"Ludwig Boltzman, who spent much of his life studying statistical mechanics, died in 1906, by his own hand. Paul Ehrenfest, carrying on the work, died similarly in 1933. Now it is our turn to study statistical mechanics. Perhaps it will be wise to approach the subject cautiously. (Opening lines of "States of Matter", by D.L. Goodstein)".
Tratto da Statistical Mechanics and Thermodynamics (Prof. Franco Nori)
Non temete, David L. Goodstein [1] ce l'ha fatta, è ancora vivo e vegeto, anche se ciò non basta a sfatare il mito della "meccanica statistica", quasi si trattasse di una sorta di "sapere proibito", legato per qualche strana casualità, alla follia e alla morte di un discreto numero di scienziati. Grazie a Condensed Concepts ho scovato questo sito: "Hmolpedia", l'"Enciclopedia delle Scienze dure (fisica, chimica, termodinamica ...) applicate all'esistenza umana", con oltre 2.130 articoli, tuttora in fase di working progress.
Snapshot of human formation (standard model): 13.7 billion years ago, hydrogen atoms formed; 4.7 billion years ago (nebular hypothesis) the sun-earth system formed; 150,000 years ago (East African Rift Valley) the "human molecule" formed (see: evolution timeline) ... .
Sito molto carino...non c'è che dire...tornando però alle strane dinamiche che hanno condotto al suicidio Ludwig Boltzmann e Paul Ehrenfest troviamo, sempre su questa Hmolpedia, una pagina intitolata: "Founders of thermodynamics and suicide", dove l'elenco dei maledetti si allunga a dismisura. L'altra particolarità, dovuta forse al gusto un pò macabro dell'autore dell'articolo, è quella di abbinare alla foto dello scienziato, l'immagine del suo strumento di morte: cappio, veleno o pistola che sia. Ad esempio, il corpo privo di vita del fisico chimico americano Gilbert Lewis, uno dei fondatori della moderna termodinamica chimica, oltre che il coniatore del termine "fotone" per indicare il quanto di luce di Einstein, fu trovato nel suo laboratorio da uno studente, con accanto una bottiglia di cianuro aperta.
L'anidride carbonica secondo la struttura di Lewis.
In quella stessa giornata, Lewis era stato a pranzo con uno dei suoi colleghi e rivali, Irving Langmuir, che alcuni anni prima, dopo aver ampliato le teorie di legame dello stesso Lewis, finì per vincere quel premio Nobel che allo sfortunato scienziato, malgrado le sue 35 nominations, era sempre stato negato. Il coroner di allora stabilì che la morte era dovuta ad un semplice infarto, sebbene l'ipotesi di suicidio sembrasse tutto sommato abbastanza plausibile.Il cappio toccò invece al fisico Ludwig Boltzmann, il noto "terrorista algebrico", padre della meccanica statistica. Durante una vacanza a Trieste (più precisamente a Duino), Boltzmann, afflitto ormai da tempo da una grave crisi depressiva, decise di porre fine ai suoi giorni impiccandosi. Fu la figlia Elsa a ritrovare il corpo esanime del padre, al ritorno da una mattinata trascorsa al mare. Ma la storia di Fritz Haber, vincitore nel 1918 del premio Nobel per la Chimica, è ancora più raccapricciante.La moglie di Haber, Clara Immerwahr Haber, fu la prima donna ad ottenere un Ph.D all'università di Breslau. Contribuì al lavoro del marito senza alcuna forma di riconoscimento (il mondo scientifico di allora era fortemente avverso nei confronti del gentil sesso) e finì per togliersi la vita nel giardino di casa, con un colpo di pistola diretto al cuore; quello stesso giorno,il marito partì verso il fronte orientale, con la ferma intenzione di supervisionare gli effetti dei gas tossici sui soldati russi. Del resto, il suo nome è legato alla nascita delle armi chimiche, adoperate per la prima volta durante la Grande Guerra; fu allora che venne introdotta la cosiddetta "costante di Haber", indicante la dose minima di gas fatale per l'uomo (studi che trovarono poi un vasto campo di applicazione nei lager nazisti). Purtroppo al figlio di Haber, Hermann, non toccò una sorte migliore, condivise infatti lo stesso tragico destino della madre. Ma una sorte orribile aspettava anche Paul Ehrenfest, il migliore allievo di Boltzmann, in obbedienza a quello strano fato che spesso accomuna maestro e discepolo. Albert Einstein [2] fu testimone della gravissima depressione di Paul, tant'è che nell'estate del 1932, scrisse al consiglio direttivo dell’università di Leida, col preciso intento di ridurre il suo carico di lavoro.Il 25 settembre del 1933, dopo essersi assicurato per il benessere degli altri figli, Ehrenfest uccise il suo ultimogenito, Wassik, affetto dalla sindrome di Down, per poi togliersi la vita.
E l'elenco si allunga....
Mi fermo qua, dato che rileggendo il post mi viene da pensare ad uno strano ibrido fra Blu notte e Voyager. Il messaggio profondo, che si cela dietro la famosa formula S = k logW è forse un mistero degno dello stesso Giacobbo.
[1] Vi ricordo che David L. Goodstein è stato autore di una serie di video divulgativi tradotti in più lingue; direi che una visitina su The Mechanical Universe ci vuole.
[2] Einstein lo descriveva così: "Ehrenfest non era solamente il miglior insegnante nel nostro settore che avessi mai conosciuto, ma era anche passionalmente preoccupato dello sviluppo e del destino dell’uomo e specialmente dei suoi studenti. Comprendere l'altro, conquistarsi la sua amicizia e fiducia, prendersi cura di ogni persona che incontrava difficoltà esteriori o interiori, incoraggiare i giovani talenti. Tutto ciò era la sua vera essenza quasi più della sua immersione nei problemi scientifici." (tratto da wikipedia)