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Sclerosi Multipla: il caso CCSVI di Zamboni non è chiuso. Lo dice la Scienza.

Creato il 07 ottobre 2013 da Yellowflate @yellowflate

ccsviNei mesi di agosto e settembre appena trascorsi il mondo della sclerosi multipla è stato caratterizzato da una violenta serie di attacchi mediatici contro la teoria del prof. Paolo Zamboni (Direttore del Centro Malattie Vascolari dell’Università di Ferrara) sulla correlazione tra l’insufficienza venosa cronica cerebrospinale (CCSVI), da lui stesso scoperta nel 2007, e la sclerosi multipla (SM), malattia gravemente invalidante che colpisce 63.000 italiani e per la quale purtroppo non si conoscono ancora né le cause né una terapia definitiva e valida per tutti, nonostante le ingenti risorse investite per la ricerca soprattutto nel ricco settore farmaceutico.

Sono infatti stati pubblicati in letteratura alcuni studi negativi contro la CCSVI:

- uno studio canadese intitolato “Evidenze contro il coinvolgimento di anomalie venose croniche cerebrospinali nella sclerosi multipla. Uno studio caso-controllo” (PLoS One. 2013 Aug 14;8(8):e72495) dove gli autori hanno concluso che “questo studio caso-controllo fornisce una prova convincente contro il coinvolgimento della CCSVI nella sclerosi multipla“. (http://www.ncbi.nlm.nih.gov/pubmed/23967312)

- lo studio italiano intitolato “Studio osservazionale caso-controllo della prevalenza dell’insufficienza venosa cronica cerebrospinale nella sclerosi multipla: risultati dello studio CoSMo” (Mult Scler. 2013 Oct;19(11):1508-17) dove secondo gli autori “la CCSVI non è associata con la SM“. (http://www.ncbi.nlm.nih.gov/pubmed/24014572)

Per completare l’accerchiamento di Zamboni durante il recente congresso dei neurologi di Ectrims 2013 a Copenaghen sono stati presentati una serie di studi contro l’efficacia dei trattamenti di angioplastica per la CCSVI nei malati di sclerosi multipla. (http://www.corriere.it/salute/13_ottobre_03/sclerosi-multipla-metodo-zamboni-bocciato-quattro-nuovi-studi-61ce834a-2c32-11e3-b674-51fbe6c64466.shtml)

Leggendo gli articoli della stampa qualcuno potrebbe essere tratto in inganno col fatto che la teoria di Zamboni sia stata smentita, ma per fortuna non è affatto così.

Il prof. Zamboni nel settembre scorso ha scritto una lettera sulla rivista scientifica Veins & Lymphatics evidenziando che la controversia sulla CCSVI sia un luogo comune, privo della possibilità di mettere in luce i continui contributi che emergono dalla letteratura. Ciò appare in particolare quando alcuni studi che negano il contributo della CCSVI alla neurodegenerazione, mostrano una copertura mediatica inaspettata ed insolita. Questo ovviamente genera confusione tra i pazienti. Ma anche tra i colleghi che non hanno il ritorno venoso cerebrale come interesse primario.

Ci sono tre metanalisi disponibili:

1. Laupacis A, Lillie E, Dueck A, e altri Associazione tra l’insufficienza venosa cronica cerebrospinale e la sclerosi multipla: una meta-analisi. CMAJ 2011; 183:. E1203-12.

2. Tsivgoulis G, Sergentanis TN, Chan A, e altri Insufficienza venosa cronica cerebrospinale e sclerosi multipla: un’ampia meta-analisi di studi caso-controllo. Ther Adv Neur Dis 2013.

3. Zwischenberger BA, Beasley MM, Davenport DL, Xenos ES. Meta-analisi della correlazione tra l’insufficienza venosa cronica cerebrospinale e la sclerosi multipla. Vasc Endovasc Surg 2013.

Tutti e 3 le suddette metanalisi confermano una significativa prevalenza della CCSVI nella SM. Solo sei su 19 studi comparabili negano l’associazione tra CCSVI e sclerosi multipla. Ma mentre le prime due metanalisi hanno mostrato eterogeneità tra gli studi, la terza ha chiaramente dimostrato un significativo rischio doppio di avere la SM quando viene rilevata la CCSVI, senza alcuna eterogeneità. I mass media dovrebbero richiedere una buona comunicazione della scienza, quando i comunicati stampa scientifici sono sollecitati. Sulla controversia della prevalenza e dei fattori di rischio, consultare le metanalisi è un buon strumento per bilanciare la comunicazione. (http://www.pagepressjournals.org/index.php/vl/article/view/CerebVenReturn.2013.2/1369)

In aggiunta nel maggio di quest’anno è stato pubblicato lo studio intitolato “Accuratezza diagnostica delle attuali criteri ecografici per la rilevazione di anomalie di deflusso nelle vene giugulari interne” (Phlebology. 2013;28(6):285-92) dove gli autori hanno concluso che “la loro ricerca ha dimostrato che attualmente i criteri ecografici extracranici utilizzati per la rilevazione di anomalie venose ostruttive nelle IJVs sono di limitato valore diagnostico. Per il momento, la diagnosi di questa patologia vascolare dovrebbe essere data utilizzando la venografia con catetere“. (http://www.ncbi.nlm.nih.gov/pubmed/22528692)

Caso CCSVI dunque “chiuso”? Non proprio…


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