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Sclerosi Multipla: da Buffalo uno studio sulla diagnosi della CCSVI di Zamboni

Creato il 03 ottobre 2012 da Yellowflate @yellowflate

Sclerosi Multipla: da Buffalo uno studio sulla diagnosi della CCSVI di ZamboniDurante il 28° congresso del Comitato europeo per il trattamento e la ricerca nella sclerosi multipla (ECTRIMS), che si terrà a Lione dal 10 al 13 ottobre, verrà presentato il poster di un interessante studio intitolato “Confronto tra l’ecografia intravascolare con il gold standard della venografia con catetere per la diagnosi di anomalie venose extra-craniche indicative di CCSVI: risultati dello studio PREMiSe (Prospettico randomizzato della terapia endovascolare nella sclerosi multipla)“.

Secondo alcuni ricercatori dell’Università di Buffalo, è stata proposta una combinazione di cinque criteri ecografici (DS) per la diagnosi dell’insufficienza venosa cronica cerebro spinale (CCSVI) nei pazienti con sclerosi multipla (SM). Un soggetto era considerato positivo alla CCSVI se venivano soddisfatti due o più criteri emodinamici venosi (VH). Un certo numero di studi recenti ha valutato l’accuratezza dei criteri ecografici ecografici (DS) rispetto al “gold standard” della venografia con catetere (CV) con risultati discrepanti. Nonostante sia stata utilizzata come standard di riferimento per la valutazione di problemi vascolari, la CV fornisce solo una luminografia, con pochi o nessun dato sulla parete del vaso o sulle strutture endoluminali che sono le caratteristiche principali delle anomalie venose correlate alla CCSVI.
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I ricercatori hanno studiato con la CV e l’ecografia intravascolare (IVUS) la frequenza di anomalie extra-craniche nelle vene giugulari interne (IJVs) e nella vena azygos (AZY).

PREMiSe è uno studio di angioplastica endovascolare che ha arruolato 30 pazienti con SM recidivante, che allo screening soddisfavano 2 o più criteri ecografici extracranici. Lo studio è stato condotto in due fasi. La fase I era in aperto e comprendeva 10 pazienti con SM, mentre la fase II era controllata con placebo, blindata e randomizzata, e includeva 20 pazienti con SM. La venografia con catetere è stata eseguita su tutte le vene giugulari interne ed azygos, mentre l’IVUS è stata eseguita attraverso segmenti stenotici sospetti (restrizione pari o superiore al 50%) delle vene giugulari interne ed azygos nella fase I, e su tutti i vasi nella fase II. La CV è stata considerata anormale quando veniva rilevata una restrizione del lume pari o speriore al 50%. L’IVUS è stata considerata anormale quando venivano rilevati una restrizione del lume pari o superiore al 50% o difetti intraluminali (setti, vene incanalate, difetti di riempimento intraluminali iperecogeni, lumi doppi/paralleli) o una ridotta pulsatilità.

Su 22 vene azygos studiate con l’IVUS e la CV, 19 (86,4%) mostravano risultati anormali con l’IVUS, mentre 12 (44,4%) di loro mostravano anomalie con la CV. Nelle vena giugulari interne di sinistra, 21 (84%) su 25 vene studiati con l’IVUS e la CV mostravano anomalie con l’IVUS, e 19 (76%) con la CV. Nelle vene giugulari interne di destra, 14 (58,3%) su 24 vene studiate con l’IVUS e la CV erano anormali. Le anomalie venose più frequenti erano quelle endoluminali (86,4%) nella vena azygos, mentre sono stati rilevati nelle vene giugulari interne in ordine decrescente di frequenza, pulsatilità ridotta, stenosi ed anomalie intraluminali.
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Al termine dello studio, secondo gli autori, la valutazione con l’ecografia intravascolare (IVUS) delle vene giugulari interne ed azygos ha mostrato una maggiore incidenza di anomalie venose rispetto alla venografia con catetere. L’IVUS fornisce un vantaggio diagnostico rispetto al “gold standard” della venografia con catetere nella rilevazione di anomalie venose extra-craniche indicative di CCSVI.

Fonte: http://registration.akm.ch/einsicht.php?XNABSTRACT_ID=157035&XNSPRACHE_ID=2&XNKONGRESS_ID=171&XNMASKEN_ID=900
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