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Sciumè spiega la bizzarra ipotesi della vendita dei gioielli di famiglia: quote di Centropadane e Cremona-Mantova, che forse nemmeno si farà. Ma il centrodestra è diviso e difficilmente Cremona venderà come sta facendo Brescia. E Salini resta in minora...

Creato il 16 luglio 2012 da Cremonademocratica @paolozignani

Alberto Sciumè si è presentato stamattina alla commissione Controllo e Garanzia convocata da Maria Rosa Zanacchi, per dare informazioni sull’attività svolta nell’esercizio delle proprie cariche. L’avvocato milanese – coinvolto nell’imbarazzante situazione della Fondazione di ricerca biomedica di Nerviano, centro oncologico di importanza internazionale da lui presieduto – ha spiegato che Centropadane, di cui è vicepresidente, potrebbe non farcela più a reggere sul mercato da sola e partecipare con le sole proprie forze alla gara per l’assegnazione della concessione, ormai scaduta e prorogata. Si attende l’esito di un ricorso al Tar, ma la prospettiva più accreditata è quella della vendita di quote per consentire l’ingresso nella società presieduta da Augusto Galli (Pd) di un socio, Gavio, che essendo concessionario della Tibre è inevitabilmente interessato a una quota anche minoritaria dell’A 21 (gestita da Centropadane) e della Cremona-Mantova, gestita dalla società Stradivaria, presieduta da Alberto Sciumè, che fra l’altro è anche consulente legale della Provincia di Cremona. La scelta di vendere in questo momento è veramente nefasta: il rischio pesantissimo è svendere a basso prezzo, con un danno per l’amministrazione provinciale.

Sciumè spiega la bizzarra ipotesi della vendita dei gioielli di famiglia: quote di Centropadane e Cremona-Mantova, che forse nemmeno si farà. Ma il centrodestra è diviso e difficilmente Cremona venderà come sta facendo Brescia. E Salini resta in minora...

Alberto Sciumè, avvocato che a molti non dà la sensazione di difendere politicamente Cremona

Un uomo nella tempesta, ma sereno (o sa ben recitare?), almeno a Cremona. Accanto a lui, l’altro ciellino di ferro, il formigoniano tutto d’un pezzo Massimiliano Salini, presidente della Provincia. Per quanto Salini sia un privatizzatore assai determinato, non è scelta sua, ha affermato, poiché la situazione di Centropadane e l’eventualità di una vendita di quote è determinata dalla forte pressione normativa nazionale. Ci credete a Salini? Politicamente io no, visti i precedenti.

E’ che così stanno le cose: da mesi le notizie che giungono dal governo e dal Parlamento inducono gli enti locali a considerare l’ipotesi di vendere quote di società partecipate o di intera proprietà.

Ma francamente, visti i precedenti in Provincia di Cremona, credo che il presidente Salini non meriti fiducia politica, perché ha forzato la mano troppe volte nel caso della riforma della gestione dell’acqua e ha trattato con una leggerezza incredibile la questione della riconfigurazione della Provincia, ipotizzando stranezze giuridico politiche senza la minima giustificazione ragionevole. Pagine di giornale sono state scritte: a mio giudizio carta straccia.

Neanche Sciumè, da un punto di vista politico, ha dimostrato grande serietà nella gestione della Fondazione di Nerviano, tant’è vero che c’è un’inchiesta aperta condotta da pm romani che non s’interessano certo delle vicende politiche di Cremona. Finché l’inchiesta non sarà conclusa non sapremo bene che cos’è successo. Non vedo l’opportunità per cui Sciumè si tenga le cariche cremonese, visti i guai che deve affrontare, ahilui, a Milano. Quanto alle amicizie di Formigoni, non sono buone. Mi dispiace affermare che questi signori, Salini e Sciumè, non sono le persone politicamente più affidabili del mondo, vista la loro vicinanza o subalternità a Formigoni, che non si è comportato in modo limpido.

Tutti ne paghiamo le conseguenze, questo è il vero problema, sia chi è di destra che chi è di sinistra. E i cittadini, tutti, imprese, lavoratori, tutti quanti, meritano di meglio che tante belle promesse. 

Da parte propria la Provincia di Brescia emetterà presto un bando per la vendita della propria quota dell’A21: l’11% del Comune e il 15 % della Provincia. Anche Piacenza dispone di proprie quote, come pure Cremona: e Cremona e Brescia partecipano anche con quote di proprietà delle rispettive Camere di commercio.

Quel che non piace è che lo statuto non prevede la privatizzazione  o la maggioranza del privato. Ma se il 27% viene privatizzato a Brescia e poi vende anche Cremona il proprio 12% circa, manca poco alla cessione della maggioranza a Gavio.

Si cerca di tenere la governance pubblica, afferma Giovanni Biondi, come anche pure auspica la presidente di commissione Maria Rosa Zanacchi. Ma del doman non v’è certezza.

Oltretutto Alberto Sciumè non ha affatto garantito la realizzazione della Cremona-Mantova, autostrada regionale. A questo scatta la domanda: anche se il presidente di Centropadane è ancora il buon pizzettiano Augusto Galli, che cosa ci ha portato di buono questo Sciumè? Nulla.

Alla vendita della quote dell’A21 probabilmente Cremona non procederà, poiché consiglieri come Gabriele Gallina, uno degli uomini nuovi del Pdl, non è d’accordo e il centrodestra non è per niente compatto.

Quindi Cremona difficilmente riuscirà a far passare la vendita della quote, da sempre criticata dal centrosinistra. Giovanni Biondi, che un tempo era possibilista, oggi non lo è più, dato che le condizioni di mercato sono negative.

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