Le temperature superavano i 40° C, e girare per la città era gradevole quanto essersi persi in un deserto. L'afa torrida abbrustoliva i miei sensi e la mia capacità di apprezzare il bello - l'obiettivo principale dei nostri giri non erano palazzi e monumenti, ma un rifugio dalla calura, un po' di relativo sollievo all'ombra o l'aria condizionata di negozi e locali. Per tre giorni mi sono nutrita solo di gelati (che, di questo bisogna dar credito, nella capitale austriaca sono di ottima qualità), e, fino alla mia seconda visita avvenuta la scorsa estate, il mio unico ricordo di Vienna era l'odore della cacca di cavallo: in centro ci sono molte carrozze e calessini che hanno lo scopo di farti immergere ancora di più nell'atmosfera elegante e d'antan del centro, con il suo sfarzo imperiale; ma in quei giorni l'unica suggestione che amplificavano era di tipo olfattivo, per colpa della temperatura.
Però Schoenbrunn... Schoenbrunn l'avevo apprezzata a prescindere.
Il caldo era già abbacinante durante quel mio primo pomeriggio - ma sotto la curva d'ombra dei filari del parco lo sembrava un po' meno.
All'ingresso si staglia il Castello, giallo limone e simmetrico come una bella torta.
Questo Castello risale agli albori del XVIII secolo, ed è stata residenza estiva degli Asburgo fino all'ultimo, fino a quel 1918 in cui, al termine del primo conflitto mondiale, furono costretti ad abdicare e ad abbandonare per sempre trono e privilegi imperiali che gli appartenevano da secoli.
Schoenbrunn è forse il luogo che meglio rispecchia l'aplomb di ricchezza e potere di questa famiglia, sfarzoso ma al tempo stesso rigoroso.
E' un luogo a cui si legano i nomi più celebri della dinastia regnante, quelli che, nel bene e nel male, ne hanno scritto le pagine di storia più incisive: Francesco Giuseppe nacque fra le sue mura e la scelse come residenza prediletta fino alla fine dei suoi giorni; e a Maria Teresa, che l'amava così tanto da decidere ingenti interventi per valorizzarne il look, si deve gran parte dell'architettura del parco.
A quei tempi Schoenbrunn non era conglobato all'interno della città, ma rappresentava una vera e propria gita fuori porta.
Prima ancora della costruzione del Castello era già di proprietà degli Asburgo che la usavano come tenuta di caccia. E all'inizio non si chiamava nemmeno ancora Schoenbrunn, a dire il vero: il nome gli venne dato dall'imperatore Mattia, che, durante una delle sue battute di caccia, si imbattè in una fonte d'acqua (in tedesco brunn) che per qualche motivo trovò particolarmente bella (in tedesco schoen).
Chissà, magari anche quello era un pomeriggio particolarmente caldo...
Alle spalle del Castello si dispiega il Parco - immenso e curatissimo nella sua sobria eleganza geometrica e nel suo contrasto di colori.
Il sole di questo bollente pomeriggio di luglio trasforma i sentieri di ghiaia in fiumi di bianco abbacinante, incorniciati dal verde cupo e ristoratore dei filari scolpiti degli alberi, in cui cerca rifugio dalla calura anche qualche scoiattolo.
In mezzo il rosso, il giallo, il viola - colori decisi dei fiori che si alternano in armonie precise e studiate nel grande affresco di petali che fregia il Gran Parterre.
Ci sono angoli nascosti in cui le aiuole fanno a gara di bellezza, e fontane con obelischi e divinità greche.
Ci sono incontri inaspettati...
E poi, in alto, più in alto dello stesso Castello, c'è la Gloriette, edificio piccolo eppure maestoso, rifugio dalla forma di un tempio greco, voluto da Maria Teresa per glorificare la dinastia asburgica e per rendere omaggio, con il capo chinato in segno di rispetto, ma con il cuore segretamente pieno di trionfo, alla "Guerra Giusta" - la guerra che si è obbligati a combattere, la guerra che serve a portare la pace. La Guerra che l'Austria ha combattuto per poterle assicurare il trono.
La Gloriette è stata costruita con le pietre del Castello di Neugebaeude, caduto in rovina in seguito al suo disuso - con un pragmatismo che forse sta quasi a simboleggiare come la dinastia non volesse mai cadere in rovina, risorgendo come una fenice più grande e più potente dalle sue stesse ceneri, dai suoi stessi momenti di defaillance.
Questo regale rifugio meditativo si erge su un'altura di 60 mt: Vienna sbuca da dietro gli alberi, oltre il Castello, con le guglie della Cattedrale ed i tetti degli edifici più alti.
E da qui, ancora oggi, gli Asburgo continuano a dominarla da lontano, anche mentre si riposano, nella quiete del Parco e del Passato...