La notizia non è di quelle che si possono passare sotto silenzio. Sia per la fonte, sia per i contenuti. Lo scorso quindici maggio il Presidente della Commissione Parlamentare Antimafia Europea, on.le S. Alfano, ha ritenuto di dover allertare per iscritto gli amministratori locali belicini sulle possibili infiltrazioni della criminalità organizzata nel business delle energie rinnovabili ed alternative. L’occasione è stata dal progetto di un mega impianto di generatori eolici, si parla di oltre settanta generatori eolici del tipo a grande struttura, presentato da una società ennese, dietro la quale pare stia un’ulteriore apparato societario di Bolzano. Nel giro di queste società, già desta qualche sospetto il fatto che la società ennese, con un capitale di appena diecimila euro, dovrebbe affrontare i costi milionari di un mega parco eolico ( forse uno dei più grandi nel Meridione di Italia). Per l’intanto sono già partite le procedure di esproprio di una vasta fascia di territorio che va dal territorio di Castelvetrano e tocca i Comuni di Menfi e Montevago. Già da tempo le c.d. “ecomafie”, come ricorda il Presidente Alfano nella sua nota, hanno attenzionato il business delle energie alternative e l’hinterland di Sciacca appare assai appetibile con una serie di iniziative che vanno dal fotovoltaico, all’eolico non trascurando le biomasse. Già solo il territorio di Menfi, che è interessato da uno sviluppo turistico e da una sana economia agricola, è stato destinatario di almeno quattro progetti di impianti di produzione energetica. Ma tutti i territori del circondario saccense sono oggetto di iniziative imprenditoriali che mirano a localizzare impianti di produzione industriale e di mega strutture ricettive, con procedure non sempre trasparenti e pubbliche che destano allarme negli ambienti amministrativi e giudiziari, sia sotto il profilo dell’analisi dei costi-benefici che della trasparenza delle procedure. Si tratta di investimenti milionari che riguardano turismo, energie alternative, insediamenti alberghieri, etc… Situazioni delicatissime che, sotto diversi profili, hanno formato oggetto già di processi civili e penali che si sono svolti e si svolgono davanti il Tribunale di Sciacca e che hanno impegnato i giudici in una delicata analisi dei processi economici sottesi ai progetti ed agli insediamenti industriali e turistici da localizzare nel territorio.L’allarme lanciato dalla Presidente Alfano, unitamente alle oggettive esigenze di tutela del territorio da aggressioni della criminalità organizzata, travestite da iniziative imprenditoriali più o meno regolari, entra in stridente contrasto con l’arida ipotesi statistica ministeriale, secondo cui il Tribunale di Sciacca, unico presidio di giustizia nel vasto territorio che include i comuni dell’hinterland riberese, della zona marina di Sciacca, i territori della Valle del Belice, sino al confine con la provincia di Trapani, dovrebbe chiudere per una astratta insufficienza numerica. E’ del tutto paradossale che la situazione del circondario di Sciacca preoccupi (e riteniamo a buona ragione) gli Organi Parlamentari dell’Unione Europea e fra essi l’importante Commissione sul crimine organizzato ed, invece, il Ministero abbia ancora dubbi sulla necessità che il presidio giudiziario saccense vada a tutti i costi mantenuto per salvaguardare la legalità sul territorio e garantire l’intervento rapido della giustizia in situazioni che possono sfociare in illegalità ed alimentare appetiti criminali. L’appello della Presidente Alfano non può essere ignorato non solo dagli Amministratori Locali, ma – in primo luogo – dagli Organi Ministeriali che devono battersi per il mantenimento dei presidi di legalità nel territorio. Facciamo in modo che l’attenzione della Commissione Europea Parlamentare Antimafia giunga fino al Ministero della Giustizia di Roma perché, finalmente, venga cancellata ogni ipotesi di smantellamento del Tribunale di Sciacca. By M.
Sciacca ed il suo circondario nel mirino delle ecomafie? …e intanto si parla ancora di chiusura del tribunale!!!
