Sclerosi Multipla e CCSVI: studi ecocolordoppler eseguiti non correttamente

Creato il 04 marzo 2013 da Yellowflate @yellowflate

In questi primi mesi del 2013 con un certo risalto mediatico sono stati pubblicati su alcune riviste scientifiche neurologiche studi con ecocolordoppler che negano una reazione tra l’insufficienza venosa cronica cerebro spinale (CCSVI), scoperta nel 2007 dal prof. Paolo Zamboni (Direttore del Centro Malattie Vascolari dell’Università di Ferrara), e la sclerosi multipla (SM), malattia gravemente invalidante che colpisce 63.000 italiani e per la quale purtroppo non sono ancora note né le cause né una terapia definitiva e valida per tutti, nonostante le ingenti risorse investite per la ricerca soprattutto nel ricco settore farmaceutico.

Gran parte di questi studi “contrari” all’ipotesi formulata dal prof. Zamboni provengono da centri neurologici, italiani ed esteri e gli esami ecocolordoppler risultano esser stati fatti quasi sempre da neurosonologi, che notoriamente non si erano mai occupati di circolazione venosa extracranica ma solo di arterie (carotidi).
Osservando i papers di questi studi è possibile notare che gran parte di essi non ha preso in considerazione il “nuovo” protocollo pubblicato nel dicembre 2011 sulle riviste scientifiche International Angiology e Functional Neurology dal prof. Zamboni, protocollo che tenta di risolvere alcune problematiche emerse nei primi studi dove la CCSVI non era stata trovata da alcuni centri.

Secondo Zamboni e il suo team l’insufficienza venosa cronica cerebro spinale (CCSVI) è una sindrome caratterizzata da stenosi ed ostruzione delle vene giugulari interne e/o azygos con alterazione del flusso e formazione di circoli venosi collaterali. Studi che hanno usato l’ecografia nei pazienti con sclerosi multipla hanno dimostrato un’alta prevalenza di CCSVI (media 70%; range 0-100%; n=1496 ), mentre nei controlli normali e nei pazienti senza sclerosi multipla la prevalenza era molto più bassa (media 10%; range: 0-36%; n=635 ). L’ecografia usa una combinazione di misurazioni fisiologiche, come anche  immagini anatomiche, ed è stata impiegata per l’individuazione della CCSVI da centri differenti con risultati variabili. Un’alta prevalenza di lesioni ostruttive variante tra il 62 e il 100% è stata trovata da alcuni gruppi nei pazienti con sclerosi multipla, rispetto a una più bassa prevalenza di 2-25% nei controlli. Tuttavia, da altri è stata riportata l’assenza di tali lesioni o una più bassa prevalenza (16-52% ) da altri. Questa variabilità potrebbe essere il risultato di differenze nella tecnica, formazione, esperienza o criteri impiegati. L’attuale mancanza di una metodologia condivisa tra gli esperti è un elemento di confondimento negli studi epidemiologici. Con l’obiettivo di assicurare un’alta riproducibilità della scansione doppler con comparabile accuratezza tra i centri, è stato proposto un dettagliato protocollo con metodologia e criteri standardizzati. Ciò è anche necessario per la formazione. E’ stato dimostrato che la variabilità inter-operatore migliora dopo un periodo di training (da k = 0,47 a k=0,80), mentre la riproducibilità intra-operatore, in personale formato, ha un volore k di 0,75. Infine, il documento di consenso propone uno standard di reporting delle misurazioni doppler e la ricerca futura per rispondere alle aree di incertezza.
Fonte: http://www.minervamedica.it/en/journals/international-angiology/article.php?cod=R34Y2011N06A0571

COMMENTO:

Per eseguire correttamente l’ecodoppler per la CCSVI è necessaria la formazione degli operatori e una curva di apprendimento.

Non si può affidare a degli autodidatti la responsabilità di uno studio epidemiologico.