Lo studio, coordinato dal Prof. Strefano Bastianello dell’Università di Pavia, conferma la possibile correlazione tra la sclerosi multipla e la CCSVI, scoperta nel 2008 dal Prof. Paolo Zamboni, Direttore del Centro Malattie Vascolari dell’Università di Ferrara.
La ricerca è stata compiuta con l’osservazione di 710 pazienti con sclerosi multipla in sei centri (5 in Italia e 1 in Canada) al termine dello studio, secondo gli autori, i metodi per la diagnostica della CCSVI hanno bisogno di essere raffinati, a causa delle differenze eccessivamente alte tra i centri, in particolare nei singoli criteri. Nonostante queste discrepanze, le forti associazioni forti tra CCSVI ed il fenotipo SM suggeriscono che la presenza di CCSVI possa favorire uno sviluppo successivo della sclerosi multipla nei pazienti con una minore suscettibilità alle malattie autoimmuni e possa aumentarne la sua gravità.
Dopo le recenti polemiche avvenute durante il congresso internazionale sulla sclerosi multipla Ectrims 2011, dove un noto neurologo ha duramente attaccato gli studi sulla CCSVI nella SM senza fornire alcuna pubblicazione in merito, ecco invece una nuova importante conferma sulla scoperta del prof. Zamboni, che offre una nuova concreta speranza ai malati di sclerosi multipla (oltre 60.000 in Italia), malattia gravemente invalidante che colpisce il sistema nervoso centrale e le cui possibili cause sono finora sconosciute.