Come già da annuncio nell’ottobre scorso a Lione durante il congresso del comitato europeo per la ricerca e il trattamento della sclerosi multipla (Ectrims 2012) in questo studio è stata trovata una correlazione tra le due patologie solo nel 3% (…) dei pazienti esaminati.
Ecco il parere del prof. Paolo Zamboni, espresso sia prima della partenza dello studio Cosmo (settembre 2010) che dopo l’annuncio dei risultati (ottobre 2012).
SCLEROSI MULTIPLA: ZAMBONI, TRIAL AISM SU CCSVI NON CORRETTO
ROMA 24 settembre 2010 – Il protocollo stabilito dall’Associazione Italiana Sclerosi Multipla (Aism) per verificare la teoria del medico ferrarese Paolo Zamboni sull’origine della malattia e su una sua possibile cura ”rischia di non riuscire a dimostrare nulla” a causa di alcuni difetti di procedura. Lo ha affermato lo stesso Zamboni, che si è dimesso dal comitato scientifico della sperimentazione, a margine di una audizione alla commissione d’inchiesta del Senato sul Sistema Sanitario Nazionale presieduta da Ignazio Marino.
”Avevo chiesto di aspettare qualche mese per formare gli operatori che devono fare gli esami – ha affermato Zamboni – e mi è stato detto di no. Ho suggerito allora di ridurre il campione, in modo da farlo esaminare solo da tecnici già formati, ma anche questa richiesta è stata rifiutata. In queste condizioni la sperimentazione rischia di non dimostrare nulla, perchè un tecnico non formato non è in grado di trovare la malformazione dei vasi sanguigni che secondo noi è alla base della Sclerosi”.
Il medico ferrarese è stato sostituito da Erwin Stolz, della Clinica Neurologica dell’Università di Giessen in Germania: ”Si tratta di un esperto di ecodoppler del cranio – afferma Zamboni – mentre per dimostrare il mio metodo gli esami vanno fatti al collo e al torace. Lo scetticismo c’è in tutte le associazioni sulla Sclerosi multipla del mondo, che hanno fondi soprattutto dalle case farmaceutiche”. (ansa).
ZAMBONI, IL MONDO SCIENTIFICO E’ DIVISO
Intervista al professor Zamboni, di Enrico Negrotti.
Avvenire – 13 ottobre 2012
«Non mi aspettavo nulla di diverso. Del resto lo studio Cosmo è viziato da un difetto d’origine». Paolo Zamboni, il chirurgo vascolare dell’Università di Ferrara che ipotizza una relazione tra la sclerosi multipla e alcune malformazioni delle vene del collo (insufficienza venosa cronica cerebrospinale, Ccsvi), non si stupisce della “bocciatura” giunta da Lione. Ma aggiunge: «Proprio oggi è uscito su un’importante rivista scientifica uno studio mio e di alcuni biofisici inglesi con dati che confermano la correlazione con dati più oggettivi».
Lo studio Cosmo nega correlazioni tra Ccsvi e sclerosi multipla. Che cosa ne pensa?
Da questo studio io uscii in fase di progettazione, perché sapevo che la metodologia proposta avrebbe portato a questo risultato negativo. Il problema è che il sistema più semplice per fare diagnosi è l’ecodoppler, ma è un metodo in cui c’è una grande variabilità di risultati dipendenti dall’operatore, in cui il giudizio deriva da una sua interpretazione sui dati. Avevamo proposto di far effettuare l’esame da un angiologo o un radiologo vascolare, più esperto nella materia; viceversa i neurologi hanno voluto avocare a sé la gestione e hanno fatto fare un programma di formazione per personale neurologico, ma l’esame ecodoppler è molto complesso.
Questo spiega il risultato differente?
La presenza della Ccsvi in pazienti con sclerosi multipla è confermata dagli scienziati dell’area cardiovascolare in una quota variabile tra il 60 e il 100 per cento dei casi. Viceversa gli studiosi con formazione neurologica, nella maggior parte dei casi, non la trovano associata ai pazienti e la ritengono presente in una quantità pari nella popolazione generale. Questa spaccatura nel mondo scientifico lascia la controversia completamente aperta.
Non c’è modo di dirimerla?
La scorsa settimana, a una consensus conference di radiologi il professor Giovanni Simonetti (Università di Roma Tor Vergata) ha proposto di utilizzare una diagnostica integrata con quattro esami: flebografia con catetere, risonanza magnetica delle vene, ecodoppler, pletismografia cervicale. In questo modo si potrebbero avere dati più affidabili.
Quindi lo studio Cosmo non ha validità?
Avevo già detto che se il dato epidemiologico non è raccolto in modo adeguato, il risultato non è quello reale. Posso far osservare che proprio oggi (ieri, ndr) è uscito su Phlebology (rivista leader per le malattie delle vene) un lavoro che ho condotto in collaborazione con biofisici inglesi, che dimostra – con un metodo che non è operatore dipendente – che nei pazienti con sclerosi multipla e Ccsvi il sangue che esce dal cervello incontra una maggiore resistenza idraulica a causa dei blocchi. Oppure indicare il nostro studio, svolto in collaborazione con colleghi di New York e presentato ieri proprio a Lione, da cui emerge che gli interventi alle vene cerebrali producono miglioramenti. Vorrei ricordare che parliamo di una malattia di cui non si conosce ancora la causa, né il processo patogenetico. E si vuole ostacolare la libertà di ricerca?
Infine, per chi conosce un pò d’inglese, ecco il parere del celebre cardiochirurgo Dr. Andrew Nicolaides, espresso durante il prestigioso VEITH symposium di New York:
Fonti:
http://www.acesm.org/680/
http://www.atuttadestra.net/index.php/archives/31713