Gran parte di questi studi “contrari” all’ipotesi formulata dal prof. Zamboni provengono da centri neurologici, italiani ed esteri e gli esami ecocolordoppler risultano esser stati fatti quasi sempre da neurosonologi, che notoriamente non si erano mai occupati di circolazione venosa extracranica ma solo di arterie (carotidi).
Osservando i papers di questi studi è possibile notare che gran parte di essi non ha preso in considerazione il “nuovo” protocollo pubblicato nel dicembre 2011 sulle riviste scientifiche International Angiology e Functional Neurology dal prof. Zamboni, protocollo che tenta di risolvere alcune problematiche emerse nei primi studi dove la CCSVI non era stata trovata da alcuni centri.
Secondo Zamboni e il suo team l’insufficienza venosa cronica cerebro spinale (CCSVI) è una sindrome caratterizzata da stenosi ed ostruzione delle vene giugulari interne e/o azygos con alterazione del flusso e formazione di circoli venosi collaterali. Studi che hanno usato l’ecografia nei pazienti con sclerosi multipla hanno dimostrato un’alta prevalenza di CCSVI (media 70%; range 0-100%; n=1496 ), mentre nei controlli normali e nei pazienti senza sclerosi multipla la prevalenza era molto più bassa (media 10%; range: 0-36%; n=635 ). L’ecografia usa una combinazione di misurazioni fisiologiche, come anche immagini anatomiche, ed è stata impiegata per l’individuazione della CCSVI da centri differenti con risultati variabili. Un’alta prevalenza di lesioni ostruttive variante tra il 62 e il 100% è stata trovata da alcuni gruppi nei pazienti con sclerosi multipla, rispetto a una più bassa prevalenza di 2-25% nei controlli. Tuttavia, da altri è stata riportata l’assenza di tali lesioni o una più bassa prevalenza (16-52% ) da altri. Questa variabilità potrebbe essere il risultato di differenze nella tecnica, formazione, esperienza o criteri impiegati. L’attuale mancanza di una metodologia condivisa tra gli esperti è un elemento di confondimento negli studi epidemiologici. Con l’obiettivo di assicurare un’alta riproducibilità della scansione doppler con comparabile accuratezza tra i centri, è stato proposto un dettagliato protocollo con metodologia e criteri standardizzati. Ciò è anche necessario per la formazione. E’ stato dimostrato che la variabilità inter-operatore migliora dopo un periodo di training (da k = 0,47 a k=0,80), mentre la riproducibilità intra-operatore, in personale formato, ha un volore k di 0,75. Infine, il documento di consenso propone uno standard di reporting delle misurazioni doppler e la ricerca futura per rispondere alle aree di incertezza.
Fonte: http://www.minervamedica.it/en/journals/international-angiology/article.php?cod=R34Y2011N06A0571
COMMENTO:
Per eseguire correttamente l’ecodoppler per la CCSVI è necessaria la formazione degli operatori e una curva di apprendimento.
Non si può affidare a degli autodidatti la responsabilità di uno studio epidemiologico.