Sclerosi Multipla: da Novara uno studio dei neurologi sulla CCSVI

Creato il 25 febbraio 2013 da Yellowflate @yellowflate

E’ stato pubblicato sul sito della rivista scientifica Plos One uno studio intitolato “L’insufficienza venosa cronica cerebro spinale non è associata con la sclerosi multipla e la sua gravità: uno studio eseguito in doppio cieco“.

Secondo alcuni ricercatori piemontesi, coordinati dal neurologo dr. Maurizio Leone di Novara, l’insufficienza venosa cronica cerebro spinale (CCSVI) è stata associata con la sclerosi multipla (SM) con un alto rischio raddoppiato per un effetto protettivo. Tuttavia, non tutti gli studi erano in doppio cieco e non è mai stata valutata l’efficacia dell’accecamento.

Questi ricercatori hanno così valutato l’associazione della CCSVI con la SM in uno studio trasversale in doppio cieco per trovare un’associazioni della CCSVI con la gravità di sclerosi multipla.


L’esame ecocolordoppler sarebbe stato effettuato in conformità con i cinque criteri di Zamboni su 68 pazienti consecutivi con SM e 68 controlli sani, bilanciati per sesso ed età (± 5 anni). Quattro neurosonologi “esperti”, accecati sullo status dei casi e dei controlli, hanno eseguito lo studio e stato poi chiesto loro di individuare lo stato (caso o controllo) di ciascun partecipante. Il numero dei positivi ai criteri della CCSVI era simile nei due gruppi. La CCSVI, definita con la presenza di due o più criteri, è stata rilevata in 21 casi di SM (30,9%) e in 23 controlli (33,8%), con un OR di 0,9 (95% CL = 0,4-1,8, p = 0,71). La prevalenza della CCSVI era correlata all’età nei casi di SM (OR aumentatato da 0,2 a 1,4), ma non nei controlli. I pazienti con SM positivi alla CCSVI (N = 21) e negativi (N = 47) erano simili per tipo clinico, età di esordio della malattia, disabilità e fatica. La durata della malattia era più lunga (16,5 ± 9,8 anni) nei positivi alla CCSVI rispetto ai pazienti negativi (11.5 ± 7.4; p = 0.04). Gli operatori hanno individuato 34/68 casi di SM (50%) e 45/68 controlli (66%) (p = 0,06), che indica un diverso successo dell’accecamento.

Al termine dello studio, secondo gli autori, la CCSVI non era associata con la stessa SM, né con la sua gravità. A loro avviso non si può escludere la possibilità che la CCSVI sia una conseguenza della SM o dell’invecchiamento (…). L’accecamento degli ecografisti è un punto chiave nello studio della CCSVI e la sua verifica dovrebbe essere un requisito degli studi futuri.

Fonte: http://www.plosone.org/article/info%3Adoi%2F10.1371%2Fjournal.pone.0056031

COMMENTO:


Ancora dei neurologi all’attacco della teoria del prof. Zamboni (Direttore del Centro Malattie Vascolari dell’Università di Ferrara) sulla possibile correlazione tra l’insufficienza venosa cronica cerebro spinale (CCSVI), da lui stesso scoperta nel 2007, e la sclerosi multipla (SM), malattia gravemente invalidante che colpisce 63.000 italiani e per la quale purtroppo non si conoscono ancora note né le cause né una terapia definitiva e valida per tutti, nonostante le ingenti risorse investite nella ricerca sopratutto nel ricco settore farmaceutico.


Su questo studio possiamo notare che il risultato più importante di questo studio è stato tranquillamente omesso, e solo pochi addetti ai lavori possono estrapolarlo. Furbescamente è stata data la percentuale complessiva di prevalenza sommando le prestazioni di quattro operatori, ma tacendo il fatto che solo uno dei quattro (Liboni) aveva fatto un training presso il centro vascolare di Ferrara del prof. Zamboni. Se si vanno a vedere i risultati solo l’operatore “formato” aveva rilevato il 60% di CCSVI nel gruppo SM, con un rischio aumentato di una volta e mezzo. Tuttavia il suo risultato purtroppo è stato annacquato dalla prestazione degli altri tre operatori non specificatamente “formati”. Questo studio dimostra ancora una volta la necessità della formazione (training) degli operatori e di una curva di apprendimento per eseguire questo particolare esame ecodoppler, e come non si possa affidare ad autodidatti la responsabilità di uno studio epidemiologico.

Preoccupa infine il conflitto d’interessi dichiarato da alcuni autori dello studio: il dr. Leone ha ricevuto fondi per viaggi e fondi di ricerca da Merck-Serono, Biogen Idec-, e Sanofi Aventis. La dr.ssa Naldi ha ricevuto fondi per viaggi dalla Merck-Serono.


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