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“Science”: un interruttore permette lo “sprint” allo spermatozoo. Verso la scoperta di un contraccettivo “unisex”

Creato il 17 marzo 2016 da Stivalepensante @StivalePensante

Un “interruttore” accende lo spermatozoo regalandogli lo sprint che gli serve per iniziare la sua corsa verso l’ovulo, arrivare a fecondarlo e dare inizio a una gravidanza. La scoperta, che secondo gli autori apre allo sviluppo di un contraccettivo “unisex”, è pubblicata online su “Science” e porta la firma di un gruppo di scienziati dell’università della California di Berkley e di San Francisco, e della Yale University School of Medicine di New Haven.

(improntaunika.it)

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“Science”: un interruttore permette lo “sprint” allo spermatozoo. Verso la scoperta di un contraccettivo “unisex”. La ricerca, finanziata dai National Institutes oh Healthamericani, fa luce su un passaggio della fecondazione che restava ancora misterioso: cosa “mette il turbo” allo spermatozoo, sparando il colpo dello start che dà inizio al viaggio del gamete maschile verso quello femminile. Oltre alla possibilità di valutare la fattibilità di una pillola che potrebbero assumere sia gli uomini sia le donne, il lavoro potrà contribuire alla messa a punto di nuove terapie anti-infertilità per lui.

All’interno dell’apparato riproduttivo maschile, lo sperma maturo è dotato di una certa capacità di movimento. Che però è limitata, e da sola non basta a conferirgli la spinta propulsiva necessaria al suo compito nel tratto riproduttivo femminile: quello di correre verso l’ovulo per “catturarlo”, dando origine a un embrione. Affinché ciò accada è necessario che lo spermatozoo venga attivato dal progesterone, ma finora non si sapeva quale fosse la struttura sul quale questo ormone agisce. Insieme ai suoi colleghi Melissa R. Miller dell’università della California di Berkley e di San Francisco, primo autore dello studio, ha dimostrato che l’interruttore acceso dal progesterone è un recettore denominato ABHD2, presente sulla membrana esterna dello spermatozoo.

I dettagli dello studio e della ricerca. Per Stuart Moss, direttore del Programma di salute riproduttiva maschile presso l’Eunice Kennedy Shriver National Institute of Child Health and Human Development degli Nih, che ha sostenuto la ricerca, si tratta di “un importante passo avanti nella comprensione di come gli spermatozoi diventano ‘super mobili’ nel tratto riproduttivo femminile. Lo sviluppo di nuovi composti che bloccano ABHD2 può produrre nuovi metodi contraccettivi per evitare che lo spermatozoo riesca a raggiungere l’ovulo”. E dall’altra parte, “strategie in grado di bypassare o migliorare l’azione di questo recettore potrebbero rappresentare trattamenti contro l’infertilità maschile legata a uno sperma ‘pigro’, non sufficientemente mobile”. Secondo Miller, “la cosa davvero fantastica è ora abbiamo un bersaglio utile allo sviluppo di un contraccettivo unisex, che potrebbe essere usato da entrambi i partner sessuali. Se si riuscirà a impedire al progesterone di dare ‘benzina’ allo spermatozoo, quest’ultimo non sarà in grado di raggiungere o penetrare l’ovulo”. Prima che lo spermatozoo entri nella sua fase di iperattività – quella in cui può arrivare al traguardo della cellula uovo – occorre che vi sia un passaggio di calcio dalla sua membrana esterna al flagello, l’appendice simile a una coda usata dal gamete maschile come struttura autopropulsiva per spingersi verso l’ovocita. Una delle ipotesi che gli autori dello studio hanno valutato è che una proteina dello spermatozoo chiamata CatSper, coinvolta in questo trasferimento di calcio, potesse essere il bersaglio diretto del progesterone. L’esperimento condotto ha permesso invece di escluderlo, rivelando che esiste un mediatore chiave e cioè l’ABHD2. E’ lui che il progesterone cerca, ed è lui sul quale agire per interferire con il processo di fecondazione. (ADNKRONOS)


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