Sciopero dei calciatori? Tanti privilegiati senza il minimo buonsenso

Creato il 27 agosto 2011 da Candidonews @Candidonews

I calciatori ‘scioperano’, niente Seria A. I motivi della serrata? Eccoli qui, spiegati sinteticamente da Il Post:

Il dissenso è su due punti dell’accordo, l’articolo 4 e l’articolo 7.

A proposito dell’articolo 7,

le società vorrebbero introdurvi un comma che permetta l’allenamento separato di alcuni giocatori, ma i calciatori lo rifiutano dicendo che darebbe alle società un mezzo per fare pressioni sui giocatori non più graditi e che si vuole spingere alla cessione, escludendoli dal gruppo principale della squadra. Già lo scorso anno l’AIC aveva minacciato uno sciopero (poi rientrato) su un problema simile, che riguardava il consenso dei giocatori al trasferimento in un’altra squadra quando erano in scadenza di contratto.

A proposito dell’articolo 4,

invece, che riguarda i rapporti economici, i calciatori non accettano l’inserimento di un comma o di un allegato al contratto che permetta alle società di scaricare sui giocatori il costo di tassazioni straordinarie decise dal governo, come il contributo di solidarietà che dovrebbe essere inserito nell’ultima manovra finanziaria. La questione nasce, come ha spiegato Francesco Costa, perché molti contratti stabiliscono il compenso netto dei calciatori, e le tasse rimangono interamente a carico delle società. Modificando l’articolo 4 si intende cambiare questo meccanismo.

Visti i motivi io sono completamente a favore delle decisioni delle società. Se un calciatore non rientra piu nel progetto della squadra non vedo perche debba seguire il regolare allenamento? Sul contributo di solidarietà direi che non ci sono scuse. Devono pagare, come tutti gli altri. Al limite si puo pensare di decurtare lo stipendio netto (che prendono i calciatori) in misura proporzionale al lordo.

I calciatori non sono lavoratori come gli altri. La verità è questa ed è innegabile. Perchè? Perche vengono ‘acquistati’ a peso d’oro. Un normale lavoratore a tempo ‘determinato’ (l’unica tipologia contrattuale esistente che risulta simile a quella dei giocatori) ha un contratto che prevede un salario in base a delle prestazioni. Allo scadere del contratto i due contraenti (società e lavoratore) possono proseguire il rapporto oppure una delle due parti può decidere diversamente. Non esiste un ‘cartellino’ da acquistare. Una società concorrente non può acquistare il lavoratore in cambio di denaro. Certo, il comune dipendente può ‘licenziarsi’ prima della scadenza del contratto, cosa che i calciatori non possono fare ma.. c’è un ma. Nessuna categoria di dipendenti riesce ad avere stipendi cosi importanti come quelli avuti dagli atleti della Serie A e quindi non possono esistere le tutele previste dalle normali categorie in quanto non sussiste alcun problema economico. E poi parliamoci chiaro, quando un calciatore vuole andarsene.. in un modo o nell’altro se ne va. Ha vari modi per ‘sensibilizzare’ la propria squadra e spesso vi riesce.

Anzi, in questi ultimi anni, il potere dei calciatori nei confronti delle società è aumentato molto, come sono lievitati gli ingaggi. Il forte aumento degli ingaggi ha creato una netta disparità tra squadre ‘piu ricche’ e squadre meno dotate finanziariamente. I ‘miracoli’ del Cagliari di Riva o del Verona di Bagnoli non si ripeteranno piu, grazie alla esplosione degli stipendi voluta dai calciatori che, di fatto, hanno contribuito a distruggere quel poco di romanticismo che rimaneva in questo mondo. Per la loro ingordigia, per la voglia di diventare miliardari, i giocatori hanno costretto alla marginalità perenne le piccole società ed hanno obbligato i grandi team ad indebitarsi pesantemente.

Basta quindi con il buonismo. Chi sciopera non sono gli atleti delle serie minori, ragazzi che ‘arrotondano’ con il calcio, che percepiscono paghe modeste. Questi signori della Serie A sono strapagati, il piu ‘scarso’ prenderà centinaia di migliaia di euro. Il Paese si trova in una situazione difficile, noi ‘comuni mortali’ saremo costretti a sopportare tagli degli enti locali, aumenti delle imposizioni fiscali, diminuzione del potere di acquisto e con il probabile aumento Iva anche la difficoltà crescente a mantenere lo stesso stile di vita avuto sino ad oggi. I signori della Serie A non dovrebbero avere la faccia tosta di scioperare in un momento simile.

Non si tratta di demagogia, di populismo. Si tratta di buonsenso, quello che non hanno i calciatori milionari.

Sarebbe ora che i scioperassero gli appassionati di calcio. Allora si che ci sarebbe da divertirsi.


Filed under: Riflessioni, Sport Tagged: calcio, sciopero calciatori, sciopero serie a, serie a


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