Schiavone tra le grandi, volley ok, basket donne ko!

Creato il 06 giugno 2011 da Federicomilitello


La scorsa stagione si parlava di 'torneo della vita' o 'circostanze favorevoli'. Quest'anno, invece, Francesca Schiavone ha sorpreso anche gli scettici (compreso il sottoscritto) raggiungendo un'altra finale al Roland Garros che, anche se persa, possiede un rilievo maggiore di quella vinta. Scendere in campo da detentrice del titolo, infatti, non è affatto semplice, soprattutto quando quella vittoria è stata l'unica di vero prestigio della carriera. La Leonessa, però, ancora una volta ha trovato stimoli insondabili nella pressione del suo nuovo ruolo, riuscendo a galvanizzarsi ed a ritrovarsi dopo un anno non esaltante, ma comunque positivo rispetto agli standards pre-2010 (anche uscendo al primo turno della competizione francese, infatti, sarebbe rimasta tra le top10). Ciò significa aver compiuto un salto di qualità mentale, entrando a buon diritto nel novero delle top player, cioè di quelle in grado di vincere qualsiasi torneo. Da questo punto di vista, anche Wimbledon diventa ora un torneo dove esistono delle significative premesse per ben figurare. Francesca risulta maniacale nella preparazione fisica ed ama follemente il tennis: dopo aver compiuto il salto di qualità all'alba dei 30 anni, è da prevedere che l'estrosa milanese possa regalare soddisfazioni al movimento azzurro ancora per 5-6 anni (comprese Olimpiadi di Londra e Fed Cup). Non bisogna tralasciare, tuttavia, un fattore di grande rilevanza: l'esplosione tardiva della Schiavone (così come quella della cinese Li Na) è stata certamente consentita da una progressione tecnico-agonistica, ma anche, e forse soprattutto, da un deciso calo di competitività del tennis femminile internazionale. Con il ritiro di Justine Henin, le ormai saltuarie apparizioni delle sorelle Williams ed i cronici infortuni della belga Kim Clijsters, non si intravedono più atlete in grado di monopolizzare il ranking Wta, dove, non a caso, svetta la solo discreta Caroline Wozniacki, sino ad ora mai vincitrice di uno Slam. Insomma, la rappresentante del Bel Paese è stata abile a sfruttare un periodo vacante di una figura egemone. Alle spalle della gloriosa Leonessa, inoltre, si sta affacciando la 19enne Camila Giorgi, una carta importante da giocare in un futuro piuttosto immediato. Intanto non bisogna dimenticarsi di Flavia Pennetta, in cerca del riscatto sui prati londinesi. Se il bilancio del Roland Garros femminile è ottimo, più che buono è anche quello della competizione maschile, dove Fabio Fognini, sfruttando (bisogna ammetterlo) un tabellone ampiamente favorevole, ha riportato l'Italia ai quarti di finale dello Slam parigino a 16 anni di distanza dall'ultima volta. Il 24enne di Sanremo continua a migliorare costantemente anno dopo anno, anche se il suo tallone d'Achille resta la discontinuità. A differenza dei vari Starace e Volandri, però, l'astro nascente del nostro tennis appare competitivo anche sulle superfici veloci, dunque potrà puntare con le giuste ambizioni ad entrare tra i top20 al mondo (l'ultimo a riuscirci fu Andrea Gaudenzi a fine anni '90). In attesa, naturalmente, di Gianluigi Quinzi.
La nuova nazionale di pallavolo maschile del ct Mauro Berruto ha iniziato con il piede giusto il percorso nella World League, vincendo 4 incontri su 4, l'ultimo dei quali per 3-2 contro Cuba. Risultati a parte, cosa è emerso in queste prime apparizioni? Sicuramente il gruppo crede e segue ciecamente le direttive dell'allenatore. In squadra si respira un clima rilassato, dove uno spirito comune tende alla realizzazione di un solo obiettivo: scalare il più possibile il ranking mondiale, magari un giorno raggiungendo il Brasile. Il settore degli schiacciatori, con Savani e Zaytsev, è quello che fornisce maggiori garanzie. Nel complesso affidabili sono risultati anche i centrali Birarelli e Buti. Il libero Andrea Bari costituisce una sicurezza nel suo ruolo. E Lasko? Di sicuro un buon opposto, ma andrà valutato nei match più probanti: l'impressione è che, essendo certo del posto del titolare in azzurro per la prima volta in carriera, abbia acquisito maggiore consapevolezza nei propri mezzi. Molto positiva, infine, la regia di Dragan Travica. Rispetto agli anni scorsi, inoltre, l'Italia sembra aver risolto uno dei suoi annosi problemi endemici, ovvero il servizio, dal quale ora scaturiscono aces ed importanti break. Nel corso del torneo, tuttavia, sarà importante concedere spazio anche alle seconde linee, quasi tutti giovani che hanno bisogno di giocare per prendere contatto con la realtà internazionale (Kovar e Sabbi su tutti). Quando (presumibilmente a novembre) tornerà nel giro anche l'infortunato di lusso Simone Parodi, allora questa nazionale potrebbe realmente lanciare la sfida alle corazzate di questa disciplina.
Indecorosa figura per la nazionale femminile di basket. Nel corso dell'Additional Round in programma a Taranto, torneo che assegna l'ultimo posto disponibile per i Campionati Europei di Polonia, le azzurre, dopo aver sconfitto all'esordio la Serbia, sulla carta l'avversario più quotato, hanno clamorosamente perso di 21 punti con la modesta Germania, risultando ormai con più di un piede fuori dalla manifestazione. Ancora una volta, infatti, dovremo aggrapparci ai risultati altrui: pur vincendo i rimanenti incontri con Romania e Belgio, infatti, la selezione tricolore sarebbe comunque eliminata se la Serbia domani non batterà la Germania. A questo punto, sinceramente, sarebbe più che giusto non qualificarsi per la rassegna continentale. Giocare l'Additional Round significa barcamenarsi nei bassifondi d'Europa, in seconda fascia. Se non si riesce a vincere con facilità neppure qui, allora la consistenza delle cestiste italiche è francamente imbarazzante. Nella partita con le tedesche sono mancati carattere, determinazione, voglia di reagire e, soprattutto, attaccamento alla maglia. Non c'è stata una reazione di squadra al momento di difficoltà, ma ogni atleta ha cercato invano la soluzione individuale. Negli sguardi delle ragazze si poteva leggere sconforto e, soprattutto, paura. E dire che, nel complesso, il roster azzurro non è affatto da disprezzare (agli Europei di 2 anni fa le azzurre furono seste, anche se con la stella Francesca Macchi, ritiratasi dalla nazionale). Ballardini, Ress, Zara, Masciadri, Sottana e Consolini sono giocatrici di conclamato livello tecnico ed anche le seconde linee hanno dimostrato in passato di poter offrire ben altre prestazioni. Senza gli occhi di tigre e la voglia di lottare, tuttavia, al 90% gli Europei si guarderanno dalla televisione.
Federico Militello


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