Sclerosi Multipla e Metodo Zamboni: in arrivo lo studio Cosmo dell’Aism…

Creato il 30 settembre 2012 da Yellowflate @yellowflate

Molto presto verranno diffusi i risultati “finali” dello studio epidemiologico Cosmo, promosso e finanziato dall’Associazione Italiana Sclerosi Multipla (Fism-Aism) sulla correlazione tra l’insufficienza venosa cronica cerebro spinale (CCSVI), scoperta nel 2007 dal prof. Paolo Zamboni (Direttore del Centro Malattie Vascolari dell’Università di Ferrara) e la sclerosi multipla (SM), malattia gravemente invalidante che colpisce circa 63.000 italiani e per la quale purtroppo non si conoscono ancora né le cause né una terapia valida per tutti, nonostante le ingenti risorse investite soprattutto nel ricco settore farmaceutico.

L’annuncio ufficiale verrà dato a Lione durante il 28° congresso del comitato europeo per il trattamento e la ricerca nella sclerosi multipla (Ectrims 2012), sponsorizzato dalle principali case farmaceutiche, e precisamente il 13 ottobre p.v.

Forse per alimentare un curioso clima di suspense l’abstract ad oggi non è ancora disponibile nel sito degli organizzatori, mentre sono stati obbligatoriamente dichiarati i pesanti e potenziali conflitti d’interesse dei principali autori dello studio, e non sono noccioline… (http://registration.akm.ch/einsicht.php?XNABSTRACT_ID=158400&XNSPRACHE_ID=2&XNKONGRESS_ID=171&XNMASKEN_ID=900)

Tra gli addetti ai lavori i risultati sono però ampiamente prevedibili visto il tormentato iter di questo studio, per il quale la Fism aveva dichiarato di aver investito ben 1,4 milioni di euro.

Ecco le tappe principali:

Nel settembre del 2010, prima dell’avvio dello studio, il prof. Zamboni, famoso chirurgo vascolare e scopritore della CCSVI, fu costretto a dimettersi dal comitato scientifico, dichiarando a margine di una audizione alla commissione d’inchiesta del Senato sul Sistema Sanitario Nazionale presieduta da Ignazio Marino:
Il protocollo stabilito dall’Associazione Italiana Sclerosi Multipla (Aism) per verificare la teoria sull’origine della malattia e su una sua possibile cura rischia di non riuscire a dimostrare nulla a causa di alcuni difetti di procedura“.
Avevo chiesto di aspettare qualche mese per formare gli operatori che devono fare gli esami – affermò Zamboni – e mi è stato detto di no. Ho suggerito allora di ridurre il campione, in modo da farlo esaminare solo da tecnici già formati, ma anche questa richiesta è stata rifiutata. In queste condizioni la sperimentazione rischia di non dimostrare nulla, perché un tecnico non formato non é in grado di trovare la malformazione dei vasi sanguigni che secondo noi é alla base della Sclerosi”.
Il medico ferrarese fu sostituito da Erwin Stolz, della Clinica Neurologica dell’Università di Giessen in Germania: ”Si tratta di un esperto di ecodoppler del cranio – affermò ancora Zamboni – mentre per dimostrare il mio metodo gli esami vanno fatti al collo e al torace. Lo scetticismo c’è in tutte le associazioni sulla sclerosi multipla del mondo, che hanno fondi soprattutto dalle case farmaceutiche” (fonte Ansa).

A studio ancora in corso, l’Associazione Italiana Sclerosi Multipla nell’ottobre 2011 annunciò con malcelato orgoglio che “a oggi, sulla base di dati preliminari, la presenza di CCSVI è stata osservata globalmente in meno del 10% dei soggetti esaminati“.

Inoltre il “principal investigator” dello studio, il potentissimo neurologo dr. G. Comi, sempre nell’ottobre 2011 dichiarò trionfalmente ai giornalisti durante il meeting di Ectrims 2011 che “già con l’analisi ad interim di Cosmo si è completamente sgonfiata l’ipotesi che la Ccsvi sia una causa o una significativa concausa della sclerosi multipla“.

Secondo alcuni epidemiologi questo annuncio, irrituale e non documentato, potrebbe costituire un potenziale bias di ricerca in grado di invalidare lo studio, essendoci ampie tracce di dichiarazioni fatte anzitempo, in grado di influenzare negativamente gli operatori dello studio (anche quando fossero stati perfettamente preparati).

Come se ciò non bastasse lo stesso Comi nel dicembre 2011 durante una successiva intervista concessa al programma Report di Rai3 definì il collega dr. Fabrizio Salvi, principale collaboratore del prof. Zamboni negli studi sulla CCSVI nella SM, come un “non neurologo e pervertito” arrivando dunque all’ingiuria e alla diffamazione (fonte Report).

L’ESITO DELLO STUDIO, CONDOTTO IN QUESTE CONDIZIONI, DUNQUE NON PUO’ CHE ESSERE AMPIAMENTE SCONTATO…
LASCIA MOLTO PERPLESSI IL MILIONE E MEZZO DI EURO INVESITO DALL’AISM, UTILIZZANDO FONDI CHE OLTRE CHE DALLE CASE FARMACEUTICHE PROVENGONO ANCHE DAI MALATI E DALLE LORO FAMIGLIE…

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