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Scherzo del destino in agguato dietro l’angolo come un brigante da strada – Lina Wertmuller

Creato il 24 marzo 2012 da Maxscorda @MaxScorda

24 marzo 2012 Lascia un commento

Scherzo
Come si fa a non volere bene alla Wertmuller, regista fenomenale che negli anni ’70 ci ha donato pagine memorabili per quanto va detto, che senza Giannini sarebbe difficile ora ricordarci di lei, soprattutto col popo’ di cognome si ritrova.
Capiamoci, condivido poco del Wertmuller-pensiero ma se come lei riesce, lo racconti con sagace sorriso sulle labbra e molta intelligenza, anche le divergenze e la retorica col quale lo avvolgi, passano in secondo piano e resta il piacere di una visione spesso memorabile.
Purtroppo non posso dire lo stesso di questo "Scherzo del destino…" che conferma come la regista, una volta perso lo smalto dei suoi primi film, o forse perdendo appunto Giannini, non abbia piu ritrovato la giusta marcia di un tempo.
Resta il lungo titolo, un gioco condiviso col suo pubblico dira’ piu’ avanti ma anche un biglietto da visita che da solo non basta a riportarla ai fasti trascorsi.
Un ministro intrappolato nella sua automobile fin troppo blindata capitato nella casa di un parlamentare del suo schieramento, fa indubbiamente parte del suo immaginario e molte gag farcite di dialoghi fulminanti e alcune battute da citazione ci ricordano l’origine nobile del girato ma nel complesso la storia ha gli artigli spuntati incapaci di graffiare e lasciare un segno tangibile della sua presenza.
Un po’ tutti sottotono incanalati su binari non proprio nelle loro corde, piu’ efficaci i comprimari che i protagonisti, forse perche’ li’ per un ruolo preciso e non per fungere da richiamo per il pubblico.
Buono l’esordio del nipote Massimo per quanto un po’ forzato mentre Valeria Golino, totalmente incapace sin dagli inizi, nel primo film dimostra di avere dalla sua esclusivamente l’assonanza promessa del cognome.
La seconda meta’ del film si anima e i contorni meglio definiti danno un quadro piu’ sensato ad una vicenda che fino a quel momento resta sospesa sul nulla per poi infrangersi definitivamente su una conclusione demagogica e avvilente. Prima o poi spero di leggere che sia stata colpa dei soldi terminati o di un litigio col produttore, altrimenti non si spiega.
Ad ogni buon conto e’ comprensibile che ad un certo punto la Wertmuller decida di salvare il salvabile delle sue idee e delle sue ideologie, comprensibile del resto ma nulla e’ piu’ patetico di chi si arrampica sugli specchi scivolando rovinosamente e forse un morettiano "sono uno splendido quarantenne" per quanto risibile, sarebbe bastato per metterci una pietra sopra.
Non so che dire, puo’ piacere, forse no, e’ piu’ probabile si resti indifferenti ma qualche risatina la si lascia sul terreno e chissa’, e’ possibile che basti per una serata.

Scheda IMDB


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