Scherma: Andrea Vallosio e il maestro Dario Chiadò a Torino con la nazionale di spada

Creato il 15 dicembre 2014 da Sportduepuntozero

Un giorno di molti anni fa Andrea Vallosio entrò per la prima volta nella palestra dell’Accademia Scherma Marchesa, a pochi isolati da casa. Iniziava per lui un lungo viaggio nel mondo della spada, che tra un affondo e una flash l’avrebbe portato ai massimi livelli di questa disciplina. Stamattina Andrea ha varcato per l’ennesima volta la porta della “sua” sala scherma e l’ha fatto in compagnia di altri 11 ragazzi della nazionale italiana; tra loro Matteo Tagliariol, campione olimpico di Pechino nel 2008, e Paolo Pizzo, campione del mondo a Catania nel 2010. “Sicuramente è il collegiale più comodo a cui abbia mai partecipato” ha esordito con una battuta lo spadista torinese, classe 1992, “fa effetto vedere il gruppo azzurro qui dove mi sono sempre allenato, anche perché è la prima volta. La cosa mi fa piacere anche pensando a tutti i giovani allievi della Marchesa, che nei pomeriggi fino a giovedì potranno tirare accanto ai campioni; sarà sicuramente stimolante e divertente”.

Ad attendere gli atleti azzurri c’era Dario Chiadò, maestro dalla società torinese e tecnico della nazionale di spada; ma anche colui che per primo insegnò le basi di questo sport ad Andrea Vallosio, che ne ha seguito l’intera carriera e che ancora oggi lavora per aiutarlo a salire l’ultimo gradino, necessario per arrivare alle vittorie dei Tagliariol e dei Pizzo. “Mi manca ancora un po’ di testa, di cattiveria agonistica e concentrazione nei momenti decisivi degli assalti” ammette il “Gallo”, “un aspetto che posso migliorare solo gareggiando e iniziando ad arrivare tra i primi”.

“Tecnicamente non gli manca nulla e quando acquisirà più sicurezza potrà togliersi grandi soddisfazioni” afferma in proposito Dario Chiadò, “è molto gratificante vedere un mio allievo giungere a questi livelli; sono il suo maestro da sempre ma sono anche il suo primo tifoso”. Il legame maestro-atleta nella scherma va al di là dello sport ed è sicuramente più profondo che nella maggior parte delle discipline. “Stagione dopo stagione è cambiato il tipo di lavoro in palestra e in pedana, ma il rapporto con Dario è rimasto quello di sempre” racconta Andrea, “sono cresciuto fino a diventare un professionista e penso di essere fortunato ad allenarmi ancora con lui, anche ad un livello alto come quello della nazionale”.

Ma dal punto di vista tecnico, cosa si può insegnare a uno schermidore come Vallosio che frequenta da tempo palcoscenici internazionali, o che, come altri azzurri in questi giorni a Torino, vanta addirittura titoli olimpici e mondiali? “Si cerca di rendere i movimenti ancor “più perfetti”, veloci ed efficaci” spiega Chiadò, “aspetti che questi ragazzi allenano quotidianamente con i maestri delle loro sale. Io lavoro con loro in occasione dei raduni e delle gare; prepariamo tatticamente e tecnicamente gli assalti, analizzando i punti di forza e di relativa debolezza degli avversari. Per questo è mio compito studiare e conoscere anche gli atleti delle altre nazionali”.

Campioni che Andrea Vallosio incontrerà molto probabilmente nel 2015, tra i Campionati Europei under 23 (in cui l’Italia difenderà l’oro a squadre) e le prove di Coppa del Mondo assoluta. “Sono i miei obiettivi” conclude, “ma la partecipazione non è per nulla scontata e me la devo guadagnare facendo bene in campo nazionale”. La strada del “Gallo” verso gli allori di Matteo Tagliariol e Paolo Pizzo, suoi compagni in Aeronautica, è iniziata già da tempo; questa di Torino sarà una tappa importante, da affrontare con il Maestro (con la “M” maiuscola) e la grande voglia di sempre.


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