Creato il 22 maggio 2012 da MichelebarberaLa notizia non è di quelle che si possono passare sotto silenzio. Sia per la fonte, sia per i contenuti. Lo scorso quindici maggio il Presidente della Commissione Parlamentare Antimafia Europea, on.le S. Alfano, ha ritenuto di dover allertare per iscritto gli amministratori locali belicini sulle possibili infiltrazioni della criminalità organizzata nel business delle energie rinnovabili ed alternative. L’occasione è stata dal progetto di un mega impianto di generatori eolici, si parla di oltre settanta generatori eolici del tipo a grande struttura, presentato da una società ennese, dietro la quale pare stia un’ulteriore apparato societario di Bolzano. Nel giro di queste società, già desta qualche sospetto il fatto che la società ennese, con un capitale di appena diecimila euro, dovrebbe affrontare i costi milionari di un mega parco eolico ( forse uno dei più grandi nel Meridione di Italia). Per l’intanto sono già partite le procedure di esproprio di una vasta fascia di territorio che va dal territorio di Castelvetrano e tocca i Comuni di Menfi e Montevago. Già da tempo le c.d. “ecomafie”, come ricorda il Presidente Alfano nella sua nota, hanno attenzionato il business delle energie alternative e l’hinterland di Sciacca appare assai appetibile con una serie di iniziative che vanno dal fotovoltaico, all’eolico non trascurando le biomasse. Già solo il territorio di Menfi, che è interessato da uno sviluppo turistico e da una sana economia agricola, è stato destinatario di almeno quattro progetti di impianti di produzione energetica. Ma tutti i territori del circondario saccense sono oggetto di iniziative imprenditoriali che mirano a localizzare impianti di produzione industriale e di mega strutture ricettive, con procedure non sempre trasparenti e pubbliche che destano allarme negli ambienti amministrativi e giudiziari, sia sotto il profilo dell’analisi dei costi-benefici che della trasparenza delle procedure. Si tratta di investimenti milionari che riguardano turismo, energie alternative, insediamenti alberghieri, etc… Situazioni delicatissime che, sotto diversi profili, hanno formato oggetto già di processi civili e penali che si sono svolti e si svolgono davanti il Tribunale di Sciacca e che hanno impegnato i giudici in una delicata analisi dei processi economici sottesi ai progetti ed agli insediamenti industriali e turistici da localizzare nel territorio.L’allarme lanciato dalla Presidente Alfano, unitamente alle oggettive esigenze di tutela del territorio da aggressioni della criminalità organizzata, travestite da iniziative imprenditoriali più o meno regolari, entra in stridente contrasto con l’arida ipotesi statistica ministeriale, secondo cui il Tribunale di Sciacca, unico presidio di giustizia nel vasto territorio che include i comuni dell’hinterland riberese, della zona marina di Sciacca, i territori della Valle del Belice, sino al confine con la provincia di Trapani, dovrebbe chiudere per una astratta insufficienza numerica. E’ del tutto paradossale che la situazione del circondario di Sciacca preoccupi (e riteniamo a buona ragione) gli Organi Parlamentari dell’Unione Europea e fra essi l’importante Commissione sul crimine organizzato ed, invece, il Ministero abbia ancora dubbi sulla necessità che il presidio giudiziario saccense vada a tutti i costi mantenuto per salvaguardare la legalità sul territorio e garantire l’intervento rapido della giustizia in situazioni che possono sfociare in illegalità ed alimentare appetiti criminali. L’appello della Presidente Alfano non può essere ignorato non solo dagli Amministratori Locali, ma – in primo luogo – dagli Organi Ministeriali che devono battersi per il mantenimento dei presidi di legalità nel territorio. Facciamo in modo che l’attenzione della Commissione Europea Parlamentare Antimafia giunga fino al Ministero della Giustizia di Roma perché, finalmente, venga cancellata ogni ipotesi di smantellamento del Tribunale di Sciacca. By M.
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