocca qualcuno, quel qualcuno muore (ecco il richiamo a Rogue degli X-Men). Perciò l’organizzazione governativa l’ha rinchiusa in cella, dove la ragazza langue in assoluta solitudine con i suoi pensieri ossessivi, senza contatto umano, senza calore da parte dei genitori, senza un amico con cui giocare, temuta maschifata allo stesso tempo. Agli occhi dell’organizzazione che la tiene prigioniera, il suo potere è un’arma stupefacente, ma per Juliette è una maledizione che la perseguita dalla nascita e che l’ha privata di tutto. Un giorno però, nella sua cella viene spinto un ragazzo, Adam, che Juliettericonosceperché era un suo compagno di scuola alle elementari. Pur non avendoci mai parlato eral’unico che le dimostrava un barlume di compassione e gentilezza. Tuttavia la ragazza cerca di non interagire con lui, di stargli il più lontano possibile, per evitare di fargli del male. Ma in una notte agitata da incubi e dolore, Juliette si ritrova tra le braccia confortanti di Adam e allora tutto cambia: intanto lui sembra essere immune al tocco mortale di Juliette, dunque è l’unica persona al mondo che può appagare una vita priva di calore, amore, amicizia e fiducia.
Tahereh Mafi
Mentre la relazione tra i due ragazzi diventa più profonda e intensa, un’altra persona comincia ad interessarsi a Juliette. Warner, il giovane figlio del capo del Re-estabilishment, le offre la possibilità di porre fine al suo isolamento, a patto che usi il suo tocco al servizio dell’organizzazione governativa. La vuole come una sorta di arma umana, ma è subito evidente che più i colloqui con Warner si fanno frequenti, più il ragazzo mostra un’insana, quanto ossessiva attrazione per lei.
Juliette lo rifiuta e con Adam comincia a progettare la fuga che per la ragazza assume un nuovo significato: è la possibilità di trovare un modo di farsi accettare non come un’arma o un’aberrazione, ma come un essere speciale che può usare il proprio dono per fare la differenza.Le cose, però, si complicano quando si scopre qualcosa riguardo ad Adam e Juliette viene assalita dai dubbi: di chi deve fidarsi? Il cattivo è davvero tale, o chi lei considera buono vuole tradirla?
A questo e ad altri inquietanti interrogativi troverete risposta nel romanzo (e soprattutto in quello successivo) in un crescendo di tensione emotiva che vi terrà incollati al racconto, fino alla sua conclusione con rimpianto. Oltre ai monologhi interiori, che nella prima parte del libro sono estremamente toccanti e resi in un modo originalissimo (i pensieri che si accavallano nella mente di Juliette a volte vengono “cancellati” e riscrittia seconda del percorso mentale che intraprendono, censurati o meno dalla sua coscienza o dalla paura), Tahereh Mafi riesce a disegnare un antagonista magnifico. Ecco cos’ha detto in un’intervista: “Se leggendo il libro vi sentirete attratti dall’antagonista, non preoccupatevi. Non penserò che siete impazziti”.
E davvero Warner è inquietante nel suo modo ossessivo, al limite della psicosi, di rapportarsi a Juliette e ai sottoposti.Imprevedibile, enigmatico e folle, scatena un sentimento di
L’autrice ha rivelato che l’idea del romanzo le è venuta quando nella sua testa ha sentito la voce di una ragazza. Era chiusa in un angolo al buio e aveva paura di parlare. Ha aperto perciò un documento vuoto sul PC ed ha cercato di trascrivere ciò che le diceva. Un po’ inquietante? Folle? Se il risultato è questo, viva la follia.
L’appuntamento è a febbraio con il capitolo conclusivo, Ignite Me. Can’t wait!