Sclerosi Multipla: altri studi interessanti sulla scoperta italiana di Zamboni

Creato il 19 febbraio 2012 da Yellowflate @yellowflate

Sono state pubblicate sul sito della rivista medica “Reviews on Recent Clinical Trials” tre interessanti revisioni scientifiche sul ruolo dell’insufficienza venosa cronica cerebro spinale (CCSVI), scoperta nel 2007 dal prof. Paolo Zamboni (Direttore del Centro Malattie Vascolari dell’Università di Ferrara), e la sclerosi multipla (SM), malattia gravemente invalidante che colpisce oltre 61.000 italiani, con esordio prevalente tra i 20 e i 40 anni e dunque nel pieno delle loro attività per la quale non si conoscono ancora né le cause né una terapia efficace per tutti.

La prima revisione, intitolata “Il ruolo delle anomalie venose nelle malattie neurologiche” è stata presentata dal team americano guidato dal prof. E. Mark Haacke della Wayne State University di Detroit (Michigan).
Secondo gli autori il ruolo della circolazione venosa è stato a lungo sottovalutato nella pratica clinica e nella ricerca nel campo delle malattie neurologiche. Nella loro recensione presentano una panoramica delle prove esistenti che le anomalie venose possano svolgere un ruolo chiave nello sviluppo e nella manifestazione delle malattie neurologiche e neurodegenerative. Esaminano la storia dietro al ruolo delle malattie venose nella sclerosi multipla e le loro connessioni con i punti di riferimento della malattia, i collegamenti dell’ipertensione venosa cronica all’idrodinamica cerebrale ed il ruolo del ferro nella SM. Inoltre evidenziano il ruolo delle alterazioni venose in altre malattie tra cui il reflusso venoso giugulare, le anomalie dello sviluppo, l’idrocefalo ed il flusso del fluido cerebrospinale. Infine, sulla base delle informazioni presentate in tutto l’intero riesame, gli autori concludono su un legame tra l’insufficienza venosa cronica cerebro spinale e la sclerosi multipla e sul ruolo e sul potere della risonanza magnetica nella diagnosi di anomalie venose.

La seconda revisione, intitolata “Biofisica del ritorno venoso dal cervello dal punto di vista della fisiopatologia dell’insufficienza venosa cronica cerebro spinale” è stata presentata dal team polacco del dr. Marian Simka di Katowice.

Questo articolo discute gli aspetti biofisici del deflusso venoso dal cervello in individui sani e in pazienti con insufficienza venosa cronica cerebro spinale. Il sangue scorre fuori del cervello in modo diverso, in funzione della posizione del corpo. Nella posizione supina fluisce fuori principalmente attraverso le vene giugulari interne, mentre in posizione verticale utilizza le vene vertebrali. Questo fenomeno non è probabilmente dovuto alla regolazione attiva del flusso, ma risulta essere causato invece dal collasso delle vene giugulari quando la testa è elevata. Tale collasso è associato ad un aumento significativo nella resistenza al flusso, che porta il reindirizzamento del flusso verso la via vertebrale. I calcoli teorici rispettando tutte le regole della meccanica dei fluidi indicano che i gradienti di pressione necessari per lo spostamento del sangue dal cervello verso il cuore differiscono in modo significativo tra le posizioni supina e in piedi. L’occlusione di vene giugulari interne, secondo la meccanica dei fluidi, dovrebbe tradursi in aumento significativo della resistenza al flusso e nella restrizione del flusso cerebrale, che è in linea con le osservazioni cliniche. Secondo gli autori è importante sottolineare che l’analisi biofisica del deflusso venoso cerebrale implica che il cervello non possa facilmente compensare a causa di una maggiore resistenza venosa periferica (ossia un’occlusione delle grandi vene extracraniche drenanti questo organo), sia elevando il gradiente di pressione o diminuendo la resistenza vascolare attraverso l’assunzione di ulteriori percorsi di drenaggio. Questo potrebbe significare che l’insufficienza venosa cronica cerebro spinale può provocare la distruzione del delicato tessuto nervoso del sistema nervoso centrale.

Nel terzo ed ultimo articolo, intitolato “Morfologia della valvola della vena giugulare interna in pazienti con insufficienza venosa cronica cerebrospinale (CCSVI): risultati angiografici e dimostrazioni schematiche” presentato dal team giordano guidato dal Dr. Ma’moon Hasan Al-Omari dell’Università Giordana di Scienze e Tecnologia, secondo gli autori l’insufficienza venosa cronica cerebro spinale (CCSVI) è una sindrome recentemente descritta nei pazienti con sclerosi multipla. E’ caratterizzata da un’emodinamica venosa anormale causata da numerosi ostacoli nelle vene principali che drenano il sistema nervoso centrale, di solito le vene giugulari interne e la vena azygos. La vena giugulare interna è la vena più comunemente colpita. La maggior parte delle anomalie in questa vena si trovano a livello della valvola giugulare. Lo scopo della revisione è quello di dare descrizioni venografiche e schematiche delle più comuni anomalie valvolari e perivalvolari presenti nella parte inferiore della vena giugulare interna.
Queste revisioni confermano un possibile ruolo dell’insufficienza venosa cronica cerebro spinale (CCSVI) nella sclerosi multipla (SM) e rendono assolutamente necessario l’avvio dello studio multicentrico italiano “Brave Dreams”, promosso dalla Regione Emilia Romagna e coordinato dallo stesso prof. Zamboni, a cui recentemente l’Associazione Italiana Sclerosi Multipla (Aism) ha clamorosamente negato il finanziamento nel passato più volte promesso per fare una luce su una malattia ancora misteriosa come la sclerosi multipla.
Fonte: http://www.benthamscience.com/rrct/E-Pub-Ahead-of-Schedule.htm

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