Lo studio è stato condotto da un team di ricercatori del Policlinico dell’Università Tor Vergata di Roma.
Scopo del loro lavoro era valutare la prevalenza dell’insufficienza venosa cerebrospinale cronica (CCSVI) in soggetti affetti da sclerosi multipla (SM).
Da novembre 2009 a febbraio 2010, 74 soggetti (40 affetti da SM e 34 “casi controllo”) sono stati arruolati in uno studio prospettico randomizzato a singolo cieco. Tutti i soggetti sono stati sottoposti ad ecografia per la ricerca di segni di CCSVI.
La ricerca ha evidenziato una percentuale di pazienti affetti da CCSVI del 55%, nel gruppo dei pazienti affetti da SM, e del 35% ( ! ) nel gruppo controllo con una differenza statisticamente non significativa (p=0,089).
Secondo gli autori dello studio “esiste una lieve differenza di prevalenza di CCSVI tra i soggetti affetti da SM e quelli sani nella nostra valutazione, ma ad oggi non sono stati individuati quali tra i numerosi parametri siano i più significativi.”
Ad avviso degli stessi “da questo studio preliminare, non è emersa una differenza statisticamente significativa nella prevalenza della CCSVI in pazienti affetti da SM. Tuttavia i dati indicano una tendenza che richiede un più alto numero di pazienti per ottenere risultati definitivi.”
Dalla lettura di questi dati (che per i pazienti sani rappresentano un piccolo record mondiale con il 35% di casi positivi alla CCSVI ! ) emergono importanti interrogativi vista l’estrema differenza dei dati raccolti a Roma rispetto ad altri studi dove invece è stata dimostrata una possibile correlazione tra la sclerosi multipla e la CCSVI e anche rispetto a quelli annunciati alla stampa dal dr. G. Comi (Presidente della Società Italiana di Neurologia) durante il congresso internazionale sulla sclerosi multipla Ectrims 2011 che si è tenuto ad Amsterdam nell’ottobre scorso, secondo il quale nei dati preliminari dello studio Cosmo promosso dalla FISM-AISM la frequenza della CCSVI sarebbe stata confermata addirittura in meno del 10% ( ! ).
La domanda che allora sorge spontanea ai malati e alle loro famiglie è la seguente: “Ma qualcuno sulla CCSVI nella SM sta pubblicando per caso i numeri del lotto ?”
Curiosamente nella giornata di ieri proprio la FISM-AISM contrariamente alle promesse fornite in precedenza ha comunicato il proprio niet alla richiesta di finanziamento dello studio multicentrico Brave Dreams promosso dalla Regione Emilia Romagna e coordinato dal prof. Paolo Zamboni (Direttore del Centro Malattie Vascolari dell’Università di Ferrara e scopritore della CCSVI).
Si tratta di un vero fulmine a ciel sereno per i malati e per le loro famiglie e dell’ennesima delusione arrivata dall’AISM, associazione che un tempo li rappresentava.
Fonte: http://www.springerlink.com/content/t0833096875u166x/