Sclerosi Multipla e Metodo Zamboni: intervista all’angiologo Dr. Aldo d’Alessandro

Creato il 05 luglio 2013 da Yellowflate @yellowflate

Continua la polemica innescata da alcuni neurologi sul ruolo dell’insufficienza venosa cronica cerebrospinale (CCSVI), scoperta nel 2007 dal prof. Paolo Zamboni (Direttore del Centro Malattie Vascolari dell’Università di Ferrara), nella sclerosi multipla (SM), malattia gravemente invalidante che colpisce 63.000 italiani e per la quale non si conoscono ancora né le cause né una terapia definitiva e valida per tutti, nonostante le ingenti risorse investite per la ricerca soprattutto nel ricco settore farmaceutico.

Sulla materia abbiamo intervistato l’angiologo Dr. Aldo d’Alessandro, coordinatore del gruppo di studio sulla CCSVI della Società Italiana di Flebologia Clinica e Sperimentale (SIFCS):

Dottor d’Alessandro, sulla base della sua esperienza la CCSVI scoperta dal prof. Zamboni esiste veramente?

“Il prof. Paolo Zamboni ha il grande merito di aver scoperto una nuova entità nosologica da lui intitolata CCSVI. Tale scoperta ha altresì prodotto un fermento scientifico a livello internazionale e prodotto notevoli passi in avanti in termini di sviluppo che nella storia della medicina si vede raramente:

  • anatomia delle vene cerebrali, dei seni ecc… e delle vene giugulari interne ed esterne con il proprio sistema valvolare e dei muscoli adiacenti;
  • sulla fisiopatologia della circolazione venosa cerebrale, che prima mai era stata valutata cosi approfonditamente, e delle vene cerebrali;
  • sulla diagnostica ECD. Mai l’esame eco-color-Doppler era stato applicato all’esplorazione dei vasi cerebro-spinali;
  • sulla diagnostica per immagini con l’evidenza di eseguire esami di RM che devono essere nettamente migliori ed essere eseguiti in posizioni diverse dal clinostatismo.
  • Ha, attraverso dei criteri (5 in particolare) anche questi scoperti da Zamboni, fatto si che si possa fare diagnosi della CCSVI.
  • In conclusione, ebbene si, la CCSVI esiste realmente, anche se è presente in soggetti apparentemente sani.”

A suo avviso c’è una correlazione con la sclerosi multipla e le altre malattie neurologiche?

“Nella mia esperienza di diagnostica ECD, confermata dalle flebografie, la CCSVI è associata alla SM nel 92% dei casi; pur tuttavia la CCSVI è presente in altre patologie neurologiche ma anche non neurologiche (cefalea cronica, acufeni, parkinson, SLA ecc…).”

Sullo studio CoSMo dell’Aism che nega questa correlazione cosa ci può dire?

“L’esame ECD nella CCSVI è un esame estremamente complesso la cui corretta esecuzione ha previsto da parte mia un Master all’Università di Ferrara col prof. Zamboni; questo esame non rientra nel bagaglio culturale dei colleghi neurologi. Peccato lo studio CoSMo, con i fondi investiti dall’Aism, poteva essere una buona opportunità scientifica se affidata nelle mani dei vascolari in collaborazione dei neurologi, ma si è preferito farlo tutto in casa dei neurologi ed il risultato è che è uno studio di cui nessuno parla e nessuno lo prende in considerazione.”

Ai malati di SM positivi alla CCSVI consiglierebbe di fare l’intervento di angioplastica oppure è meglio aspettare la fine degli studi in corso?

“Ufficialmente bisogna aspettare le conclusioni degli studi controllati in corso (Brave Dreams); ufficiosamente se dovessi consigliarlo al mio migliore amico direi di farlo per l’evidente assenza di controindicazioni e di complicazioni rispetto ai risultati brillanti abbastanza spesso, di una qualche utilità sintomatologica molto spesso e di poche migliorie in qualche caso isolato.”



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