Secondo il Dr. Thibault l’eziologia proposta per lo sviluppo dell’insufficienza venosa cronica cerebrospinale (CCSVI) associata a sclerosi multipla (SM) è stata dimostratata dalla presenza di malformazioni venose congenite trunculari. Tuttavia a suo avviso questa ipotesi non sarebbe coerente con l’epidemiologia o l’incidenza geografica della sclerosi multipla e non sarebbe coerente con molti dei risultati ecografici o radiografici dei disturbi venosi nei pazienti con SM. Tuttavia la probabilità di una eziologia venosa della SM rimarrebbe forte sulla base delle prove accumulate da quando il disturbo è stato descritto per la prima volta.
Il metodo utilizzato in questa revisione è stato quello di cercare nella banca dati PubMed tutte le passate pubblicazioni mediche relative a studi vascolari, venosi, ematologici, epidemiologici, biochimici e genetici ed ai trattamenti della sclerosi multipla.
I risultati epidemiologici e geografici sulla prevalenza della SM indicano il coinvolgimento di un agente infettivo. La revisione del Dr. Thibault sulla patologia venosa associata alla SM descrive un’ipotesi che la patogenesi della malattia venosa potrebbe essere causata da un agente infettivo delle vie respiratorie come la Chlamydophila pneumoniae, che causerebbe una specifica venulite cronica persistente che colpisce il sistema venoso cerebrospinale. La diffusione secondaria dell’agente inizierebbe attraverso il sistema linfatico coinvolgendo in particolare la vena azygos, le vene giugulari interne e le vene vertebrali. L’ipotesi elaborata dal Dr. Thibault propone dei meccanismi attraverso i quali una vasculite venosa infettiva potrebbe provocare specifici danni neurali con gli effetti metabolici, immunologici e vascolari osservati nella SM. L’ipotesi descritta sarebbe compatibile con molti dei fattori noti della patogenesi della SM e fornirebbe quindi un quadro di riferimento per ulteriori ricerche su un’eziologia venosa della malattia.
Secondo il Dr. Thibault se la SM fosse il risultato di una venulite infettiva cronica piuttosto che di una sindrome che coinvolge malformazioni venose congenite trunculari sarebbero allora richieste delle terapie aggiuntive oltre all’angioplastica attualmente in uso per ottimizzare i risultati.
Fonte:
phleb.rsmjournals.com/content/early/2012/01/11/phleb.2011.011068.abstract