Schegge sul sacro (II)

Creato il 02 ottobre 2013 da Straker

Qui Schegge sul sacro(I)
Che non ci sia niente di peggiore del mondo non si deve dimostrare. (M. Sgalambro)
Che cos’è il sacro? Potrebbe essere coesistenza di bene e male? Si domanda Gustav Meyrink nel romanzo “Il domenicano bianco”: “Forse che, come suprema verità e suprema paradosso, Satana e Dio, il Distruttore ed il Costruttore sono una sola e medesima cosa?
La tradizione vedica esprime un concetto simile, quando evoca gli dei Shiva e Visnù. Shiva, come signore del tempo, presiede all'incessante movimento di creazione-annientamento-rigenerazione, il cui ritmo è scandito dalla sua danza cosmica. Visnù è il dio della conservazione, benevolo e misericordioso.
Per lo più incompreso, Schelling, scavando per cercare le radici del male, si dovette arrendere: il buio splende nell’Assoluto, non meno della Luce.
Coomaraswamy crede che Dio sia una vittima volontaria. Egli paradossalmente si è dispiegato nell’ignoranza e nella divisione. Le nostre tenebre sono le sue tenebre. Il bacio di Dio è bacio d’amore e morte.
Forse per queste ragioni al cospetto del sacro i popoli antichi – penso in particolar modo agli Etruschi - avvertivano un brivido di orrore religioso.
Oggi la fede è confinata nei santini, nelle preghiere bofonchiate dalle beghine, orazioni devote ma purtroppo inutili. La vera esperienza del sacro è molto diversa: accecante e distruttiva. Essa si ritorce contro chi la brama. Il sacro ha due volti, è bifronte.
Quale sguardo può sostenere lo sguardo del volto nero?

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