Nell'era della tecnologia moderna non ci si può meravigliare se anche i mafiosi usano Internet, e in particolare questa piattaforma (Blogger), per poter scrivere quasi come giornalisti provetti, alla faccia di tutto e di tutti. Il Professore di Villabate (il titolo non è accademico ma dovuto alle alte e meritevoli credenziali criminali), al secolo Nino Mandalà, ha aperto recentemente un blog (http://www.ninomandala.blogspot.com/) con la lodevole intenzione di scrivere e disquisire di problemi di giustizia e di carceri, di mafia e di amicizie politiche ed istituzionali, come quella (accertata dalla magistratura) con il presidente del Senato Renato Schifani. Il nostro nuovo blogger siciliano sta cercando, a modo suo, di allontanare dalla seconda carica dello Stato l'ombra della mafiosità che da un pò di tempo sta aleggiando con una certa insistenza, soprattutto dopo i reiterati servizi giornalistici de L'espresso e de Il Fatto Quotidiano a firma, rispettivamente, di Lirio Abbate e di Peter Gomez (http://espresso.repubblica.it/dettaglio/mafia-indagato-schifani/2135303 e http://www.ilfattoquotidiano.it/2010/09/02/consulenza-nostra/55597/). La sensazione, almeno quella mia, è che il Professore non stia proprio riuscendo nell'impresa. Anzi, a forza di dare del cornuto ai suoi due (ex?) amici, vale a dire Renatino Schifani e Enrichetto La Loggia, sta dando sempre più l'impressione di avere il dente avvelenato nei loro confronti, magari per qualche "favore" non prontamente restituito. Detto questo, per farsi un'idea del contesto socio-mafioso nel quale ha avuto modo di proliferare la strana amicizia tra il boss di Villabate e i due politici berlusconiani, basta andare a rileggersi le intercettazioni tratte da un bel libro-inchiesta (dall'esplicativo titolo I complici) della già citata coppia Abbate-Gomez, edito da Fazi Editore (per chi ha il braccino corto o non ha momentaneamente risorse finanziarie può leggersi lo stralcio da questo ottimo blog, http://isolaferdinandea.wordpress.com/2008/05/13/schifani-non-solo/). Tornando al blog di Mandalà mi viene da pensare che il Professore non cerchi tanto la vendetta nei confronti dei due cornuti, quanto invece dire la sua su politica e filosofia (alquanto spicciola e non certamente sulla falsariga si Schopenhauer) con delle riflessioni maturate in carcere. Scrive di intercettazioni, di uomini murati vivi, di maratone vasatorie di Totò Cuffaro. Scrive anche di Casini e di Schifani, precisando che "non sono io a dire d'essere stato amico e socio del senatore Schifani, ma lo dicono un video in cui il presidente del Senato appare al mio matrimonio e gli atti della SICULA BROKERS da cui risulta che siamo stati soci in quell'azienda". Mandalà è uno della vecchia guardia, eppure scrive con freschezza e agilità mentale (quasi quanto me...); sembra uno splendido quarantenne (pur avendo vent'anni di più) alle prese con una battaglia etica e morale. Quando scrive che Schifani "è un pezzo di merda" perchè l'ha tradito non so se descrive la realtà ma comunque dà l'idea dell'amico di vecchia data che cerca disperatamente di riprendersi gli attimi di vita fuggiti via, senza che ci sia più possibilità di riacciuffarli. E per questo fa anche un pò pena. Debbo confessare che mi meraviglia questo aspetto dei mafiosi (mi riferisco a quelli che finiscono in galera e che poi aprono un blog, non a quelli che siedono alla Camera o al Senato...) i quali continuano a credere al fatto che politici con una carica così alta, come quella di Schifani, non si lascino corrompere dal Potere scordandosi degli amici che li hanno portati fin là, per memoria corta o per interesse poco importa. In fin dei conti i mafiosi (così come i camorristi e gli 'ndranghetisti) sono i soli che finiscono dietro le sbarre delle patrie galere (a vita e in isolamento), a scontare quel potere criminale di cui altri beneficiano. Il più delle volte vengono manipolati dal Sistema come soldatini usa e getta, da utilizzare al momento opportuno e poi da far marcire in cella. Quando i mafiosi capiranno che il gioco non vale più la candela, che cumannari 5 o 10 anni per poi farne 30 in isolamento non è meglio ca futtiri, ma soprattutto quando si spezzerà questo rapporto perverso tra mafia e politica allora, e solo allora, si potrà sperare (per il nostro Paese) in un reale cambiamento. E non avremo più bisogno di mafiosi-blogger...
