Lo sciopero è un diritto del lavoratore, per cui, se vi capiterà di trovarvi in mezzo ad uno sciopero in aeroporto, cercate di capire (dopo esservi incavolati a dovere e dopo aver porconato in quattro lingue) che queste persone stanno lottando per migliorare le proprie condizioni di lavoro e non per andarsene a casa a guardarsi la trilogia del Signore degli Anelli, rovinandovi la vacanza. Certo, è fastidioso, rovina tutti i piani, fa perdere tempo, d’accordissimo, ma gli scioperi esistono, e per fortuna oserei dire, per cui facciamocene una ragione.
I PERIODI IN CUI NON SI PUÒ FARE SCIOPERO
Innanzitutto è bene sapere che esistono dei periodi dell’anno in cui non si possono indire scioperi, per cui se proprio, proprio, volete evitare questa situazione prenotate nei periodi che vado a elencarvi, ma se poi capita qualche altro imprevisto cercate di non prendervela troppo, si chiama sfiga!
I giorni sono:
- Dall 18 dicembre al 7 gennaio
- Dal 24 aprile al 2 maggio
- Dal 27 giugno al 4 luglio
- Dal 27 luglio al 5 settembre
- Dal 30 ottobre al 5 novembre
- Dal giovedì precedente al giovedì successivo alla Pasqua • dal terzo giorno precedente al terzo giorno che segue le consultazioni elettorali nazionali, europee e regionali, le consultazioni referendarie nazionali
- Dal giorno precedente al giorno successivo alle elezioni politiche suppletive o alle elezioni regionali ed amministrative parziali per le sole aree interessate
(direttamente dalla Carta dei diritti del Passeggero, pag. 43)
LE FASCE GARANTITE
Come per gli altri mezzi pubblici, anche in aeroporto sono previste delle fasce orarie, nelle quali il sevizio è garantito. Si parla delle fasce orarie che partono dalle 7 della mattina fino alle 10 e dalle 18 alle 21, per quanto riguarda le ore serali. Ciò significa che se il vostro aereo parte prima delle 7 non è sicuro che vi porterà a destinazione, insomma, adesso sapete anche in che orario prenotare il vostro volo.
E per quelli in arrivo? Mi spiego. Volo Parigi – Venezia, in partenza dalla Francia intorno alle 16, orario di arrivo previsto in Italia alle ore 18.30 (più o meno ci si impiega un’oretta e mezza), tecnicamente si cadrebbe fuori di mezzora dalle fasce di servizio garantito, quindi a logica, le operazioni di sbarco non sarebbero garantite, i passeggeri sarebbero costretti e rimanere in aereo per ore, cosa che va, comunque, contro le norme di sicurezza aeroportuale.
La carta dei diritti del passeggero però, stabilisce una mezzora di flessibilità per i voli internazionali in arrivo, per cui, se l’orario di atterraggio previsto cade all’interno della mezzora dopo le fasce garantite, ancora siete sicuri di tornare a casa, in caso contrario, bisognerà aspettare qualche oretta.
SI HA DIRITTO ALLA COMPENSAZIONE?
Mi dispiace, la risposta è no. Ma prima di chiudere la finestra e non finire di leggere questo articolo sullo sciopero in aeroporto, vediamo di ragionarci un attimo sopra, poi sarete liberi di sfogarvi come meglio credete.
Lo sciopero in aeroporto è classificato all’interno delle “circostanze eccezionali” assieme alle condizioni metereologiche non favorevoli al volo e a questioni di sicurezza. Il disagio è innegabile, ma non solamente per il passeggero, anche per la compagnia stessa, dietro ogni sciopero c’è un’enorme perdita di denaro causata dalla mancanza di un servizio che deve essere, poi, in qualche modo tamponato.
QUINDI, A COSA SI HA DIRITTO?
Non si è abbandonati a sé stessi, questo è sicuro, per partire in qualche modo si parte, probabilmente non negli orari che ci si era prefissati, ma a destinazione ci si arriva. Le compagnie aeree sono tenute a garantire ai propri passeggeri pasti e bevande in relazione alle ore di attesa (ogni due ore c’è la distribuzione di un light refreshment, vale a dire un voucher che permette ai passeggeri di ricevere qualcosa da bere e da mangiare).
Si ha inoltre diritto a 2 chiamate telefoniche o messaggi via telex, fax o e-mail, spesso ciò non viene fatto presente, ormai con l’era dei cellulari ognuno ha modo di avvisare a casa di eventuali disagi, ma sapere di aver diritto a non regalare i miliardi alle compagnie telefoniche per chiamare in Italia dall’estero e avvisare del contrattempo, è qualcosa di interessante!
Per approfondire: Overbooking: che cos’è e come affrontarlo & Volo cancellato, keep calm and listen to me