In un primo studio pubblicato nel 1976 su Acta Radiologica dal team del Dr. J. Aboulker di Parigi (Francia) ed intitolato “Ipertensione venosa intraspinale causata da anomalie multiple del sistema cavale. Una delle principali cause di mielopatie” secondo gli autori l’aumento della pressione venosa intraspinale viene descritta come una malattia del sistema venoso, causa di numerose paraplegie e di inspiegabili e tetraplegie. La stasi venosa cronica nei plessi intraspinali, nei quali viene scaricata la circolazione del midollo spinale, è dovuta all’associazione di anomalie multiple (stenosi, compressioni, trombosi) sulle vie principali del sistema cavale e dell’azygos. Le anomalie, molte delle quali non sono conosciute, sono dimostrate da una procedura particolare, la flebografia cavo-spinale, ed alcune di esse possono essere sottoposte a chirurgia.
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Nel secondo studio, pubblicato nel 1976 su Acta Radiologica dal team del Dr. H. Leriche di Parigi (Francia) ed intitolato “Flebografia cavo-spinale nelle mielopatie. Stenosi delle vene giugulari interne ed azygos, compressioni venose, trombosi” ad avviso degli autori l’aumento della pressione venosa intraspinale, secondo Aboulker risultante in numerose paraplegie spastiche e tetraplegie, è dovuta ad anomalie venose multiple dimostrate dalla flebografia cavo-spinale. Le più frequenti sono stenosi delle vene giugulari interne, la renale di sinistra, la vena iliaca sinistra, le vene azygos e compressioni dei tronchi venosi anonimi. Queste alterazioni causano una stasi permanente nei plessi intraspinali tramite alimentazione eccessiva o drenaggio insufficiente. Su 80 pazienti, il 60% aveva almeno due anomalie, il 38% almeno tre anomalie.
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A questo punto continuare a negare anche la sola esistenza delle malformazioni venose nei malati di sclerosi multipla non ha davvero più alcun senso e recentemente ha suscitato clamore la posizione dell’Associazione Italiana Sclerosi Multipla (Aism) che, relativamente al proprio studio diagnostico Cosmo, ha comunicato ai media che “a oggi, sulla base di dati preliminari, la presenza di CCSVI è stata osservata globalmente in meno del 10% dei soggetti esaminati”.
A questi medici faremo leggere la storia del “Riflesso di Semmelweis”, un medico ungherese dell’Ottocento che, dopo aver fatto un’importante scoperta scientifica, venne duramente osteggiato dai suoi colleghi.
Fonti:
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http://www.ncbi.nlm.nih.gov/pubmed/207125
http://www.ncbi.nlm.nih.gov/pubmed/207127
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