Nell'era della tecnologia moderna non ci si può meravigliare se anche i mafiosi usano Internet, e in particolare questa piattaforma (Blogger), per poter scrivere quasi come giornalisti provetti, alla faccia di tutto e di tutti. Il Professore di Villabate (il titolo non è accademico ma dovuto alle alte e meritevoli credenziali criminali), al secolo Nino Mandalà, ha aperto recentemente un blog (http://www.ninomandala.blogspot.com/) con la lodevole intenzione di scrivere e disquisire di problemi di giustizia e di carceri, di mafia e di amicizie politiche ed istituzionali, come quella (accertata dalla magistratura) con il presidente del Senato Renato Schifani. Il nostro nuovo blogger siciliano sta cercando, a modo suo, di allontanare dalla seconda carica dello Stato l'ombra della mafiosità che da un pò di tempo sta aleggiando con una certa insistenza, soprattutto dopo i reiterati servizi giornalistici de L'espresso e de Il Fatto Quotidiano a firma, rispettivamente, di Lirio Abbate e di Peter Gomez (http://espresso.repubblica.it/dettaglio/mafia-indagato-schifani/2135303 e http://www.ilfattoquotidiano.it/2010/09/02/consulenza-nostra/55597/). La sensazione, almeno quella mia, è che il Professore non stia proprio riuscendo nell'impresa. Anzi, a forza di dare del cornuto ai suoi due (ex?) amici, vale a dire Renatino Schifani e Enrichetto La Loggia, sta dando sempre più l'impressione di avere il dente avvelenato nei loro confronti, magari per qualche "favore" non prontamente restituito. Detto questo, per farsi un'idea del contesto socio-mafioso nel quale ha avuto modo di proliferare la strana amicizia tra il boss di Villabate e i due politici berlusconiani, basta andare a rileggersi le intercettazioni tratte da un bel libro-inchiesta (dall'esplicativo titolo I complici) della già citata coppia Abbate-Gomez, edito da Fazi Editore (per chi ha il braccino corto o non ha momentaneamente risorse finanziarie può leggersi lo stralcio da questo ottimo blog, http://isolaferdinandea.wordpress.com/2008/05/13/schifani-non-solo/). Tornando al blog di Mandalà mi viene da pensare che il Professore non cerchi tanto la vendetta nei confronti dei due cornuti, quanto invece dire la sua su politica e filosofia (alquanto spicciola e non certamente sulla falsariga si Schopenhauer) con delle riflessioni maturate in carcere. Scrive di intercettazioni, di uomini murati vivi, di maratone vasatorie di Totò Cuffaro. Scrive anche di Casini e di Schifani, precisando che "non sono io a dire d'essere stato amico e socio del senatore Schifani, ma lo dicono un video in cui il presidente del Senato appare al mio matrimonio e gli atti della SICULA BROKERS da cui risulta che siamo stati soci in quell'azienda". Mandalà è uno della vecchia guardia, eppure scrive con freschezza e agilità mentale (quasi quanto me...); sembra uno splendido quarantenne (pur avendo vent'anni di più) alle prese con una battaglia etica e morale. Quando scrive che Schifani "è un pezzo di merda" perchè l'ha tradito non so se descrive la realtà ma comunque dà l'idea dell'amico di vecchia data che cerca disperatamente di riprendersi gli attimi di vita fuggiti via, senza che ci sia più possibilità di riacciuffarli. E per questo fa anche un pò pena. Debbo confessare che mi meraviglia questo aspetto dei mafiosi (mi riferisco a quelli che finiscono in galera e che poi aprono un blog, non a quelli che siedono alla Camera o al Senato...) i quali continuano a credere al fatto che politici con una carica così alta, come quella di Schifani, non si lascino corrompere dal Potere scordandosi degli amici che li hanno portati fin là, per memoria corta o per interesse poco importa. In fin dei conti i mafiosi (così come i camorristi e gli 'ndranghetisti) sono i soli che finiscono dietro le sbarre delle patrie galere (a vita e in isolamento), a scontare quel potere criminale di cui altri beneficiano. Il più delle volte vengono manipolati dal Sistema come soldatini usa e getta, da utilizzare al momento opportuno e poi da far marcire in cella. Quando i mafiosi capiranno che il gioco non vale più la candela, che cumannari 5 o 10 anni per poi farne 30 in isolamento non è meglio ca futtiri, ma soprattutto quando si spezzerà questo rapporto perverso tra mafia e politica allora, e solo allora, si potrà sperare (per il nostro Paese) in un reale cambiamento. E non avremo più bisogno di mafiosi-blogger...
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