Alfano è fiducioso, sa che la questione è gestibile in altro modo, senza ricorrere agli estremi scioperi: “Sono convinto comunque che ci sono le condizioni per affrontare con serenità il problema e risolverlo“. “I protagonisti della sicurezza sono gli uomini e le donne in divisa. Agli operatori di polizia è riconosciuta la specificità e noi lavoreremo perché sia assicurata nei mesi prossimi”. “Stiamo lavorando non per il rinnovo del contratto, che non è stato richiesto, ma per eliminare i blocchi salariali e speriamo che questo sforzo non venga complicato dai toni eccessivi del comunicato di ieri. Sono convinto che ci siano le condizioni per affrontare con serenità, da tutte le parti in causa, il problema e risolverlo”.
Come detto, Renzi è di tutt’altra idea; ieri da Newport la sua replica in merito alla faccenda è stata immediata: “Riceverò personalmente gli uomini in divisa ma non accetto ricatti“. Inoltre, sottolinea che è ingiusto scioperare, non per una riduzione, ma per un blocco dello stipendio, quando ci sono migliaia di disoccupati a causa di una crisi incontrollata. Oggi il premier è stato ancora più deciso: “Possiamo discutere, ma di tutto: del numero delle forze di polizia, del divario tra dirigenti e agenti, ma se si pensa di mettere in atto un comportamento che assomiglia a un vago ricatto si sappia con forza che noi i ricatti non li accettiamo. Se qualcuno dice ‘O fai come noi o è sciopero’, allora prego, accomodatevi. Noi difendiamo la dignità delle persone per bene che vogliono risolvere i problemi e non alimentare polemiche”. E aggiunge che certi sindacati “fanno male a chi veste divisa”.