Un immenso forno a 18 bocche risalente ai primi del 900 voluto e costruito dal Barone Penna, e che all’epoca diede lavoro a innumerevoli famiglie, oggi scenografia naturale della famosa fiction del Commissario Montalbano, costituisce un’eccellenza nell’offerta culturale della regione Sicilia.
“E’ una vecchia fabbrica dei primi del 900 – racconta l’amico Gaetano appassionato di turismo, storia e cultura, nonché professionista nel settore – si fabbricavano tegole che poi venivano mandate in Val di Noto, all’epoca costò circa duecentocinquantamilalire. Rimase attiva fino al 1924, quando un incendio fece crollare il tetto”.
Come spesso accade, ed è proprio questo il caso di dirlo, dalle ceneri si rinasce a nuova vita, ed è quanto è accaduto alla sfortunata fabbrica che ha costruito la sua storia sulle sue cicatrici, rilanciando il turismo e contribuendo a far conoscere un po’ di storia siciliana.
Dalle spiagge di Sampieri non si può fare a meno di notarla: alta, maestosa, suscita curiosità.
“Cos’è quella strana costruzione?” é la domanda più formulata dai turisti, che per vederla da vicino percorrono tutta la spiaggia abbandonando ombrelloni e lettini.
La zona che ospita la Fornace di Montalbano si distingue per il paesaggio incontaminato, circondato da vigneti, mare azzurro e i famosi Monti Iblei, e si inserisce nel distretto che dal 2002 comprende Scicli, Modica, Ragusa Ibla, Palazzolo Acreide (Siracusa), Noto, Militello Val di Catania e Castel Girone con centro storico di Catania.
“Dispiace solo vedere – conclude Gaetano - come spesso l’inciviltà di molte persone, unita all’incuria da parte del Comune, rovini e comprometta luoghi che dovrebbero essere invece trattati come gioielli preziosi”.
(testo e foto di Lara Morano)